Nella primavera del 1921 si costituiscono le basi per la creazione a Manfredonia di una sezione del Partito Repubblicano. L’iniziativa partì da Napoli dove <<Lorenzino Garzia, iscritto a quel circolo repubblicano universitario, aveva fatto club con l’altro studente Mario Simone, e con un originale sarto-fotografo, Nicola Scardino, di qualche anno più grande di loro, praticante tra i tecnici della famosa casa cinematografica di Gustavo Lombardo.>>1. La casa cinematografica2 aveva da poco aperto la nuova grande sede al Vomero ed era considerata la Hollywood italiana, prima dell’avvento, al termine degli anni trenta, di Cinecittà. I tre giovani mazziniani si ritrovarono a Manfredonia portando con sé numeroso materiale propagandistico reperito nella città partenopea. Nella casa di Antonio Simone, padre di Mario, decisero di <<…costituire una sezione del Partito Repubblicano che intitoleranno a Matteo Renato Umbriani...>>3 (Fig 1).
Fig. 1 Foto di gruppo di iscritti al Partito Repubblicano del marzo 1922 (Foto Valente –Archivio Simone)
Da s. a d., in piedi: Giovanni De Vita, Mario Simone, Nicola Scardino, Manfredi de Angelis, Antonio Murgo, Raffaello Di Sabato, Gaetano Pasqua; seduti: Vincenzo Bissanti, Nicola Marasco, Francesco Garzia, Saverio Spagnuolo, Salvatore de Padova, Salvatore Gatta.
Grazie anche al numeroso materiale promozionale riuscirono presto a fare aderire molti amici e familiari. Così come risulta dalla documentazione del partito, aderirono: gli agricoltori Giuseppe Sapone e Francesco Garzia; gli artigiani Giuseppe Scardino (padre di Nicola) e il figlio Costante; Nicola Marasco, Antonio Murgo, Raffaele d’Ambrosio; i commercianti Antonio De Francesco e Antonio Simone; il ragioniere e poeta Salvatore di Matteo De Padova, il giovane medico Saverio Spagnuolo, lo studente di ingegneria Salvatore Gatta, l’attivissimo studente Raffaellino Di Sabato, oltre a operai, reduci e altri artigiani. All’inizio, per evitare di avere problemi con le forze di polizia, con i carabinieri in particolare, e con le loro informative politiche, “…si indugiò a <<fare il circolo>> (da molti reclamato secondo l’usanza paesana)…”4 e si riunirono nella casa di Antonio Simone, che da tempo ospitava i simpatizzanti mazziniani e garibaldini. Già da qualche anno, infatti, il suo “salotto” era aperto a riunioni culturali e sportive quali: nel 1916 la “Cesare Battisti”, la sportiva “Nazario Sauro” nel 1920 e nel 1921 il “Comitato dantesco”. Oltre che nel “salotto Simone”, spesso i simpatizzanti sostavano al bar pasticceria del compiacente Adolfo Castriotta. Sempre nella primavera del 1921, il giorno 5 di aprile, alcuni giovani socialisti si riunirono anch’essi in una abitazione privata, nella casa dell’avvocato socialista Angelo Donnamaria, ubicata in via Campanile 13, per fondare la prima sezione del Partito Comunista. Le consultazioni politiche del 15 maggio 1921, per la elezione della Camera dei Deputati, furono contrassegnate da intimidazioni e soprusi ad opera non solo dei fascisti ma anche di altri partiti aderenti ai “Blocchi Nazionali”. Le violenze furono senza precedenti: si assaltarono le sedi dei sindacati, dei partiti politici e delle cooperative, si impedirono i comizi degli avversari politici. Solo per rimanere nella nostra provincia, in alcune località si impedirà di votare a braccianti e operai: a Cerignola, ad esempio, i fascisti spararono contro gli avversari uccidendo nove persone. A Manfredonia, per fortuna, non vi furono episodi violenti come quelli di Cerignola, ma i soprusi e le intimidazioni furono numerosi. I partiti aderenti ai “Blocchi Nazionali”, prima delle elezioni, si insediarono a Palazzo San Domenico, infischiandosi del conflitto d’interesse che in questo modo si creava. Del resto la loro organizzazione, così come riportato su “La Voce Repubblicana” del 7 aprile 1921, trasformò il <<Municipio in un vero ufficio di Libertinaggio politico>>. Le altre forze politiche (Fig. 2), di conseguenza, vennero ostacolate nella loro attività di propaganda e anche, soprattutto, nella possibilità di far affluire i loro aderenti alle urne, perché impediti attraverso intimidazioni non solo verbali ma persino fisiche. Stravinsero le elezioni la lista dei “Blocchi Nazionali” con 1334 voti (62,9%); a seguire il Partito Socialista con 545 voti (25,70%) in linea con le percentuali del voto nazionale. I rimanenti voti sono così ripartiti: 118 ai democratici riformisti, 52 ai popolari, 46 ai repubblicani, 25 ai liberali indipendenti, 1 ai comunisti.
Nonostante tutto, la campagna elettorale per le votazioni del 15 maggio 1921 portò consensi lusinghieri al partito dell’edera, in sintonia con le percentuali nazionali. Nei giorni precedenti la consultazione, i repubblicani, in stretta collaborazione con i socialisti sipontini, tennero l’unico comizio permesso dalle autorità, quello dello scrittore e storico repubblicano prof. Luigi Natoli5.
Fig. 2 Foto di gruppo di antifascisti sipontini nel maggio 1921 (Foto Scardino – Archivio Simone)
Sono, da sinistra a destra, seduti: Nicola Marasco, sarto; Mario Simone, studente; Lorenzo Garzia, studente; Giuseppe Scardino, sarto; Vincenzo Marzovillo, sarto; Raffaele Bissanti, impiegato; in piedi: Alberto Gatta, negoziante; Costante Scardino, sarto; Mario Perreca, studente; Michele Trotta, studente; Michele Cainazzo, studente; Angelo Donnamaria, avvocato; Rodolfo Falcone, agricoltore; Salvatore Gatta, studente; Domenico Sapone, studente; Lorenzo Foglia, autista; Angelo Grieco, meccanico.
(Elenco tratto dal libro di Michele Magno “Lotte sociali e politiche a Manfredonia”. Foto scattata da F.sco Paolo Nicola Scardino.)
Il Natoli tenne il suo comizio in Piazza del Municipio, al termine del quale venne accompagnato da una grande folla plaudente fino alla Stazione ferroviaria Campagna che allora era l’unica stazione, in quanto la Stazione Città (ora dismessa) venne realizzata solamente negli anni trenta del secolo scorso. La riunione, prodromica all’apertura pubblica della sezione, si tenne a casa di Antonio Simone, ubicata al civico 6 della “seconda traversa del castello”, sempre su suggerimento del solerte trio di ardenti repubblicani, Mario Simone, Lorenzo Garzia e F.sco Paolo Nicola Scardino. L’inaugurazione ufficiale della sezione ebbe luogo il 20 settembre 1921, così come riportato da Michele Magno. Poco tempo dopo l’organizzazione repubblicana si insedierà nella sede di Corso Manfredi 108 (Fig. 3). È ovvio ritenere che la sezione repubblicana già esisteva dalla primavera del ’21, nascosta e non pubblica, così come riportato da Mario Simone, nella cui casa avvenivano le riunioni. “Purtuttavia, la carica sentimentale di quegli homines novi e la consistenza della loro organizzazione sfuggivano agli avversari, che mai ottennero la capitolazione dei carabinieri. Infatti, per non offrire sicuri elementi di valutazione, si indugiò a <<fare circolo>> (…) sopperendo l’ospitalità di Antonio Simone.”6
Fig. 3 Foto Corso Manfredi inizio anni venti del Novecento (Foto Scardino – archivio Simone)
La foto è stata scattata da mio nonno Nicola Scardino dal balcone del civico 190 posto accanto al vecchio settecentesco Palazzo Giordani. A quel punto del corso l’asse degli isolati devia leggermente, creando l’illusione che la foto sia stata scattata in alto al centro della strada. Lungo il Corso Manfredi si svolgeva gran parte della vita pubblica cittadina. Qui erano ubicate le sedi delle maggiori organizzazioni politiche. Quella del Partito Repubblicano era ubicato in fondo alla via al civico 108. Dopo il 1925 sarà fatto divieto agli antifascisti sipontini di incontrarsi e/o di sostare a lungo in questa via.
Il 20 settembre <<dalla casa di Antonio Simone partì il primo corteo – bandiere rosse in testa – verso piazza Municipio, per la celebrazione di Porta Pia, che vi tenne Vittorio Delfino Pesce>>7. Il XX settembre era, all’epoca, festività nazionale che commemorava la presa di Porta Pia con l’ingresso dei bersaglieri a Roma, al comando del generale Raffaele Cadorna, e la fine del potere temporale del Papa. L’inaugurazione della sede fu dunque celebrata, in uno con la festa del XX settembre, in Piazza del Municipio (Piazza della Rivoluzione, durante il fascismo). Sulla rivista “La Voce Repubblicana” del 25 settembre 1921 si legge che <<Invitato da questa attiva Sezione del P.R.I. è venuto fra noi l’avv. Prof. Vittorio Delfino Pesce… In piazza Municipio, sotto la lapide dei morti in guerra, presentato dall’amico Sapone, ha tenuto la commemorazione che solo i repubblicani possono fare a quella storica data che ci ricorda i fasti della gloriosa Repubblica Romana del 18498>>. Si legge inoltre che i partecipanti al raduno erano intenzionati ad apporre una corona di palme sulla lapide del Milite Ignoto. Il cavalier Pietro Simone, sindaco della città, lo vietò e quindi si decise di posizionarla sulla tomba del valoroso caduto della prima guerra mondiale Nino Nardone. Quel giorno, inoltre, così come riportato sulla rivista “Il Rinnovamento” del 9 ottobre 1921, si imbratteranno <<tutti i muri della città con le seguenti frasi: Abbasso il Papa-Re, Abbasso i preti et similia>>. Tale frase viene attribuita ai partecipanti alla commemorazione, e deve essere ascritta non solo ai repubblicani ma a tutti i partecipanti ai festeggiamenti per la ricorrenza della presa di Roma, e fa riferimento, così come è scritto nell’articolo suindicato della “Voce Repubblicana”, anche alla Repubblica Romana del 1849. Si tratta di concetti risorgimentali anticlericali connessi alla celebrazione della presa di Porta Pia, festività che verrà soppressa dal Fascismo dopo il 1930 in seguito alla stipula dei Patti Lateranensi. Quelle parole erano abbinate nel periodo risorgimentale anche alla seguente frase “Vittorio Emanuele in Campidoglio”. Di tali sentimenti, in quel periodo avvertiti da molti, è testimonianza un rinvenimento recente sui muri della città di Casarano (Fig.4).
Fig. 4 ABBASSO IL PAPA-Re Storica scritta murale risorgimentale posta sul Palazzo Arditi in Piazza Indipendenza a Casarano (Lecce).
La frase “Abbasso il Papa-Re” era talmente utilizzata in ambito patriottico che la troviamo inserita perfino nella “Gazzetta Ufficiale di Roma”9: infatti al numero 6 del 28 settembre 1870 possiamo leggere “Il Papa come re, era un pubblico nemico in Italia. L’Italia è stata per lungo tempo un paese diviso. Gli italiani sono, sfortunatamente, un popolo discorde in parecchie quistioni. Ma tutti erano unanimi sopra questi due punti:<<Fuori lo straniero!>> e: <<Abbasso il Papa-Re.>>.”
La sezione repubblicana sarà da subito operativa e cercherà di dare una scossa alla vita cittadina. Verrà costituito un circolo giovanile repubblicano, si organizzerà una cooperativa di pescatori, si creerà una scuola serale per cercare di combattere l’analfabetismo allora presente in gran parte della popolazione. Poco tempo dopo l’inaugurazione della sede, in occasione del VI centenario della morte di Dante Alighieri, il solerte Prof. Natoli tenne una conferenza al teatro “Eden” per celebrarne la memoria, alla quale partecipò anche, come novità, un “gruppo femminile”. La sezione di Manfredonia è sicuramente la più importante della provincia di Foggia. La maggior parte degli aderenti erano giovani convinti <<…di battersi, nel nome di Mazzini, per l’avvento di una nuova società che segni la redenzione del proletariato.>>10. I repubblicani erano consapevoli di essere una minoranza nel panorama politico cittadino, ma possono essere considerati sicuramente una “scuola di democrazia” anche per le altre forze politiche, in modo particolare i socialisti e i comunisti. Costituiranno l’ultimo baluardo nella lotta antifascista fino alla chiusura della sede da parte del PNF nel 1925. Al termine del 1921, poco dopo l’inaugurazione della sede della sezione repubblicana, si costituisce a Manfredonia il Fascio di Combattimento, così come riportato su “il Foglietto” dell’8 dicembre 1921.
Fig. 5 Famiglia Scardino – Foto della seconda metà degli anni 10 del Novecento.
Al centro seduto è Giuseppe Scardino con accanto in piedi il figlio Francesco Paolo Nicola.
I due bambini sono i suoi nipoti. La Foto è stata probabilmente scattata da Costante Scardino, fratello maggiore di Nicola e anche lui fotografo.
Gli aderenti al movimento si radunano in pubblico in divisa da combattente o con la sola camicia nera, portando con sé sempre il bastone e qualcuno anche la pistola. Gli atteggiamenti provocatori durarono mesi, ma fino all’aprile del 1922 non vi furono episodi violenti. Il 2 aprile del 1922 giungono da Cerignola 20 squadristi fascisti con a capo l’avvocato Domenico Farina. A seguito della notizia dell’arrivo dei “cerignolani” i partiti antifascisti si mobilitano, in primo luogo i socialisti e i repubblicani. Gli squadristi di Farina, che erano per la maggior parte armati, giungono in Piazza Municipio e si uniscono ai pochi fascisti sipontini. Con atteggiamento tracotante e provocatorio cercano di imporre al marinaio Ciro Schiavone di togliersi il distintivo repubblicano che portava all’occhiello. Dalla “Voce Repubblicana” del 5 aprile 1922 apprendiamo che in seguito: <<…Il popolo, pur non prevedendo simili affronti, si fece incontro ai provocatori, che si diedero a sparare dai balconi e dal portone del palazzo del sindaco, ferendo due uomini, Piccoli Michele e Notarangelo Giuseppe ex combattenti ed una donna Annamaria Renzulli. La popolazione indignata costrinse i fascisti a rintanarsi in casa Simone, subito dopo i reali carabinieri che sino allora erano rimasti impassibili davanti alla prepotenza fascista, arrestarono i 20 fascisti cerignolani ed i pochi fascisti locali. Il cav. uff. Pietro Simone, vero responsabile, fu visto sparare dalla finestra del suo maestoso palazzo: egli fra due ali di popolo imprecante fu condotto in camera di sicurezza. Il camion fascista fu ridotto in frantumi e lo schaffeur fu gravemente ferito…>>. Dall’altra parte i fascisti cerignolani attribuirono, di contro, tutta la responsabilità degli scontri avvenuti all’avv. Angelo Donnamaria, definito <<lurido avanzo del cenciume rosso di Capitanata>>, così come viene riportato sul settimanale fascista “Fiammata” del 9 aprile 1922. L’avvocato Farina, sempre sul settimanale “Fiammata” del 16 aprile 1922, scrive che <<…dalla folla tumultuante partì al nostro indirizzo la prima nutrita scarica di colpi di arma da fuoco…>>. Tra la folla tumultuante era sicuramente presente F.sco Paolo Nicola Scardino, perché nella scheda del Casellario Politico Centrale (vedi A.N.P.I.) si trova la seguente nota <<Nel 1922 prese parte ad un conflitto a fuoco con i fascisti…>>. Il riferimento agli scontri avvenuti sotto la casa del sindaco Pietro Simone è evidente. Sicuramente la nota nel casellario politico venne inserita a seguito del processo tenutosi contro il sindaco Pietro Simone e i fascisti cerignolani capeggiati da Farina. (Fine prima parte)
(a cura dell’arch. Michele Di Lauro, docente di Storia dell’Arte dell’I.S. “Roncalli-Fermi-Rotundi-Euclide” di Manfredonia) (Il materiale contenuto in questo articolo può essere riprodotto, in tutto o in parte, per scopi non commerciali, purché siano citati l’autore e la fonte.
Fig 6 Elenco Iscritti Partito Repubblicano anni 1921-1922 tratto da: 1921-1971 REPUBBLICANESIMO DI MANFREDONIA, edizione di “Risorgimento Meridionale” (direttore Mario Simone), Stampato nel 1972 per conto del C.E.S.P., Tipografia Laurenziana Napoli
Fig. 7 Lapide (particolare) posta sulla facciata di Palazzo San Domenico sede del Municipio che commemora i caduti della Prima Guerra Mondiale. La lastra venne scolpita dallo scultore Beniamino Natola in marmo grigio bardiglio. Fu posta in opera nel 1920 in occasione della commemorazione della festività del XX settembre per la presa di Porta Pia. La prima guerra mondiale del resto viene indicata anche come quarta guerra di indipendenza e logica conclusione del Risorgimento e dell’Unità d’Italia.
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1 1921-1971 REPUBBLICANESIMO DI MANFREDONIA, edizione di “Risorgimento Meridionale” (direttore Mario Simone), Stampato nel 1972 per conto del C.E.S.P., Tipografia Laurenziana, Napoli, pag. 3
2 La nascita della casa cinematografica si fa risalire al 1904 quando a Napoli Gustavo Lombardo abbandonò gli studi universitari di giurisprudenza per dedicarsi al cinematografo. Successivamente acquistò gli stabilimenti della Polifilms al Vomero, e poco dopo creò la “Lombardo Film”. La società divenne presto una delle maggiori imprese dell’industria cinematografica italiana. Nel 1928 creò la Titanus società con grandi produzioni fino al termine degli anni cinquanta. Con la casa cinematografica iniziò la sua carriera Totò, con i film “Fermo con le mani” del 1937 e “Animali pazzi” del 1939.
3 1921-1971 REPUBBLICANESIMO DI MANFREDONIA, op.cit. p.3
4 ibidem
5 Il prof. Luigi Natoli (Palermo 1987, ivi 1941) fu uno storiografo e scrittore siciliano autore di numerosi romanzi di appendice che firmava con lo pseudonimo di William Galt. Già a 17 anni iniziò a scrivere per i giornali, in seguito insegnò Storia a Palermo, e infine giunse in Puglia, a Foggia, dove diventerà direttore dell’Istituto Normale Maschile. Repubblicano mazziniano, fu massone aderente alla Loggia “Pietro Giannone” di Foggia, poi chiusa dalle autorità fasciste a seguito della legge 2029 del 26 novembre 1925, passata alla storia come <<legge contro la massoneria>>. Celebre fu il discorso pronunciato da Antonio Gramsci alla Camera dei deputati contro la legge fascista che voleva abolire la Libera Muratoria, in quanto non fu un’arringa in difesa dei massoni ma soprattutto una denuncia contro la deriva liberticida del Fascismo.
6 1921-1971 REPUBBLICANESIMO DI MANFREDONIA, op.cit. p.3
7 Vittorio Delfino Pesce, abile oratore, era fratello del più noto Piero Delfino Pesce, segretario del Partito Repubblicano pugliese. Insieme a Giuseppe Di Vittorio assume nel marzo 1922 la guida del Comitato dell’Alleanza del Lavoro, a cui aderiranno tutti i sindacati e diversi partiti, compresa la federazione pugliese del Partito Repubblicano. Piero Delfino Pesce presiede in seguito il Congresso provinciale socialista di Bari che si terrà nella Camera del Lavoro della città. Come già detto, sarà tra i promotori, insieme all’amico Di Vittorio e a una maestra elementare veneta Rita Maierotti, del Comitato Alleanza del Lavoro. Il Comitato indice il primo agosto uno sciopero generale a cui farà seguito una violenta reazione da parte dei fascisti, i quali assedieranno la Camera del Lavoro ubicata in Bari Vecchia. Sarà arrestato e rinchiuso nel castello di Bari per 2 mesi. Dopo l’affermarsi del Fascismo abbandona il giornalismo e la politica per dedicarsi nuovamente all’attività di avvocato.
8 La “Repubblica Romana del 1849” fu uno Stato repubblicano sorto in Italia durante il Risorgimento, a seguito di una rivolta interna nei territori dello Stato Pontificio che ebbe come esito la fuga di papa Pio IX a Gaeta. Fu governata da un triumvirato composto da Carlo Armellini, Giuseppe Mazzini e Aurelio Saffi. La Repubblica Romana promulgò nel 1849 la Costituzione, la più democratica in Europa, a quei tempi, in cui convergevano gli ideali liberali e mazziniani, la quale superava anche la mai applicata Costituzione francese del 1793.
9 Gazzetta Ufficiale di Roma: Quotidiano Governativo di Roma dall’indomani della presa di Porta Pia, prima uscita n. 1 del 23 settembre 1870, fino al suo assorbimento nella Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia, ultimo numero n. 275 del 30 giugno 1871.
10 Michele Magno, Lotte Sociali e Politiche a Manfredonia (fino al fascismo), Quaderni di “Risorgimento Meridionale”, tip. Salemi, Roma, pag. 84,85.
Manfredonia 1944? Componenti del Comitato di Liberazione Nazionale
Foto di famiglia da inserire nella terza parte dell’articolo sul centenario della fondazione della sezione del P.R.I di Manfredonia.
Si prega cortesemente i gentili lettori del presente articolo di indicare nella foto, qualora riconoscono parenti o conoscenti, di inviare notizie e posizione nella foto alla mia mail: archdilauro@tiscali.it .
In piedi da sinistra a destra: il quarto Michele Di Lauro, il sesto F.sco Paolo Nicola Scardino, (miei nonni).
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