La prima notizia dell’insediamento dei domenicani nella Novella Sipontum risale al 1293, in occasione del Capitolo della Provincia dei frati tenuto ad Anagni; mentre, sulla base del rapporto che legava gli angioini agli Ordini Mendicanti, la costruzione della chiesa e poi del convento (attuale sede municipale) viene decisa nel 1294 allorquando re Carlo II d’Angiò, già Visitatore del Regno delle due Sicilie, dona ai frati predicatori un sito sul tratto costiero delle mura su cui erigere a Santa Maria Maddalena sua liberatrice il Convento Reale da lui sovvenzionato con 1 fiorino d’oro a settimana. La chiesa, ad unica navata con modeste cappelle laterali, e l’antico abside (di m. 9,00×9,00 circa) furono costruiti in stile romanico e le pareti arricchite con affreschi nello stile artistico dell’epoca (scuola giottesca e provenzale), fu aperta ai fedeli sin dal 1299 vivente l’arcivescovo Andrea, mentre la sala capitolare del convento, fronte mare, fu sede anche del tribunale d’inquisizione. Nell’agosto del 1620 Manfredonia fu saccheggiata e incendiata per tre giorni dai turchi, molti affreschi e documenti andarono distrutti. A partire dalla fine del secolo e fino ai primi del ‘700 molte famiglie contribuirono alla ricostruzione e abbellimento di questa come di altre chiese cittadine. L’antico abside della chiesa di San Domenico, tra il 2002 e il 2004, a seguito di un accordo tra l’arcivescovo e il Sindaco, fu oggetto di lavori di ristrutturazione e restauro che hanno riguardato anche il chiostro e alcuni ambienti dell’adiacente Municipio che nel novembre 2001 avevano subito danni a seguito di un corto circuito. Durante questi lavori veniva realizzata una nuova copertura in acciaio e vetro, su parere favorevole della Soprintendenza per i Beni Architettonici, intesa come provvisoria per consentirne in futuro la rimozione a seguito di ulteriori ricerche e studi. Fu aperto anche il varco ogivale, murato durante i lavori degli anni ’30 del secolo scorso, per consentire il passaggio a visitatori, turisti e studiosi e quanti non avevano mai potuto visitare quella che era conosciuta come la Cappella della Maddalena. A partire dal 2009, nell’ambiente corrispondente all’antico abside, ove sono presenti ancora affreschi e frammenti di affreschi, vengono ospitate esposizioni temporanee (come Mostra d’arte della Provincia, Disegni di Michelangelo della Cappella Sistina) e raccolte di natura archeologica (reperti e piccoli oggetti in possesso del Comune, reperti ceramici e metallici sequestrati dalla Polizia di Stato a tombaroli, vasi e oggetti ceramici apuli noti come Collezione Rizzon). Ad esso vi si accede da un ambiente dove è possibile ammirare anche la nota raccolta dei “Santi sotto campana”. Al fine di salvaguardare gli affreschi e le pareti dell’edificio storico, sotto la guida e il controllo della Soprintendenza per il Patrimonio storico-artistico e demoetno-antropologico della Puglia, sono stati eseguiti negli anni una serie di analisi e rilievi. Nel 2002, prima dei lavori di consolidamento e restauro, furono effettuate indagini polimetodologiche su campioni di affreschi e su una colonna della nicchia ogivale dell’himago Christi. Nel contempo si richiedeva l’allontanamento di commercianti del pescato dal locale di proprietà del Comune lungo le mura storiche immediatamente sotto l’antico abside (ex cripta?). Tra l’estate del 2011 e l’estate del 2012 è stato effettuato da una ditta specializzata il rilevamento microclimatico dell’ambiente per valutare gli interventi a farsi a causa delle alte temperature estive dovute all’anzidetta copertura in acciaio e vetro. All’esito dei dati raccolti la anzidetta Soprintendenza proponeva di interessare l’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro, al fine di avvalerci dei laboratori di fisica e controlli ambientali e della superiore competenza nel campo del restauro di affreschi per un maggior approfondimento quale organo tecnico del Ministero per i BB.CC.. Nel corso del 2013 furono effettuati 2 sopralluoghi da parte di esperti dell’Istituto con cui furono ipotizzate alcune soluzioni in progress: manutenzioni della copertura a vetri (successivamente effettuate 2 volte); rimozione della vetrata di copertura alla luce anche di alcuni vetri lesionati da cui gocciola l’acqua piovana e sostituzione di nuova struttura; manutenzione con sigillatura dei giunti dei conci murari esterni; ipotizzare una contro-parete con camera d’aria per meglio proteggere la parete interna (lato ovest) affrescata; recupero e consolidamento degli affreschi esistenti (soluzione a- sulla parete stessa; soluzione b- strappandoli e riposizionandoli su idoneo supporto in loco). Manutenzione straordinaria delle pareti interne con conci murari, delle colonne e dei capitelli corinzi; manutenzione straordinaria del vano sottostante l’antico abside (accesso dal Lungomare N. Sauro) sotto cui è presente una sorgente di acqua corrente proveniente dal Gargano. Di ciò tra il 2014 e il 2015 sono state prodotte due ipotesi progettuali oggetto di incontri preliminari presso la Soprintendenza per i beni Architettonici. Gli affreschi della Cappella della Maddalena di Manfredonia appartengono al nostro patrimonio storico-culturale che dobbiamo preservare alle future generazioni. Il tempo inesorabile quotidianamente li sta consumando. L’ente pubblico preposto deve intervenire tempestivamente per la salvaguardia di queste preziose testimonianze del nostro passato che la mal conservazione sta cancellando per sempre.
Arch. Franco Sammarco