Domenica 3 Novembre 2024

“Mille di queste Notti” segna la rinascenza della Città di Manfredonia: quando la poetica artistica si fa politica

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Si è svolto ieri sera presso la terrazza dell’info point di Piazzetta del Mercato, nel cuore della città di Manfredonia, l’evento ufficiale di apertura di “Mille di queste Notti”, la rassegna estiva organizzata Comune di ManfredoniaTeatro Pubblico PuglieseCompagnia Bottega degli Apocrifi e Mottola solutions, in sinergia con la Direzione Regionale Musei Puglia con il GAL DaunOfantino.

Una serata di presentazione, coordinata dal giornalista Piero Paciello, che nell’intento degli Apocrifi doveva essere – come recitava il titolo – “Una dichiarazione d’amore / per la città”, per il primo incontro fra Teatro e Città dopo i mesi di chiusura dettati dall’emergenza sanitaria.

«Il comune di Manfredonia sposa in pieno questa iniziativa», ha affermato Annamaria Crea, membro della Commissione straordinaria di gestione del Comune di Manfredonia, che ha auspicato per la città un sereno ritorno alla democrazia amministrativa.

A sostenere l’iniziativa anche il GAL DaunOfantino, il cui presidente Michele D’Errico ha dichiarato «totale fiducia e piena disponibilità ad intensificare questa sinergia che va avanti da diversi anni e che punta alla promozione del territorio».

Una serata che segna “la rinascenza di una città all’interno della grande rinascenza pugliese” così l’ha definita Aldo Patruno, Direttore del Dipartimento del Turismo e dell’Economia della Cultura (che sostiene l’iniziativa tramite l’Avviso Custodiamo La Cultura in Puglia 2021 – Misure di sviluppo per lo spettacolo e le attività culturali – “FSC 14-20: Patto per la Puglia”).

«La ripartenza in questa regione è una ripartenza culturale, che il resto del Paese osserva e ammira. Da tempo gli Apocrifi dimostrano, a livello regionale, che si può lavorare professionalmente in questo settore. La Regione deve favorire e seguire questi processi, facendo sì che siano progetti senza soluzione di continuità, ed è pronta a farlo», ha affermato Patruno.

A sostenere che la rinascita culturale sconfina in quella civile e sociale, anche il presidente del Teatro Pubblico Pugliese Giuseppe D’Urso, che ha detto: «Se la pandemia ci ha insegnato che non deve essere più tutto come prima, i teatri devono diventare presidi culturali di prossimità. Non devono solo intrattenere ma lavorare per un confronto e una crescita delle comunità, come dimostra l’attività messa in campo in questi anni dagli Apocrifi, che hanno scommesso sul capitale umano della propria comunità».

Ma quali sono gli strumenti di questa rinascenza? 15 spettacoli (il doppio di una stagione teatrale!) in un mese in 5 spazi pubblici della Città. Tra questi il Parco Archeologico di Siponto e il Museo Archeologico Nazionale, i cui direttori – Francesco Longobardi e Annalisa Treglia – si augurano «che il dialogo instaurato possa continuare per costruire insieme progetti educativi e culturali che facciano diventare i nostri musei e i luoghi della cultura dei centri di aggregazione».

Gli altri spazi pubblici coinvolti sono, accanto alla veranda che ha ospitato l’evento di apertura, la piazza dei Maestri d’ascia che affaccia sul mare e la Nuova Piazza di Comunità della Città, così gli Apocrifi e la dirigente scolastica Sinigaglia hanno nominato lo scorso anno il cortile interno della Scuola Perotto, adiacente al Teatro comunale “Lucio Dalla”.

«Vi chiediamo di considerare ognuno degli spettacoli di “Mille di queste Notti” come un invito alla felicità, dove la felicità è la tensione costante verso i propri desideri, non la soddisfazione dei propri bisogni. Il confine è apparentemente sottilissimo ma l’esito finale porta in sé una differenza sostanziale: è un po’ quello che separa la voglia di alzarsi al mattino dal “chi si accontenta gode” », ha sottolineato Stefania Marrone – codirettrice artistica insieme a Cosimo Severo della rassegna ideata da Bottega degli Apocrifi – che ha concluso il suo intervento raccontando “la poetica dei prezzi” dei biglietti che sono anch’essi frutto di una visione culturale ben precisa.  Agli eventi gratuiti si alternano spettacoli a pagamento a un costo inferiore alla media nazionale; si prevede riduzione per i gruppi o per chi vedrà almeno 5 spettacoli; c’è uno spettacolo che racconta una storia di migrazione e che costa simbolicamente 1 euro, perché tanto poco vale oggi la vita di alcuni esseri umani. E per finire c’è una riduzione a tutti gli spettacoli riservata ai ragazzi, che sono stati i più penalizzati da quest’anno difficile e ai quali gli Apocrifi provano con gli strumenti a loro disposizione a restituire un piccolo pezzo di futuro, rendendoli parte integrante di questa programmazione.

A chiudere la densa serata sotto la luna del golfo è stata la “dichiarazione d’amore alla città” di Cosimo Severo, regista e direttore artistico di Bottega degli Apocrifi, che facendo tappa a Hostelbro in Danimarca nel 1965 e a Ravenna nel 1985 ha raccontato di due esempi celebri di matrimonio tra il teatro e la città, evocando Eugenio Barba e l’Odin Teatret e il Teatro delle Albe con Ravenna Teatro.

Severo ha ricordato la nascita della compagnia vent’anni fa in una casa di studenti in affitto a Bologna intorno alla Buona Novella di De André e ai vangeli apocrifi, e ha ripercorso le principali tappe emotive degli Apocrifi fino a dichiarare: «l’anima questa Compagnia l’ha trovata qui, a Manfredonia. Questo gruppo di ragazzi l’anima l’ha trovata incontrando man mano centinaia di adolescenti, ragazzi che ci hanno meglio aiutato a riconoscere cosa era per noi il teatro». Ed è su questo che s’incardina quell’amore che oggi gli fa dire: «con la paura certa di scontentare molti io credo che ci si debba prendere cura del marginale. Ho visto centinaia di ragazzi in questi anni, ci ho sudato assieme, ho respirato con loro, abbiamo fatto il teatro, quello vero, li ho portati con me nei grandi teatri… di tutti loro vorrei innamorarvi. Li ho visti partire uno per uno da questa città, perché quello che c’è qui non basta. Immagino che vederli restare sia un obiettivo condiviso, ma mai augurerei loro di accontentarsi. Non posso che continuare a sperare che cerchino la propria strada, che seguano il desiderio che rende vivi, che tendano alla felicità; e non posso che continuare a lottare perché questo diventi un posto in cui restare, nella ferma convinzione che il teatro e la cultura abbiano un ruolo fondamentale nel rendere una città all’altezza dei cittadini che vorremmo. Probabilmente è arrivato il tempo che questa città decida se essere narrata tra le cento storie di meraviglia, insieme a Hostelbro o Ravenna, o tra le mille e mille storie di fallimenti per mancato amore. Alzi la mano qui chi non desidera più di tutto al mondo un amore corrisposto».

Sfoglia il programma completo di Mille di queste notti 2021.

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