Michele Apollonio
«È fuori discussione che la situazione va monitorata» è la conclusione cui è pervenuto il ministro per la transizione ecologica Roberto Cingolani in risposta di una specifica interrogazione dell’on. Antonio Tasso che aveva tratteggiato un excursus su quanto avviene (o non avviene) nella sempre più oscura e misteriosa area ex Enichem, enclave infetta abusiva nella ubertosa piana di Macchia ai piedi del Gargano, «La contaminazione, riscontrata nei suoli e nelle acque sotterranee – ha affermato il ministro Cingolani – si presenta molto variegata e legata alla tipologia di industrie presenti. Le principali criticità ambientali sono determinate dalle contaminazioni riscontrate sia in falda, nell’area del polo chimico ex Agricoltura SpA, che nella falda soggiacente le discariche». Ma questo lo si sapeva perché ripetuto ormai da anni. Nessun cenno agli eventi recenti. Tant’è che Tasso ha ribattuto: «Siamo di fronte a diverse problematiche e quelle di tipo ambientale sono solo la punta dell’iceberg» ha affermato facendo cenno al grave problema sanitario che viene da lontano che si ripercuote sulla salute delle popolazioni; ai “progetti” inquinanti che si tramano; alla minaccia sociale della contrapposizione di due comunità che hanno interessi comuni non corroborati da iniziative condivise.
Una situazione difficile, preoccupante dalle prospettive niente affatto rassicuranti come ha svelato il recente incendio in un capannone sito in quell’area carico di rifiuti tossici e nocivo sul quale è calato il silenzio più assordante a cominciare dall’altro deputato manfredoniano ormai assente ingiustificato, i due consiglieri regionali, il consigliere personale del presidente Emiliano all’ambiente, per arrivare a tutta la serie di autorità a vario titolo richiamate. Problematiche che pare abbiano un invisibile ma solido file rouge «connesso alla legalità – ha rilevato il parlamentare daunio – in quanto in quella zona gli interessi della eco-criminalità sono forti, in tema di abbandono di rifiuti pericolosi. Ciò che è accaduto il 22 giugno scorso non è stato il primo, e non sarà l’ultimo, episodio del genere, ma l’elemento raccapricciante è che non vi è un censimento delle strutture abbandonate in questa zona che, con i rifiuti contenuti al loro interno, costituiscono delle vere e proprie bombe ecologiche in attesa di innesco». La legalità latita vistosamente.
Il problema-Macchia non può essere ulteriormente lasciato a sé stesso: va affrontato organicamente coinvolgendo tutte le diverse e gravi questioni accumulatisi nel tempo e dare finalmente una svolta alla valorizzazione di una distesa maltrattata riportandola alla sua forte e evidente vocazione di risorsa straordinaria ambientale e paesaggistica e dunque valorizzando le sue speciali peculiarità agricole e turistiche. In tal senso si pone la proposta avanzata dall’on. Tasso di indire «un tavolo tecnico-istituzionale al quale siedano delegazioni qualificate delle città interessate oltre ai rappresentanti dei ministeri titolati e cioè transazione ecologica, salute, interno. I cittadini – ha ribadito Tasso – devono avere un ruolo decisamente attivo per il futuro del proprio territorio e delle generazioni future».