Abbiamo atteso qualche giorno prima di scrivere questa nota di protesta verso chi dovrebbe proteggere la salute dei cittadini, tutelarla e invece assistiamo ad un silenzio assordante che annichilisce il diritto alla salute e la salvaguardia dell’ambiente.
Nel tardo pomeriggio di martedì 22 giugno, è divampato un grosso incendio che ha interessato dei capannoni situati nell’area Ex Enichem della piana di Macchia. La nube di fumo e l’aria irrespirabile ha investito tutta la città di Manfredonia e tanti sono stati i cittadini ad avvertire disagi come gola secca, lacrimazione degli occhi, mal di testa, forte olezzo di bruciato nelle narici…Che non si sia trattato di odore di sterpaglie in fumo è assodato ed è sacrosanta la preoccupazione della popolazione che teme rischi per la salute e per l’ambiente.
Dunque quello che chiediamo a gran voce alle autorità è di fare luce sull’accaduto, iniziando dalla tipologia dei materiali andati in fumo in quei capannoni: plastica, immondizia, prodotti chimici…insomma in poche parole, materiali tossici? L’Arpa ha provveduto a posizionare il campionatore per valutare eventuali presenze di diossine nell’aria? Inoltre dato che al momento non è chiaro che tipo di materiale sia stato bruciato non sarebbe stato opportuno, in via precauzionale, che i commissari prefettizi predisponessero un’ ordinanza di divieto di consumo dei prodotti agricoli nelle zone più interessate dai fumi sprigionati dell’incendio?
Il fumo e il puzzo nauseabondo, fortunatamente, con lo scorrere delle ore si sono diradati ma resta alta la preoccupazione della popolazione rispetto al fenomeno e al fatto che questo possa ripetersi.
Gli abitanti di Manfredonia hanno il diritto di sapere la verità, e se l’aria che hanno respirato fosse nociva, come purtroppo si sospetta.
È giunto il momento che lo Stato, la Regione, l’ASL e tutte le varie istituzioni ci diano delle risposte concrete e che si assumano l’onere di una mappatura di tutti i capannoni siti nell’Ex Area Enichem, con la verifica del loro stato attuale e dei probabili rischi per la salute dei cittadini.
Il Comitato Progetto Popolare