Manfredonia ha bisogno di ripartire e di guardare al proprio futuro con ottimismo ed entusiasmo. Il momento che la nostra città sta attraversando è sicuramente uno dei più complicati e difficili della sua storia, ed è per questo che non intendo stare alla finestra a guardare ed ho deciso di impegnarmi in prima persona.
Non ho tessere di partito e non ho mai fatto attività politica, e potrei benissimo girare la testa dall’altra parte e continuare ad occuparmi delle mie attività e delle mie passioni. Sono però un imprenditore abituato alle sfide e mi rendo conto che la sfida più importante oggi è quella di fare il sindaco di questa città, con una scelta non di convenienza ma di coraggio.
Ho avuto modo nelle ultime settimane di confrontarmi con diversi rappresentanti della società civile: le persone sono stanche dei vecchi modi di fare politica e ritengono che sia arrivato il momento della serietà e della concretezza, con progetti virtuosi in grado di assicurare una prospettiva di riscatto e di dare un futuro alla nostra comunità. E affinché ci sia un vero rinnovamento, è necessario partire da una nuova classe dirigente.
Quello che propongo, e che ho avuto l’opportunità di condividere con il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, preoccupato come me delle sorti di Manfredonia, è un progetto inclusivo, aperto al contributo di tutti, nessun escluso.
Bisogna riprendere in mano la città, riqualificando e valorizzando il fronte-mare, portando a termine le opere incompiute ed avvicinando al centro le periferie, in particolar modo i Comparti. Occorre battersi per la tutela dell’ambiente e puntare su settori cruciali per il nostro territorio quali l’agricoltura, la pesca e il turismo. Un passo istituzionale importante, ad esempio, è a mio avviso quello di impiegare gli ingenti finanziamenti già disponibili ma inutilizzati per questi settori, creando uno sportello capace di supportare i processi, favorendo la semplificazione burocratica.
Un rinnovamento politico-amministrativo dovrà viaggiare parallelamente ad un rinnovamento culturale, privilegiando il grande patrimonio di identità che affonda le sue radici nella fiorente ed antica Siponto, valorizzando tradizioni, storia, arte e talenti della nostra terra.
E come città di mare, dobbiamo riportare al centro delle discussioni il nostro porto: per collocazione, dimensione e potenzialità, quello di Manfredonia rappresenta un’infrastruttura centrale per lo sviluppo dell’intero territorio e richiede un rilancio della propria vocazione peschereccia e commerciale.
La Manfredonia di domani non deve lasciare nessuno indietro, e occorrerà saper rispondere ai bisogni dei più giovani, dei diversamente abili, degli anziani, garantire la parità di genere e supportare le varie categorie svantaggiate con azioni concrete, come l’abbattimento delle barriere architettoniche, il sostegno al mondo del volontariato e dell’associazionismo e la realizzazione di spazi ludico-ricreativi ben attrezzati.
La nuova Amministrazione deve coltivare la cultura della trasparenza e della legalità in ogni sua forma, in particolar modo tra i giovani. Occorre creare opportunità di lavoro, affinché i nostri figli non lascino più la città, ma possano piantare qui le loro radici creando un circuito virtuoso che porti benessere al territorio e di cui tutti possano godere.
Ci sarebbe tanto da dire, ma sono convinto ora più che mai che ci sia tantissimo da fare. Per questa ragione, dopo aver già avuto il supporto di diverse civiche per realizzare una coalizione progressista e riformista, continuerò a discutere e a confrontarmi con tutti gli attori della città su temi importanti quali: lavoro e sviluppo, salute e ambiente, infrastrutture strategiche e, soprattutto, il contrasto ad ogni forma di illegalità.
E dopo aver ragionato a lungo su una città che negli anni è diventata ormai grande, è arrivato il momento di parlare di una ‘grande Manfredonia’. Io ci sono.
Manfredonia, 22 maggio 2021
Ing. Gianni Rotice