Il Governo italiano ha predisposto il Piano di ripartenza e resilienza per l’utilizzo dei fondi che arriveranno da Bruxelles. Tanti soldi, quanti non se ne sono mai visti, tanto che il debito italiano schizzerà in alto come non mai prima. Buona parte di quei quattrini dovrebbero andare (venire) al sud sempre più ritenuto (nei discorsi) il nodo cruciale per rilanciare lo Stivale nella sua interezza. Risollevare il Mezzogiorno dalla sua atavica arretratezza economica, eccetera eccetera, e colmare il divario tra nord e sud, significa dare respiro a tutta l’Italia, annullare finalmente, sotto l’egida dell’Europa, quella mortificazione di italiani diversi. Questo si dice e si scrive. Ma nella realtà cosa accadrà? Le versioni circa la destinazione di quei denari sono diverse. Al sud d’Italia, secondo le indicazioni di Bruxelles, dovrebbero essere assegnati tra il 66 e il 70 per cento dei 248 miliardi di euro messi a disposizione. Ma il Governo li ha già ridotti al 40%. L’Europa preme perché il sud sia messo in condizione di assicurare un supporto decisivo allo sviluppo italiano. Ma è indispensabile che abbia le risorse necessarie per pareggiare i conti in fatto di infrastrutture e servizi. E dunque di progetti validi e di persone che sappiano attivarli. Il Meridione è pronto a competere in questa sfida? E qui il discorso si fa più complesso. Il sud, non è una entità astratta, bensì un complesso mosaico costituito da infinite tessere. Vale a dire regioni, province, città, ognuna con una propria realtà avulsa da tutte le altre, con proprie vocazioni da valorizzare. Tante piccole Italie con pregi e difetti in miniatura. Più che tecnici, i valori e le competenze da mettere in campo sono culturali. Ci sono secoli di storia tribolata da recuperare. Prendi Manfredonia: un esempio di cittadina tipica di quel sud dalle tante potenzialità rimaste tali. Nonostante sia stata sospinta, forse suo malgrado, nei meccanismi di emancipazione economica anche dai larghi orizzonti, non è riuscita a valorizzare e capitalizzare le opportunità regalatele. Sono tutte abortite malamente. Per una serie di motivi, non ultimo quello di una impreparazione della sua classe politica-dirigente. È rimasta avvinghiata nello sterile dilemma “industria/turismo” senza riuscire a risolverlo. Ora si para quest’altra chance del Recovery: il sud e dunque Manfredonia saranno in grado di partecipare attivamente a questa battaglia di resilienza e progresso e dunque di riuscire a unificare l’Italia? Forse è l’ultimo treno con fermata sud.
Michele Apollonio
Sull’edizione cartacea del giornale abbiamo erroneamente pubblicato, a firma del nostro stimatissimo collaboratore Michele Apollonio, un articolo diverso rispetto a quello destinato a seguire il titolo: La sfida del Recovery. Di questo ci scusiamo con i nostri lettore i con Michele Apollonio, con l’impegno di prestare maggiore attenzione in futuro.