Nei pressi dell’Ufficio Postale di via Torre Santa Maria, nel varco creato nelle antiche mura, un parrucchiere ha aperto la sua attività. Unitamente all’apertura del suo salone, il suddetto parrucchiere, di nome Pietro, decide da subito di prendersi cura della piccola villetta di fronte tagliando l’erba, piantando nuove piante e, addirittura installando un impianto di irrigazione per annaffiare. Ogni mattina alla riapertura del salone trova nuove sorprese: bottiglie di birra abbandonate sulle panchine della villetta, buste di immondizia, escrementi di cani, nonostante i cartelli di divieto, cartelli divelti, per non parlare di chi ha scambiato quell’angolo per un orinatoio pubblico. Pietro è una persona tenace, i vandali abbattono e sporcano di notte, lui pulisce e ripara i danni di giorno. Nei giorni scorsi qualcuno, forse stanco dei bivacchi notturni, o forse per fare un dispetto a chissà chi, ha versato sulle panchine una sostanza oleosa nera, sporcandole tutte. Pietro non si è fermato nemmeno davanti a questo ennesimo scempio, si è armato di guanti e tanta pazienza, e ha pulito. Chi passa ogni giorno da quel varco, come chi scrive, da quando è arrivato Pietro, ha potuto notare il cambiamento dell’aspetto della piccola villetta, prima abbandonata a se stessa, e ha notato anche la lotta che questo ragazzo fa ogni giorno contro l’inciviltà. Di sera, infatti, questa villetta si anima di ragazzi che arrivano con scatoloni di birre e altro da bere in questo posto nascosto, dove nessuno può vederli, ma tutto il vicinato li sente. E non si limitano a bere. Ci chiediamo quale divertimento si possa provare nel distruggere qualcosa che ha a che fare con il decoro, con la pulizia e con il rispetto per l’altro. Ma non sono solo loro a sporcare. I negazionisti della raccolta differenziata hanno eletto questo luogo a discarica, infatti spesso si trovano buste di immondizia abbandonate, vedi l’altra discesa vicino al torrione dove periodicamente l’Ase passa a recuperare i rifiuti di questi reazionari incivili. Insomma, le antiche mura sono arrivate fino a noi per diventare un luogo degradato a causa dell’inciviltà dei nostri cittadini. Non vogliamo dare soluzioni, polizia, telecamere; la civiltà parte da noi, dal nostro rispetto per gli altri e dalla consapevolezza che quello che c’è fuori dalla soglia di casa nostra è di tutti, ma è soprattutto nostro, e come abbiamo rispetto per l’interno della nostra casa, così dobbiamo averne per l’esterno. Un bambino di tre anni sarebbe in grado di capire un discorso del genere, noi ne siamo capaci?
Mariantonietta Di Sabato