La Sicilia entra in fascia gialla. Nel pomeriggio il Consiglio dei ministri sugli spostamenti tra Regioni. Pescara e Chieti in zona rossa. Gli esperti mettono in guardia sul rischio di una ripresa dell’epidemia. Sardegna e Val d’Aosta hanno dati da zona “bianca”
L’Rt medio nazionale sale ma resta ancora sotto 1, cioè la soglia considerata critica. Questa settimana il dato arriva a 0,95 (la media tra 0,86 e 1,06) contro lo 0,84 della scorsa settimana e pure di quella precedente. Gli esperti temono si tratti del preludio a una ripresa dell’epidemia, trainata anche dalle varianti.
Toscana, Provincia di Trento, Abruzzo e Liguria passano in arancione. E si aggiungono a Umbria e provincia di Bolzano che poi sono state messe in rosso in tutto e in parte. La Sicilia diventa gialla. Sono questi i cambiamenti di colore nella cartina delle Regioni italiane attesi a partire da domenica 14 febbraio dopo l’analisi dei dati epidemiologici del monitoraggio settimanale. E intanto l’ultimo Consiglio dei ministri del governo uscente, il Conte bis, ha prorogato fino al 25 febbraio lo stop a tutti gli spostamenti tra Regioni.
Al momento si contano 15 Regioni gialle. Dall’11 febbraio, infatti, è passata nella fascia con minori restrizioni anche la Puglia, dopo una rettifica degli ultimi dati forniti dalla Regione. La Toscana dopo cinque settimane in fascia gialla, passa in arancione con delle piccole aree di lockdown: Chiusi è già zona rossa da sabato scorso e Sansepolcro sembra destinata a stessa sorte. E così anche l’Abruzzo, dove Pescara e Chieti sono state messe in zona rossa. E la Liguria che ha un Rt tra 1,01 e 1,02. Già in arancione sono Bolzano (dove però la Provincia autonoma ha deciso di entrare in lockdown per tre settimane a partire dall’8 febbraio) e l’Umbria.
Qui la provincia di Perugia e sei comuni del ternano sono in fascia rossa in base a un’ordinanza regionale della governatrice Donatella Tesei, ma l’intero territorio, con un Rt abbondantemente sopra 1 e un rischio complessivo alto, è vicino a scivolare tutto in zona rossa per tentare di arginare i focolai delle nuove varianti. Anche l’Ecdc (l’European Centre for Disease Prevention and Control) dell’Unione europea, ha inserito dall’11 febbraio l’Umbria nelle aree in “rosso scuro”. Ci sono poi due Regioni, Val d’Aosta e Sardegna che hanno dati da zona bianca, cioè un Rt sotto 1 e un’incidenza inferiore a 50 casi per 100mila la settimana. Per il passaggio però devono avere questi parametri per due settimane.
Gli Rt nelle varie Regioni
Di seguito il valore dell’Rt nelle varie Regioni. Da sottolineare che il valore preso in considerazione per verificare il superamento della soglie di sicurezza dell’1, oltre la quale si va in arancione, e dell’1,25, non si osserva il dato medio ma quello dell’intervallo più basso utilizzato per calcolarlo.
Abruzzo 1,22 (1,16-1,28)
Basilicata 1,2 (0,98-1,44)
Calabria 0,81 (0,73-0,93)
Campania 0,8 (0,73-0,91)
Emilia-Romagna 0,94 (0,91-0,96)
Friuli 0,98 (0,94-1.03)
Lazio 0,96 (0,93-0,99)
Liguria 1,08 (1,02-1.13)
Lombardia 0,97 (0,94-1.01)
Marche 0,94 (0,86-1,04)
Molise 1,09 (0,79-1,41)
Piemonte 0,93 (0,9-0,97)
Provincia Bolzano 1,25 (1,2-1,3)
Provincia Trento 1,2 (1,12-1,28)
Puglia 1,05 (1,01-1,09)
Sardegna 0,87 (0,82-0,93)
Sicilia 0,66 (0,63-0,69)
Toscana 1,1 (1,06-1,16)
Umbria 1,2 (1,13-1,26)
Val d’Aosta 0,77 (0,58-0,97)
Veneto 0,71 (0,68-0,74)