L’Rt nazionale è ancora in calo rispetto a una settimana fa ed è sceso da 0,97 a 0,84. In forte discesa anche l’incidenza dei casi: ora sono 289,35 ogni 100.000 abitanti anziché 339,34 del periodo 4-17 gennaio. Lo fa sapere l’Iss.
Tutte le regioni entrate in fascia arancione il 17 gennaio 2021 rischiano comunque di rimanere nella stessa zona un’altra settimana. Se l’andamento dei dati sarà confermato torneranno in giallo il 7 febbraio.
È l’orientamento della cabina di regia che invierà il nuovo monitoraggio al Comitato tecnico scientifico nel pomeriggio di oggi. L’incontro era previsto per le 15, ma a causa delle tensioni con le Regioni è stato rinviato alle 16.
Dal 17 gennaio sono in fascia arancione: Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Puglia, Umbria e Valle d’Aosta. Per tutte saranno dunque rinnovate le restrizioni.
La settimana precedente erano diventate arancioni Calabria, Emilia Romagna, Sicilia e Veneto. Il Veneto ha la quasi certezza di tornare gialla, le altre sperano ma non hanno avuto la conferma ufficiale. Caso a parte rimane la Lombardia che dopo la zona rossa scattata per i dati errati e il ritorno in arancione dal 24 gennaio, rimarrà in arancione fino al 7 febbraio.
L’indice di trasmissione, che calcola la velocità di replicazione del virus, scende pressoché in tutte le Regioni, al centro delle valutazioni dei tecnici di Istituto di Sanità, Ministero della Salute e Regioni che dopo saranno trasmesse al Comitato tecnico scientifico e faranno da base alle ordinanze con le quali il Ministro della Salute, Roberto Speranza, assegnerà le fasce di rischio.
Responso particolarmente atteso questa settimana perché delle 9 Regioni – Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Valle d’Aosta e Umbria – che sono rimaste in zona arancione per due settimane (il ministro Speranza ha firmato le ordinanze il 16 gennaio) diverse hanno dati da zona gialla, ma non per questo vi entreranno da domenica 31 gennaio.