Sarà ubicato nella Zona ASI di Macchia di Monte Sant’Angelo ed esattamente nella restante parte dell’Isola 12 dell’ex Enichem, zona non del tutto bonificata e a pochi passi da Manfredonia, il nuovo impianto per la produzione di materia prima-seconda derivante dal recupero e/o riciclaggio della plastica dal ciclo della differenziata effettuata dai Comuni. La previsione di spesa è di 24.158.372,54 euro per l’adeguamento e l’ampliamento dei centri di raccolta comunale di rifiuti, provenienti dalla differenziata. Il progetto si avvarrà delle risorse del POR Puglia 2014/2020, pari a 2.504.729,55 euro, del POC Puglia 2014-2020 di euro 11.179.806,80, oltre alle risorse FSC di 17.138.515 euro del Patto per la Puglia 2014-2020. Il processo di lavorazione consiste in una serie di operazioni: selezione delle varie parti delle plastiche, macinazione, lavaggio con l’asportazione di quelle indesiderate per giungere alla granulazione, prodotto finito che viene successivamente riciclato. Il paradosso è che un impianto di prima selezione di carta, plastica, metalli e vetro già esiste nella zona industriale di Manfredonia, all’interno del capannone ASE, nuovo di zecca, fermo da anni, senza che sia entrato mai in funzione. Costo un milione di euro. Soldi pubblici spesi inutilmente, perdita di oltre dieci posti di lavoro, riduzione degli introiti per l’ASE, costretta a svendere i rifiuti, per non parlare della TARI che poteva essere meno pesante per le tasche dei cittadini. Quali i motivi? La Regione Puglia, la stessa che ha autorizzato l’impianto di 24 milioni nell’area ex Enichem, non ha dato l’autorizzazione al suo funzionamento. Pare per mancanza di dialogo tra due uffici regionali. Il primo ha autorizzato e finanziato la realizzazione, lo ha collaudato e l’altro ha negato l’autorizzazione a svolgere l’attività di prima selezione della frazione secca riciclabile. Nell’ultima conferenza di servizi tenutasi a settembre del 2018, si sollecitava la Regione ad esprimere il parere, anche contrario, consentendo di impugnarlo davanti al TAR. Silenzio assoluto. E’ incomprensibile tale sperpero di risorse pubbliche che ci porta a pensare ad una scelta politica volta allo sviluppo di iniziative industriali in certe aree, Monte Sant’Angelo, piuttosto che in altre, Manfredonia per esempio, baciata da un contratto d’area abortito e che dopo 20 anni attende ancora i servizi di prima necessità. I due consiglieri regionali di Manfredonia provino a dare una concreta risposta su queste storture, che unitamente a tante altre, mortificato un popolo la cui dignità è stata negata.
Matteo di Sabato
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