Le variazioni climatiche, influenzate dal surriscaldamento globale, determinano copiose piogge registrate in quest’ultimo periodo. Ciò influisce sul sistema idrogeologico, causando danni al territorio per lo straripamento dei fiumi. Il territorio di Capitanata, a forte vocazione agricola e zootecnica, riversa nel torrente Candelaro detriti e acque di ruscellamento cariche di composti organici e azotati derivati dalle lavorazioni agricole. Il Candelaro, con un bacino idrografico di 2.560 Kmq, costituisce il recapito finale di acque reflue domestiche, urbane ed industriali/produttive di 16 agglomerati. Gli impianti di depurazione delle acque reflue urbane, gestiti da Acquedotto Pugliese servono un’utenza di 568.669 Abitanti Equivalenti Totali Urbani. Mentre le acque reflue industriali o comunque non asservite agli impianti di depurazione civili esulano dalle competenze di AQP. Abbiamo interpellato la Società Acquedotto Pugliese per comprendere lo stato attuale del depuratore di Manfredonia. “Il depuratore funziona regolarmente e rilascia acque chiare e inodore, conformi ai parametri di legge. Acquedotto Pugliese svolge sull’impianto interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, di potenziamento della stazione di disidratazione fanghi, appena ultimati, e di realizzazione di silos per l’accumulo dei suddetti fanghi. E’ in corso la progettazione per la costruzione di serre per l’essiccamento solare dei fanghi e per i lavori di adeguamento delle acque meteoriche ed emissioni in atmosfera“. Continua AQP “ha di recente redatto il progetto definitivo per potenziare la capacità di trattamento dell’impianto, passando dagli attuali 89.724 Abitanti Equivalenti a 107.760, e adeguarlo al riuso delle acque depurate per usi agricoli. L’investimento previsto è di 1,9 milioni di euro”. Nonostante la Società Acquedotto abbia effettuato i lavori di potenziamento sul depuratore di Manfredonia e investito importanti risorse economiche, il Candelaro continua ad inquinare il Golfo di Manfredonia a causa della negligenza di quei territori/Comuni i cui impianti di depurazione riversano nel torrente i loro reflui domestici e industriali non controllati in modo incisivo dalle Istituzioni preposte. Quindi l’annoso problema dell’inquinamento determinato dai reflui del Candelaro non cesserà fin tanto che le “istituzioni preposte” non intervengano con efficaci controlli capillari sul vasto territorio di Capitanata, sanzionando gli “sporcaccioni” che non rispettano l’ambiente. Un anno fa il Presidente della Provincia di Foggia sostenne l’implementazione del progetto pilota del “Contratto di fiume Ofanto”e la necessità di avviarne altri in Capitanata (Fortore-Carapelle-Candelaro-Cervaro). Un’opportunità sia per la tutela che per la salvaguardia ambientale, nonchè, per lo sviluppo agricolo e turistico del territorio, anche attraverso le risorse della nuova programmazione europea 2021/2027. Anche i fiumi possono essere un volano di sviluppo per i nostri territori”.
Grazia Amoruso