La stagione estiva post-lockdown è stata caratterizzata da un florido periodo in termini di presenza turistica, registrando un sold out in tutti gli stabilimenti balneari e nelle strutture ricettive. Una vera boccata d’ossigeno per l’economia cittadina. Ciò faceva ben sperare in una discreta ripresa economica – confermata anche dai dati statistici nazionali – e nel contenimento dell’emergenza sanitaria. Lo stato in cui versano le casse comunali sono ormai note a tutti, e gli effetti li vediamo sulle aree verdi curate con grandissima difficoltà. La manutenzione di luoghi pubblici come parchi e ville, inutile parlarne, se poi ci soffermiamo sullo stato in cui versano le strade cittadine possiamo solo dire che qualche buca è stata rattoppata grazie al giro d’Italia che ci ha onorato di percorrere le nostre dissestate strade. Per una città che si fregia o vorrebbe fregiarsi dell’appellativo di città turistica, questi dovrebbero essere i primi presupposti assieme alla sicurezza stradale. Da prima dell’estate, inoltre, tutti i semafori della città sono spenti e la cosa che rende più pericoloso il disservizio è la mancanza anche di strisce pedonali che con le intemperie tendono a scomparire. Pericolo per i pedoni nell’attraversare soprattutto gli incroci più grandi, ma anche per le autovetture che necessiterebbero di semafori per meglio regolarsi su come procedere sulle strade a più svincoli. E se nei giorni scorsi abbiamo parlato della Polizia Municipale che non ha ricevuto in dotazione le divise per via di disagi burocratici-amministrativi-finanziari, oggi dobbiamo annotare la mancata manutenzione degli impianti semaforici per le stesse ragioni. La mancata manutenzione e le lampadine che si usurano necessiterebbero di capitoli di spesa pubblica non contemplati negli ultimi mesi. Nei giorni scorsi, per fortuna, alcuni semafori sono stati ripristinati, come quelli all’incrocio tra Via Scaloria, via Santa Restituta, all’incrocio di Siponto verso la Basilica, gli altri attendono di seguire lo stesso destino o almeno si spera. Per noi ottimisti è già qualcosa, un punto d’inizio, una luce e una speranza in più in questo momento buio.
di Flavio Ognissanti
È risaputo che la “Pubblica Amministrazione” e’ presente in quando deve sovrintendere ai pubblici servizi e loro utilizzo da parte dei cittadini. Se ciò non avviene è inutile la sua presenza e tutto il proprio organigramma che alla fine produce solo carte e non anche i servizii che necessitano alla società in modo concreto. Chi, a capo di una P.A., non riesce a fare ciò ed a predisporlo in continuità non è degno di essere chiamato “Pubblico Ammimistratore” o ex in quanto la propria presenza ha generato un disvalore del proprio ruolo, magari svolto “egregiamente” per altre cose o appalti/gare molto più appetitosi sotto diversi profili…., non solo di consenso elettorale. Si spera che chi ha svolto quel ruolo ed ha generato la sospensione di servizi di utilità pubblicistica faccia un passo indietro cadendo da quel piedistallo di cera che col tempo sicuramente gli si scioglierà, non solo, sotto i piedi. Sperando che non si affacci più dai manifesti…