Un’altra preziosa figura che ha fatto grande la cantieristica navale di Manfredonia ci ha lasciati. Questi è il mastro d’ascia Nicola Guerra, scomparso il 6 ottobre scorso all’età di 83 anni. Una grave perdita per la nostra marineria. La carpenteria navale, una delle più grandi ed antiche arti nella costruzione delle barche da pesca che, ancora oggi, nonostante la grave crisi che in questi ultimi anni ha colpito la pesca ancora resiste, innanzitutto per la qualità delle imbarcazioni e per l’alta professionalità dei nostri maestri d’ascia. Nicola Guerra, terzo di sette figli, il papà navigante, per far fronte alle esigenze della famiglia ha sentito la necessità e la responsabilità di aiutare la famiglia. Ad appena dieci anni, infatti, dopo la scuola è andato a lavorare quale apprendista presso il cantiere navale del noto maestro d’ascia Antonio Prencipe. Diciassettenne ha continuato a coltivare la sua grande passione nella lavorazione del legno, amorevolmente guidato da un altro grande Maestro d’ascia,Teodoro Fortunato. Due grandi maestri e la passione per la lavorazione del legno hanno fatto di Nicola un raffinato carpentiere, progettista navale, un artista nella creazione di imbarcazioni. Al punto che decide, insieme a Michele Castigliego di costituire una Snc, attività che, ancora oggi continua a resistere, grazie all’impegno del figlio Michele al quale ha trasmesso la nobile arte del maestro d’ascia e a Ernesto Castigliego, figlio del socio. Il maestro d’ascia è colui che riesce con molta abilità ad usare un particolare attrezzo per la lavorazione del legno, l’ascia ed è proprio con questo utensile che il maestro d’ascia riesce a modellare il legno partendo dal tronco, solitamente di albero di quercia per poi sezionarlo in fettoni. Successivamente lo stesso legno veniva sagomato e adattato a quella che doveva essere la sua definitiva collocazione. Nicola raccontava sempre al figlio Michele, ancora bambino, che tanti anni fa si andava personalmente nei boschi per scegliere i tronchi migliori che venivano tagliati con una particolare sega, oggi, invece, vengono utilizzate attrezzature moderne. Ciò nonostante l’ascia rimane sempre l’attrezzo indispensabile per modellare la barca. Un’arte caratteristica della nostra città che ci auguriamo possa continuare il suo prestigioso cammino inducendo le nuove generazioni ad avvicinarsi alla nobile arte del maestro d’ascia. E sarebbe giusto che questi artisti del legno e del mare venissero ricordati, come tanti a Manfredonia si augurano, intitolandogli quella piazza che viene chiamata la “terrazza sul mare” ma che in effetti è ancora “da denominarsi”.
di Matteo di Sabato