Paolo Campo ex Sindaco di Manfredonia, è stato confermato alla carica di consigliere regionale del Governo pugliese, nell’ ultima tornata elettorale del 20-21 settembre 2020. Ci siamo confrontati con lui per fare una veloce analisi riguardo alla difficile campagna elettorale passata, densa di franchi tiratori e complicata per la sua improbabile rielezione. Ricordiamo che Paolo Campo, dirigente del PD, ha svolto negli ultimi 10 anni il ruolo di consigliere regionale ma ha partecipato molto fattivamente al governo della città di Manfredonia, essendo i direttivi del PD il luogo delle decisioni e delle scelte strategiche cittadine degli ultimi 10 anni di Governo Riccardi, oltre, ovviamente ai suoi precedenti 10 anni, che in tutto fanno 20 anni. I temi da affrontare oggi sono essenzialmente gli scarsi servizi pubblici garantiti alla città dalla politica, cittadina e regionale, nonostante i fiumi di soldi piovuti in città. I tre comparti strategici sui quali sarà necessario che politica locale si concentri nei prossimi anni, in modo particolare, sono: l’area industriale di Manfredonia (dopo oltre 20 anni ancora senza i servizi essenziali), di quella dell’area ex Eniche se ne sta già occupando Piemontese, l’Ospedale di Manfredonia (che dovrà, nel rispetto delle nuove norme nazionali acquisire un’identità chiara), i porti di Manfredonia (industriale e commerciale) che, nonostante i milioni di euro spesi anche loro sono ancora privi dei servizi basilari e necessari per permettere agli operatori di svolgere al meglio il proprio lavoro, fare nuovi investimenti, sviluppare l’occupazione e soprattutto tutelare il mare. Anche il Turismo, che è un settore trainante dovrebbe essere riorganizzato. La politica avrebbe dovuto fare questo negli ultimi 20 anni e non lo ha fatto, parlano i disagi che la città vive. I cittadini dovranno iniziare a tirare fuori la voce e non temere più il “cattivo padrone”, che a volte s’identifica nel politico di turno e a volte nelle istituzioni ed autorità competenti. A Manfredonia ci sono tanti validi imprenditori che vorrebbero fare, nel rispetto delle regole, ma che subiscono un pesante ostruzionismo soprattutto burocratico-istituzionale. Vero è che questa città non sa dialogare nelle categorie, e meno la città è unità e più il “cattivo padrone” rimane indifferente alle vere, reali e necessarie esigenze della nostra gente.
Riusciremo a cambiare per prima noi? Perché “loro” sono sempre lì e sempre li stessi.
Raffaele di Sabato