Giovedì 21 Novembre 2024

Come scegliere il seme di cannabis adatto per voi

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I tempi in cui nella coltivazione si attende che fiori e frutti sorgano spontaneamente a seconda delle stagioni, si sa, sono finiti da tempo. Attraverso le moderne tecniche agricole è stato permesso di crescere praticamente qualunque tipo di pianta, adattando l’ambiente in cui sono coltivate a quello ideale per la loro maturazione, in modo tale da avere dei raccolti in tutti i mesi dell’anno e di qualunque specie di organismo vegetale.

La coltivazione della cannabis non fa eccezione. Non solo, infatti, sono state predisposte degli speciali tipi di serre, come le glasshouse, che permettono il passaggio della luce naturale durante l’estate e ricorrono a quella artificiale nei mesi più bui, assicurando un raccolto tutto l’anno, ma a completare il quadro occorre sottolineare che sono stati creati anche dei semi che rispondano a queste esigenze, che si possono anche trovare online su Sensoryseeds, che è uno dei migliori siti per acquistare semi di marijuana.

Come si può capire da questa introduzioni uno degli elementi cruciali per la germinazione e per la fioritura della pianta di marijuana è il sole o, comunque, un certo tipo di luce che lo possa sostituire. I semi di cannabis regolari, che si trovavano in natura davano vita a degli organismi vegetali di marijuana che necessitano di 12 ore di luce giornaliera, seguiti da altrettante ore di buio totale. Nei mesi in cui l’irraggiamento giornaliero nelle coltivazioni outdoor era minore, si aveva dunque un periodo di interruzione del ciclo di fioritura della pianta, in cui il raccolto non era possibile. Lo stesso nelle colture in greenhouse, in cui le serre sono in grado solo di recepire la luce solare, mentre per gli altri tipi di coltivazioni si utilizza la luce artificiale, con grande dispendio di energie e di risorse.

Per ovviare a questo problema la scienza agraria è intervenuta sfruttando le caratteristiche adattative della pianta di marijuana Ruderalis, che cresce in condizioni avversa rispetto alle specie di canapa Indica e Sativa, in quanto è pianta di cannabis che sorge spontaneamente nei territori della Siberia, luogo che sicuramente non assicura le ore di luce solitamente necessarie per la fioritura. I semi di canapa nati da questo incrocio sono detti autofiorenti e si distinguono dalle sementi di marijuana regolari in quanto non sono fotosensibili, né risentono dei cambiamenti delle stagioni, tanto che il raccolto è possibile in tutte le stagioni. Si dice infatti che questi semi siano solo influenzati dal passare del tempo, quel poco che serve per la fioritura, date la rapidità della crescita della pianta di cannabis a cui danno vita.

La velocità è ciò che maggiormente contraddistingue i semi cosiddetti a crescita rapida (Fast Flowering), nati dalla sottoposizione di quelli autofiorenti a particolari stress. Ciò ha permesso alle piante di marijuana di saltare o rendere estremamente ridotta la fase vegetativa per arrivare alla di fioritura in tempi molto più rapidi, solo in poche settimane. Inoltre, ciò ha significato che con i semi autofiorenti condividessero la provenienza da un’altra particolare tipologia di semi, quelli femminizzati. Vi chiederete, quale è, invece, la particolarità di questi semi di cannabis e a quale necessità dei coltivatori hanno risposto?

È presto detto. Questo tipo di sementi è stato creato in laboratorio, applicando una speciale patina sugli esemplari regolari, che permettesse di alterare la genetica della pianta di canapa, affinché contenesse solo il cromosoma x. In questo modo dal 50% si è alzata la probabilità che dal seme nascano piante di cannabis femmina fino a oltre il 90%. Ciò ha rivoluzionato la coltivazione della cannabis, poiché le piante femmine sono quelle che producono le infiorescenze che interessano ai breeder, al contrario di quelle che producono semi e il polline per la riproduzione della specie vegetale, proprie delle piante di genere maschile. Ciò ha permesso una coltivazione meno dispendiosa, in quanto tradizionalmente al momento della fioritura il breeder doveva procedere alla rimozione di piante di marijuana maschio prima che queste impollinassero quelle femmina perdendo quindi buona parte del raccordo. Per non parlare del fatto che era sicuramente necessario uno spazio molto più esteso, per aumentare le probabilità di ottenere una maggiore quantità di prodotto, con ovviamente un dispendio enorme di risorse che potevano essere meglio sfruttate.

Questa modalità di risolvere problemi pratici legati alla coltura della pianta di cannabis sembra alquanto peculiare, in quanto si basa sulla modificazione dei semi, più che sulla predisposizione di nuovi spazi più idonei alla crescita della pianta di marijuana, ma non lo è più così tanto se si pensa che la pianta di cannabis presenta così tante varietà per cui un mix delle loro caratteristiche può davvero mutare le condizioni di fioritura della stessa. Come abbiamo visto la Ruderalis può dare la resistenza e eliminare la fotosensibilità, la Indica una forma più cespugliosa e quindi idonea per la coltivazione indoor, mentre un seme a crescita rapida del tipo di cannabis Sativa potrebbe assicurare più cicli nel periodo estivo se si preferisce una varietà che si sviluppi in altezza per la coltivazione outdoor. La natura mutevole e diversificata della pianta di canapa e la scienza agraria hanno aumentato notevolmente le possibilità di coltivazione e di adattamento delle piante, contribuendo alla creazione di una grande varietà di semi, come quelli che si possono trovare su Sensoryseeds.it, piattaforma e-commerce che offre una vasta scelta per rispondere alle esigenze alla disponibilità di spazi di ognuno.

Articolo presente in:
Dall'Italia

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