Giovedì 21 Novembre 2024

L’ospedale di Manfredonia tra propaganda ed emergenza

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E’ fuori di dubbio che lo staff del Presidente Emiliano stia facendo un grandissimo lavoro per tener testa e contenere la diffusione del virus, e allo stesso tempo dotare i sanitari degli introvabili dispositivi di protezione per poter assistere al meglio i tanti contagiati. Oltre 2700 le persone risultate positive al virus in Puglia, di cui 700 circa nella Provincia di Foggia. Manfredonia da qualche settimana si attesa nel range tra i 21 e 50 casi. La sanità pugliese messa a dura prova, tanto quanto quelle di qualsiasi altro paese del Mondo, acquisendo la consapevolezza che da Nord a Sud, da Ovest ad Est del globo, per la ricerca si è fatto troppo poco e che l’uomo è più fragile di quello che la nostra presunzione o superficialità potesse immaginare. Lo hanno dimostrato i leaders delle grandi potenze: il cinese Xi Jinping, l’americano Donald Trump, l’inglese Boris Johnson, per non parlare dei cugini francesi e degli spagnoli. Cambierà il modo di affrontare le questioni della vita quotidiana rispetto all’Ambiente che a differenza di Dio, non perdona e non ha pietà per nessuno. Quanto business legato alla nostra salute. Sperperi che si contrappongono all’eccessiva parsimonia dei mercenari della sanità. Oggi paghiamo il prezzo della nostra distrazione, “nostra” intesa come collettività. Ormai da troppo tempo è vivo il dibattito sull’identità e la funzionalità dell’Ospedale di Manfredonia. Tanto sentito, quanto improduttivo, poiché non sappiamo ancora chiaramente cosa vorremmo. Quando parlano gli operatori sanitari vanno, spesso in contraddizione tra di loro, non c’è mai una coerente ed unica idea di ottimizzazione dei reparti e dei servizi. Quando parlano i politici hanno sempre una strategia ben chiara: tutelare e difendere prioritariamente le decisioni prese dal governo regionale e poi del proprio popoletto degli addetti ai lavori (portatori di consensi = voti), questo per i politici di maggioranza. Per i politici di opposizione dire l’esatto opposto di ciò che dice la parte che governa. Un batti e ribatti che ha portato l’ospedale di Manfredonia, oggi più che mai, a sopravvivere “boccheggiando”. In questo periodo di grande sensibilità ed altruismo il popolo solidale si sbraccia per donare e dotare il nostro ospedale di attrezzature. Ma per chi saranno utilizzate se non ci sono utenti? Siamo in emergenza sanitaria e in questo momento di frastuono e di allerta, una vera chiara idea di cosa sarà del nostro ospedale, dopo questo caos, non la conosciamo noi “popolo” e tanto meno loro, chi ci governa. E mentre l’ospedale di Manfredonia subisce il rimbombo del vuoto per l’assenza di ricoveri ordinari e la quasi assoluta inattività degli operatori sanitari, la Regione Puglia stringe accordi con il sistema ospedaliero privato lasciando aperta a tutti i privati la possibilità di entrare nella rete Covid: “Anche al fine di sostenere le strutture private schierate in prima linea con il Servizio Sanitario Regionale, che qualora non sostenuti efficacemente avrebbero determinato pesanti ripercussioni sul mantenimento dei livelli occupazionali”. Così ha dichiarato Emiliano. Si giustifica lo sperpero di risorse umane ed economiche di una struttura pubblica inutilizzata e allo stesso tempo si sostengono i livelli occupazionali sanitari privati. Nei giorni scorsi, la direzione generale ASL Foggia ha parlato di accorpamenti funzionali tra i presidi ospedalieri di Manfredonia, Cerignola e San Severo. Già pronto un protocollo operativo per disciplinare nel dettaglio quest’organizzazione funzionale, condivisa con i responsabili delle Strutture operative. Piano che gli stessi addetti sanitari non hanno compreso nella sua operatività. Gli ospedali dovrebbero mantenere la loro posizione di supporto logistico e di cura verso i pazienti rispetto alle loro aree geografiche. La rete ospedaliera della provincia di Foggia, forse, andava organizzata diversamente. Uno dei due maggiori ospedali doveva rimanere no covid e continuare le attività di assistenza non differibili, gli altri presidi ospedalieri potevano essere convertiti in covid-19 compreso il San Camillo dove le professionalità non mancano, ma forse si ha paura di farle emergere.

di Raffaele di Sabato

 

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