Una delle sfide più complesse della società di oggi è rappresentata dal problema dei rifiuti in mare. Esiste il problema e non è solo ambientale, con i danni che si arreca all’ecosistema, ma anche economico che fa sentire il suo peso sul turismo e la pesca. La plastica in mare, in particolare, si conferma un nemico da fronteggiare. Nasce così il progetto europeo COMMON (COastal Management and MOnitoring Network for tackling marine litter in Mediterranean sea), per la gestione integrata dei rifiuti marini in cinque zone pilota della fascia costiera tra Italia, Tunisia e Libano, vinto dal gruppo di ricerca Plastic Busters dell’Università di Siena, coordinato dalla professoressa Maria Cristina Fossi.
Legambiente, che coordina questo progetto, e gli altri partner (Università di Siena, Istituto Nazionale di Scienze e Tecnologie del Mare di Tunisi, Istituto agronomico mediterraneo di Bari, ONG libanese Amwaj of the Environment, Università di Sousse e la riserva naturale di Tyre, in Libano), si pongono l’obiettivo di studiare modelli di governance efficaci in cinque aree pilota costiere, due in Italia (Maremma e Puglia): il primo passo per affrontare il problema nel Mediterraneo, con l’ambizione di trasferire un modello che possa implementarsi in tutto il bacino mediterraneo.
Altra ambizione del progetto COMMON è la gestione di una rete permanente che miri al coordinamento dei Centri di recupero di tartarughe marine per approfondire il problema dei rifiuti in mare. Inoltre, sulla scorta della direttiva europea per ridurre l’impiego della plastica monouso, e con la precedente norma sull’utilizzo delle buste di plastica, il progetto vuole promuovere il bando definitivo dei sacchetti in plastica in tutto il Mediterraneo. “Ogni anno in Italia 10.000 tartarughe Caretta caretta – riferisce Legambiente col Programma di adozione Tartalove di Legambiente – muoiono a causa di catture accidentali, ingestione di plastica e traffico nautico”.
Il Centro di recupero di tartarughe marine presso l’Oasi Lago Salso è stato tra i primissimi ad attivarsi in Italia sin dal 2007-2008, grazie a Legambiente con la collaborazione dell’associazione Centro Cultura del Mare di Manfredonia, alla categoria dei pescatori con in primis i fratelli Michele e Ciro Conoscitore, risultante tra i più attivi in Italia: negli ultimi 12 anni il Centro sipontino ha recuperato circa 1600 tartarughe marine. Mercoledì 29 gennaio, dopo diverse settimane di cure e riabilitazione, prima del rilascio due tartarughe sono state sottoposte, presso il Centro Velico Gargano al molo di Ponente, agli ultimi rilievi e analisi. Il gruppo di lavoro, in continuo contatto via Skype con i partner libanesi e tunisini, coordinato dalla prof.ssa Maria Cristina Fossi ecotossicologa e dalla dott.ssa Silvia Casini ricercatrice dell’ Università di Siena, di Giovanni Totaro veterinario e dal dott. Giovanni Furii di Legambiente Puglia e responsabile del Centro di recupero sipontino a bordo di due natanti messi a disposizione dal Centro Velico hanno liberato in mare, al largo del Golfo di Manfredonia, i due esemplari di tartaruga Caretta Caretta denominate Uragano e Tempesta, ognuna con il proprio codice di riconoscimento internazionale.
Il nostro territorio deve necessariamente promuovere e incoraggiare l’adozione simbolica Tartalove di Legambiente,i cui contributi aiutano a proteggere le tartarughe marine con le medicine necessarie, gli interventi veterinari e le attività di monitoraggio dei nidi: https://www.legambiente.it/tartalove/ .
Franco Sammarco
UniSiena
https://www.unisi.it/unisilife/notizie/presentato-roma-il-progetto-europeo-common
DATI GOLETTA VERDE
Da luglio ad agosto, per oltre 296 km di navigazione, l’equipaggio tecnico di Goletta Verde ha registrato una media di 230 rifiuti per km2. La percentuale più alta di rifiuti marini si registra nel Tirreno (51,5%) a cui segue l’Adriatico (40,9%) e lo Ionio (7,6%). Oltre il 99% dei rifiuti analizzati è costituito da materiali plastici. I rifiuti più comuni sono pezzi di plastica non identificabili (72%), seguiti da teli e fogli in plastica (7,4%), buste di plastica (6,5%), cassette in polistirolo (5,9%), bottiglie di plastica (2,1%), reti e fili (2,1%), agglomerati di materiale plastico ed organico (1,5%) ed infine tappi e coperchi di plastica (0,9%). Dati preoccupanti, che confermano i risultati dei monitoraggi sui rifiuti galleggianti effettuati dall’Università di Siena nel Santuario Pelagos, area marina protetta fra le coste francesi e italiane fra, in cui la media di rifiuti galleggianti è di 194 per km2.
Grazie di questa iniziativa che colloca la Città di Manfredonia in una posizione molto avanzata e dimostra la capacità di impegnarsi, di guardare al futuro, di cercare collaborazione: il Mediterraneo, mare delle grandi Civiltà, merita questa riscoperta e questa Protezione.
Buona fortuna al Progetto COMMON.