Giovedì 21 Novembre 2024

Una storia d’amore senza tempo nella Siponto antica

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di  Aldo Caroleo , Archeoclub Siponto

Ci sono, all’interno della Basilica di Santa Maria Maggiore di Siponto  delle epigrafi, scritte in   latino e tradotte da un Sacerdote Scalabriniano  : Padre Lorenzo Astegno,  letterato ma anche archeologo cristiano,che per alcuni anni ha insegnato nel Seminario Scalabrini di Siponto ed anche in altre scuole.

Le  traduzioni  sono  a  fianco di ogni  lapide.

Alcune di queste epigrafi sono celebrative , come quella che ci informa che nell’anno del  Giubileo 1675  il 23 giugno , terza domenica dopo la Pentecoste, Vincenzo Maria Orsini : “Archiepiscopus Sipontinus”  consacrò, con “solemni ritu”  la chiesa  e l’ “l’Altare Maius” dedicandola alla Madre di Dio  “Sancta Mariae Maioris de Siponto” e deponendo sotto  l’altare  le reliquie di due  Santi  Martiri : Casario e Benvenuto, ed  elargendo in quell’occasione,  ai fedeli  visitanti  la chiesa  per  venerare la Vergine di Siponto “centum dies de vera indulgentia in forma ecclesiae  consueta”.

Altre lapidi invece sono di tipo funerario : una dedicata ad un giovane : “Nicolaus  Maria  De Altilia”  morto all’età di 20 anni, 6 mesi  e due giorni,  il 28 marzo  1819 ;  di :  “Vita .Innocens .Ingenio .Florens.  (vita innocente e di genio fiorente).

Un’altra è dedicata ad un bambino:  “Laurentius ( Lorenzo)  Imparati , morto a tre anni 5 mesi e 19 giorni: “Flosculus Charitum Delibatus “ (  piccolo fiore agli affetti tolto..),    il 29 settembre dell’anno 1835..

Un’altra invece , posta alla sinistra dell’ingresso  nella chiesa, ci da la testimonianza di un  grande amore  perduto.

L’epigrafe  ci parla di una nobile donna sipontina : “Nobilis. Mulier.Sipontina.Nicoletta  Margiotti” , devota a Dio e pia verso i poveri : “Devota Deus Pia in Paupers” e dolcissima per i costumi : “ A.Moribus.Dulcissima” . che un infelice destino :  “ Infelix  Fato” portò ad una morte immatura. Questa donna che  doveva essere  veramente bella ed amabile morì infatti all’età di soli  22 anni.

Il marito :  “ Coniux.Camillus. De Simeonibus  – Patritius Beneventanus (patrizio beneventano)” dedicò  questa lapide  quale segno di amore  inconsolabile, alla moglie amatissima . “Coniuge desideratissimae”.

E che l’amore che li legava fosse veramente grande, lo si può dedurre dall’ultima frase che chiude  l’epigrafe:

“Viator

Da.Tumulo Flores.Cineris Lacrimas.”

Da questa frase, credo, si  comprende quanto grande fosse l’amore che  Camillo De Simeoni  sentiva per l’amata Nicoletta.

Ci esprime infatti, con l’ultimo pensiero, scolpito per sempre sulla pietra, il desiderio di  tenere sempre vivi quell’amore ed anche quel  grande dolore. Sembra dirci. :

“ Quando io non potrò più portare un fiore su questa tomba e non potrò versare più una lacrima per quell’amore perduto :  “O voi che passerete davanti  a questa lapide, fermatevi. E deponete un fiore perché  la fragranza e la bellezza  di quell’amore   duri sempre nel tempo.

Ma  versate anche  su queste  ceneri della donna   da  me amata perdutamente una lacrima   quale segno di un dolore  che non avrà mai fine.”

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