Alla stretta finale l’alienazione del patrimonio comunale per far fronte alla copertura dei debiti accumulati negli ultimi vent’anni di gestione di centro-sinistra (più di sinistra che di centro), iniziata con Campo, conclusasi miseramente con Riccardi. Il conto economico 2018 del Comune di Manfredonia è stato chiuso con un valore negativo pari a € 15.991.311,67. Prima della “caduta di Caporetto”, il Consiglio Comunale in data 18 dicembre 2018, con apposito provvedimento fa ricorso alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale continuando impietosamente a rovistare nelle tasche dei già vessati contribuenti. Ad aprire le danze l’iniquo provvedimento, di aumentare del 300% la tassa per l’occupazione del suolo pubblico scatenando l’ira furente dei commercianti sfociata in vibrate proteste. Provvedimento che, grazie all’impegno del Commissario prefettizio dott. Vittorio Piscitelli è stato ridimensionato riducendo l’aumento al 50%. Saltato il primo fosso, si fa per dire, oggi se ne presenta un altro. Sempre per fare cassa, si bussa al patrimonio comunale con l’adozione del provvedimento di alienazione di diversi beni, prendendo in esame i fabbricati disponibili (non oggetto di utilizzo da parte del Comune per finalità istituzionali, né concessi a privati per finalità sociali). A tal proposito a cura del Settore “Urbanistica e Sviluppo Sostenibile”, viene redatta una lista di immobili ed aree potenzialmente alienabili distribuiti su tutto il territorio comunale, tra Borgo Mezzanone, Zona Montagna (loc. Pastini), la zona Sciali e la città urbana, per un numero complessivo di 27 unità di cui 17 spazi pubblici dati in concessione dove attualmente insistono chioschi in piena attività (cat C1). Nel complesso, ad ogni bene è stato attribuito un valore di mercato, per un totale di € 2.019.000,00. Anche se tale stima è palesemente discutibile per la fluttuazione del mercato, rimaniamo basiti per lo spropositato plus valore attribuito ad ognuno di essi dalla nuova amministrazione commissariale, rispetto al piano predisposto dal Consiglio comunale nell’aprile 2019. Nella delibera n. 14 del 23. 8. 2019, infatti, è riportata la proposta di un piano che modifica notevolmente tali valori per un totale complessivo di € 3.520.463,50. Un esempio: il valore del suolo pubblico dove insiste un chiosco di 30 mq, da € 15.000,00 è passato a € 40.309.000, poi a € 44.339,90, in applicazione del vigente Regolamento comunale n. 11/2011 e successive modifiche e integrazioni. Per cui, ai detentori di un bene soggetto ad alienazione del valore di € 50.000,00, o cifra inferiore, il prezzo richiesto dovrà essere aumentato del 10%. Cifre da capogiro, pur di fare cassa. Situazione paradossale che continuerà a mettere in ginocchio la città e le numerose piccole attività commerciali, lasciando sul lastrico tante famiglie che, non avendo la possibilità di rilevare il suolo, saranno costrette a chiudere l’attività. Intanto già dal mese scorso sono partite le raccomandate con la richiesta di offerta di vendita ai titolari dei chioschi. Coloro che non saranno in grado di rilevare l’area comunale dovranno lasciarla e ripristinare lo stato dei luoghi. In mancanza, si procederà d’ufficio con spese a carico degli stessi. Intanto apprendiamo che in molti si sono rivolti ai propri avvocati per fare opposizione a tale pesante provvedimento. Ora viene spontaneo chiedersi: il gioco vale la candela? Una volta che i chioschi saranno smantellati, come pensa il Comune di utilizzare quegli spazi? Non sarebbe meglio accontentarsi di incassare la tassa di concessione, sicura, anziché distruggere tante attività? Di contro lo stato in cui versa il nostro Comune impone delle scelte drastiche che danneggia, in questo caso, le piccole imprese, base della nostra economia.
di Matteo di Sabato
Basterebbe sequestrare tutti i beni degli amministratori e dei gruppi politici che in questi venti anni non hanno saputo ( o voluto)gestire i fondi disponibili, Manfredonia è diventata una città malata, mentre amministratori e politici sono in piena salute.
X risanare iil debito , vendessero i parenti stretti
Paga chi haprodotto il danno.
Troppo facile così. perché non far pagare direttamente a chi ha provocato questo dissesto finanziario. E assurdo fare i debiti senza investire un euro per le infrastrutture tese a dare un servizio per la cittadinanza. Per giunta, il sindaco uscente ci ha lasciato la città in uno stato pietoso…Troppo facile fare politica in questo modo…A mio avviso, bisogna cambiare le regole; chi sbaglia deve pagare.
SOLIto SISTEMA NEGATIVO da parte dei SOLIti SOLItari SOLIsti..IMPUNITI <—PERCHE' ..CONTInuano ad avvenire "CON-NEL CHIUSO e con-nel SILENZIO…= CHIAVIstello della VIOLENZA".
BUONA SALUTE
Gli avvoltoi che c’erano intorno avranno come spendere quei soldi…