Immaginare e costruire un futuro migliore
Si è concluso il WORKSHOP Capacity Building & Sharing sull’inclusione lavorativa dei richiedenti asilo e rifugiati, tenutosi nei giorni 14 e 15 ottobre presso Casa dei diritti a Siponto. Diretto ad operatori del Terzo settore e pubblici, coinvolti nell’accoglienza e assistenza di rifugiati e richiedenti asilo, compresi i minori non accompagnati, il laboratorio è stato una occasione imperdibile per acquisire nuovi strumenti da impiegare nella progettazione di interventi pronti a sbocciare per innescare nuove forme di inclusione lavorativa e sociale. Progetti che mettono in rete realtà dei territori impegnate nell’accoglienza e nella tutela dei migranti e che sanno immaginare e costruire un futuro migliore.
Tutto nasce con Bee My Job, progetto pilota che negli anni si è affermato come best practice, esportato dal Piemonte in altre regioni d’Italia e affermatosi come modello innovativo di integrazione socio-economica e auto imprenditorialità per richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale.
Nel corso delle due giornate i partecipanti sono stati divisi in quattro gruppi misti ed è stato chiesto loro di elaborare un proprio intervento specifico di promozione dell’inclusione lavorativa dei rifugiati, in diversi ambiti e con diversi mezzi, simulando la creazione di reti territoriali che potranno concretizzarsi effettivamente in futuro e basandosi su varie forme di finanziamento.
É emerso un dato significativo e sfaccettato, caratterizzato da diversi valori, etici, sociali e anche tecnici. Decine di operatori che lavorano ogni giorno a contatto con i migranti, spesso costretti a subire commenti poco lusinghieri perché “aiutano gli stranieri” e non gli italiani e che, nonostante tutto cercano, elaborano e condividono idee per migliorare il futuro degli immigrati e non soltanto.
A dimostrare la più ampia prospettiva è il fatto che ogni progetto elaborato attraverso il canvas creato a partire dal modello Bee My Job, quale strumento dinamico e collaborativo, declinabile su diversi settori produttivi, profili di beneficiari, reti locali e fonti di finanziamento, ha previsto la collaborazione tra le realtà imprenditoriali, agricole, industriali, artigiane già operanti sul territorio.
Segno che il sommo obiettivo è creare un circuito stabile, percorsi di collaborazione e cooperazione con notevoli risultati positivi sia per i beneficiari, sia per le aziende disposte ad investire immaginando nuovi margini di crescita economica.
Si tratta senz’altro di una sfida, termine che riporta nel suo significato etimologico o alla provocazione o ad una dicotomia con gli altri ma nel caso specifico, per gli operatori e i soggetti coinvolti appare chiara l’accezione positiva intesa come stimolo per superare le difficoltà e abbattere quel muro di diffidenza oltre il quale c’è un futuro migliore per tutti.