Domenica 24 Novembre 2024

Quale futuro per l’ospedale di Manfredonia (tra Favole e realtà)

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La Regione purtroppo continua con piani ospedalieri che portano ogni anno a chiusure o peggio a riconvertire gli  ospedali da patologie per acuti a quelli per cronici.  Ripetono che è colpa  delle  normative  e divieti del ministero pur di non fare una vera riforma sanitaria dimenticando che la sanità è per il 90% ad  autonomia regionale.
Una riforma che porti gli ospedali di riferimento (II Livello) a occuparsi solo delle grandi patologie e gli ospedali Territoriali ( filtro essenziale per evitare il sovraffollamento con ricoveri inappropriati  negli ospedali di riferimento) ad occuparsi solo delle piccole e medie patologie. Una riforma che porterebbe non solo a non chiuderli  ma a potenziarli, visto che il 90% della richiesta sanitaria sono proprio le piccole e medie patologie. Il nuovo piano ospedaliero crea molti  dubbi e incertezze sul futuro degli ospedali territoriali tra il quali quello di Manfredonia che più di altri ha e continua a pagare la fallimentare gestione della sanità regionale. A partire nel definire il P.O. di Manfredonia presidio di “ Base” nonostante il bacino di utenza e le norme  ministeriali ( “Decreto Ministeriale n° 70/2015”, quale la Regione sostiene  si attenersi) dicono che il P.O. di Manfredonia ha tutto il diritto di essere ospedale di I livello. Come ha il diritto di avere una deroga riguardo il punto nascita. Il Decreto Ministeriale 11/11/2015, che integra i compiti e la composizione del Comitato Percorso Nascita nazionale (CPNn), prevede all’articolo 1, commi 1, 2 e 3 la possibilità che le Regioni o Province Autonome possano presentare al Tavolo di Monitoraggio di cui al D.M. 29 luglio 2015 “eventuali richieste di mantenere in attività punti nascita con volumi di attività inferiori ai 500 parti annui e in condizioni orograficamente difficili (Decreto 70 2015).
Il presidente Emiliano si è tanto battuto per quello di Bisceglie e perché non l’ha fatto per Manfredonia? Negli anni precedenti  a Manfredonia si è passati da un numero di nati di 601 nel 2007 a 593 del 2010 a 329 parti nel 2011 (per cause di carenza di medici e strumentazioni). Inoltre la normativa ministeriale parlava  di chiusura dei punti nascita inferiori a 500 parti e non della chiusura della ginecologia; perché allora a Manfredonia è stata chiusa ? Sicuramente dirà che è colpa della gestione precedente; allora perché adesso lui non la riapre?.
Certi della non chiusura del P.O. di Manfredonia, i  forti dubbi nascono su cosa sarà in futuro il P.O. di Manfredonia (che ha un bacino di utenza importante che raddoppia nei mesi estivi) , Rimane un Ospedale per patologie acute oppure sarà riconvertito come già accaduto ad altri in ospedale per Cronici. Questo territorio merita rispetto e un’assistenza sanitaria giusta. Merita che gli si dica la verità e non che  si raccontino favole.
Segreteria cittadina USPPI

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Commenti

  • Qualcuno in redazione dovrebbe rileggere gli articoli da mandare in stampa per correggere eventuali errori di battitura e rendere i periodi più fluenti e meglio comprensibili. Grazie comunque per il contenuto dell’articolo!

    Vincenzo Prencipe 24/07/2019 10:42 Rispondi
  • Mi raccomando,alle prossime elezioni comunali e regionali, tutti a votare PD.

    ANTONIO 01 51 24/07/2019 10:15 Rispondi
  • Il territorio merita rispetto e questa è una sacrosanta verità. Tante volte quel rispetto bisogna anche reclamarlo a muso duro. Ahinoi con i politici locali che dovevano battersi per ottenerlo l’emiliano ha fatto e disfatto a piacimento suo e dei suoi pari. Il tragico epilogo di una morte annunciata, portata avanti lentamente, con l’inerzia dei compagni di partito. Se questa è la sinistra e loro gli uomini, allora vergognarsi e’ la cosa minore.

    Pasquino 24/07/2019 8:09 Rispondi

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