Giovedì 21 Novembre 2024

Il Porto Industriale di Manfredonia, ieri e… domani!!!

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Il Porto Alti Fondali di Manfredonia, chiamato anche porto industriale si pone a confine con la piana di Macchia, comune di Monte Sant’Angelo posto a circa 800 metri di altitudine, il cui comprensorio scende fino al mare a ridosso di Manfredonia. Porto costruito negli anni ‘70 in relazione alle attività industriali e commerciali legate al petrolchimico Anic/EniChem e al trasporto di diverse materie prime alimentari e non. Un porto che si estende per circa due chilometri verso il mare aperto, strutturato per ospitare navi di grande stazza. Nel 1990 “decisero” di costruirci su, dei nastri trasportatori di merci, lavori iniziati nel 1990, un investimento di circa 80 miliardi di lire che lievitarono con il tempo a 160. Non saranno mai nemmeno collaudati. Progetto nato da un bando dell’ASI Foggia finanziato dalla Cassa per il Mezzogiorno, uno strumento di Governo volto a finanziare opere straordinarie di pubblico interesse nell’Italia Meridionale, allo scopo di colmare il divario con l’Italia settentrionale. Ma la politicizzazione degli apparati comportò un degrado e una bassa qualità della spesa, compresi fenomeni diffusi d’illegalità. Note a livello nazionale le inchieste sui nastri trasportatori d’oro che coinvolse, tra i tanti personaggi “illustri”,l’ex ministro al bilancio Cirino Pomicino e diversi altri esponenti locali e nazionali della DC, PSI, PSDI, tra cui uomini vicini ad Andreotti e Craxi. Spesso giganteschi appalti ed altre iniziative statali finivano per creare enormi infrastrutture che non avrebbero trovato un’applicazione pratica perché estranee alle realtà economiche del Sud, o perché rimaste incompiute, vere cattedrali nel deserto. Il fallimento parziale delle politiche assistenzialistiche tramite finanziamenti a pioggia non ha giovato al Mezzogiorno, né ha giovato l’abolizione improvvisa della Cassa per il Mezzogiorno, con l’avvento della nuova politica degli incentivi in chiave europea. Una storia lunga quella dei nastri trasportatori di Manfredonia, processi ed inchieste durate oltre 20 anni tra assoluzioni, condanne e assoluzioni per tangenti pari a 4 miliardi e 804 milioni di lire. Per recuperare l’idoneità all’uso in sicurezza del Porto Industriale di Manfredonia, la soppressa Autorità Portuale di Manfredonia, a partire dall’anno 2000, avviò procedimenti al fine di valutare le condizioni in cui versavano le strutture portanti dell’opera e programmare eventuali interventi. Diversi lavori sono stati realizzati per risanare l’attività di erosione del mare sull’innovativa struttura portuale industriale, non sufficienti però a rimettere in sesto un’opera architettonicamente complessa e da rifunzionalizzare. Nei giorni scorsi l’Autorità di Sistema Portuale Meridionale che aggrega i porti di Bari, Brindisi, Manfredonia, Barletta e Monopoli ha riattivato delle misure volte a redigere il “Progetto definitivo degli interventi di straordinaria manutenzione alle opere strutturali del Porto Isola di Manfredonia” per il quale il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici espresse parere già nel lontano 2009. Si opererà dunque sull’inquadrare lo stato della sicurezza strutturale delle opere, la conformità dei procedimenti sino ad oggi seguiti, si stimerà l’evoluzione dei fenomeni di degrado erosivo, l’idoneità dell’opera all’esercizio dell’uso al quale è attualmente soggetta e si valuterà la congruità dei costi previsti nel progetto definitivo del 2009. L’incarico è stato affidato allo Studio Vitone & Associati, di Bari con il supporto dei tecnici Bertolini e Pedeferri. Nei primi giorni di luglio 2019 sarà consegnato un rapporto preliminare al quale farà seguito una relazione definitiva che proporrà la ricetta per gli interventi necessari per riassestare e restituire al porto alti fondali di Manfredonia l’ottimale agibilità, oltre alla previsione dei costi. Lo studio ingegneristico Vitone ha collaborato su varie opere al fianco del noto architetto internazionale Renzo Piano nello sviluppo dell’Auditorium di Roma, il Lingotto di Torino, lo stadio San Nicola di Bari, la nuova Chiesa di Padre Pio. Il Prof. Vitone, docente per 50 anni presso il Politecnico di Bari, concepisce l’ingegneria nell’ottica del culturale ed il filosofico. “Il Porto alti fondali di Manfredonia è un’opera da salvare poiché realizzata in modo futuristico rispetto ai tempi della sua ideazione, così come i nastri trasportatori, sarebbe un peccato ed un costo eccessivo eliminarli, occorrerebbe un concorso di idee per il loro riutilizzo, scelte che farà chi di dovere” ha dichiarato il Prof. Vitone ai nostri microfoni. Occorre mettersi al passo coi tempi. Nel lontano 2013 il Presidente della Repubblica Cinese ideò la Belt and Road Initiative, la Via della Seta, un progetto geopolitico di connessione intermodale di sinergico scambio commerciale tra la Cina ed il resto del mondo, con una previsione di investimenti valutato in 1800 miliardi di dollari. L’Italia risponde e interagisce con grande difficoltà a questo progetto, per via della sua burocrazia “pulita e non”che scoraggia gli investitori a spendere risorse nel bel paese. Per il momento i porti coinvolti in quest’ambiziosa idea sono solo quelli del nord Italia, il Meridione e la Puglia sono troppo indietro strutturalmente, sarà per questo che il Prof. Griffi, Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale Meridionale, sta cercando di riorganizzare le strutture dei suoi porti, per proporci in modo competitivo alle opportunità del mercato che non aspetta nessuno, la Cina soprattutto.

Raffaele di Sabato

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