Nella prestigiosa sala del Circolo Unione di Manfredonia si è svolto un interessante evento culturale DONNE E POESIA. Percorso lirico di Maria Antonietta Cocco per rendere omaggio alla poetessa prematuramente scomparsa, che ha lasciato un ricordo indelebile in quanti l’hanno conosciuta e apprezzata per il suo valore artistico.
Alla presenza di un numeroso pubblico, dopo il saluto di accoglienza del socio Gregorio Fatone, la prof.ssa Maria Buono, ha delineato il percorso lirico della poetessa, di cui già nel 2012 aveva presentato l’opera “Tra luce e ombra”, rimanendo letteralmente affascinata dalla ricchezza spirituale delle liriche, e di cui custodisce –come dichiarato- <l’immagine di una persona straordinaria, forse fuori contesto, poco interessata alla materialità, proiettata solo verso la spiritualità, con lo sguardo rivolto al Cielo e al Creato, di cui percepiva l’immensità>. Dopo avere ricordato le numerose opere poetiche pubblicate “CAMMINARE” -1980; “Ali nuove” 1985; “Sapori di Puglia” 1990-edito da Claudio Renzi; “Tra ombra e luce” -2012; “Le parole e l’anima” -2015 e “Che fai? Non ti fermare”, tutte edite da Andrea Pacilli, la relazione è stata centrata sul valore della scrittura poetica attraverso cui M.A. Cocco si poneva interrogativi esistenziali profondi, alla ricerca di risposte di senso sull’esistenza e sul perché della sofferenza umana. La “poesia” come strumento veicolare per esprimere sentimenti, affetti, riflessioni, contemplazione, adorazione per le bellezze della Natura e dell’Universo; la “poesia” come preghiera, soprattutto nell’età matura, dimostrando un’innata capacità di saper dialogare con Dio, autore di ogni bene, somma delizia del suo animo. Spontaneo l’interrogativo se mai si sia interrogata su quel dono meraviglioso che aveva ricevuto, “la poesia”, e che nutriva sapientemente liberando su fogli di carta i pensieri più intimi e profondi. Evidente sin dalla prima Raccolta la spiccata sensibilità poetica e capacità di interpretare i sentimenti, esprimere le emozioni, il proprio vissuto interiore, segnato da un percorso di crescita artistica graduale e consapevole fino a rendere le note poetiche vibranti e coinvolgenti. Personalità apparentemente fragile, bisognosa di amore, sapeva dipingere con le parole sagome di orizzonti, tra incanto e sogno; sentiva il ritmo incalzante dell’esistenza che passa, e fremeva al freddo della solitudine, anche se in quella solitudine i suoi segreti diventavano manifesti, intensi di ardore, di spasimo, di tumulto interiore, affidati alla Poesia, unica vera voce del cuore. Le gioie e dolori sono tutti lì, nelle tante Liriche che disvelano la luce e la meraviglia del sole che sorge e l’ombra del tramonto e il buio della sera; il caldo della bontà e il freddo della cattiveria umana. Per Lei, senza ombra di dubbio, vale l’afflato leopardiano del famoso verso “il naufragar m’è dolce in questo mare”, in cui gli orizzonti sono spazio infinito di tempi mai pienamente vissuti. Attraverso l’Arte la poetessa sovrappone e amalgama tutto il suo essere, le sue esperienze di donna e di madre, il suo rapporto con il mondo circostante ma soprattutto il suo intimo colloquio con il Signore della luce e della speranza. Il Tutto confluito in un Uno interiore, Assoluto. L’ispirazione centrale delle sillogi è l’Amore; tema svolto con una vasta gamma di accenti, in cui la figura di Donna assume un ruolo determinante di “generatrice di vita”. Si tratta di liriche pure e intense, in cui il palpito delle cose sognate e agognate si fondono con la realtà, pregnanti di comunicazione di messaggi seri, profondi. Ogni lirica, breve o lunga, è nutrita di pensieri e di vibranti sentimenti, nitida nelle immagini e chiara nella forma; esente da qualunque arido sperimentalismo; poesia pura di chi non va alla ricerca di notorietà ma scrive solo per esigenza spirituale. Donna sensibile e attenta, in perfetta simbiosi con la poetessa, non nascondeva la sua gioia di scrivere che le consentiva di sentirsi in sintonia con il lettore che, in religioso silenzio, ne ascoltava la voce. Attraverso la lettura di alcune liriche, la prof.ssa Buono ha evidenziato alcuni aspetti caratterizzanti l’intera produzione poetica, raggruppandoli in quattro nuclei tematici: gli affetti familiari, il senso di fraternità e solidarietà, realizzati nelle azioni di volontariato; il rapporto con la Natura e con Dio, l’amore per Manfredonia, città elettiva. Intensa la lirica “Il distacco” dell’opera “Tra ombra e luce”-2012, in cui dopo un lungo e travagliato percorso esistenziale, fatto di dubbi e incertezze, si solleva dalla quotidianità verso un orizzonte celestiale, tuttavia non annullando il passato. L’ispirazione tocca punte di esemplare suggestione lirica, di misticismo tipicamente femminile, connotata dal segno profondo e tangibile della tristezza e della solitudine, che l’accomuna a quel “male di vivere” novecentesco. Altro tema caro è il silenzio, che le consentiva di abbandonarsi alla contemplazione rigenerando il cuore e la mente. È nel silenzio il ristoro dell’intimo abbraccio con la Natura, vista con umiltà e purezza di cuore, tale da acquisire un profondo sentimento cristiano. Così nella lirica “Inutilmente”, tratta da “Le Parole e l’anima”, l’affannoso cammino interiore e spirituale alla ricerca del senso autentico della Vita, è segnato dalla conquista dell’Amore celestiale nell’infinità dell’Universo: “dopo avere inutilmente cercato nella Natura: nel Vento, nel Sole, nei Fiumi, aver guardato la Luna che si nascondeva nella nebbia, aver camminato sulla sabbia”…“ho visto l’Ordine delle infinite galassie / la luce stellare e la sua espansione / e l’eterna canzone /incomparabile fulgida del mondo senza fine”. Da un punto di vista letterario non si evincono innovazioni stilistiche e linguistiche essendo una scrittura chiara, lineare, senza infingimenti, in cui il linguaggio è conoscenza, comunicazione, rinascita. In tale ottica la Poesia è verità. Il concetto che le parole esprimono l’effluvio della vita è contenuto sapientemente nella lirica “Le parole e l’anima”, che dà il nome a tutta la raccolta (2015), e che rappresenta l’evoluzione della concezione di Arte già delineata nell’opera “Sapori di Puglia” -1990. La Relatrice ha concluso la sua relazione con una riflessione: <I Poeti sono strani personaggi che cercano di agganciare la Terra al Paradiso e lanciano “parole” come aquiloni, tenendo il filo sulla terra, perché barcollino nel cielo quelle che le persone banali chiamano illusioni, i puri di cuore chiamano sentimenti> e con un messaggio: <La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro. Leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare> (Arthur Scopenauer). In segno di riconoscenza al legame della poetessa con la città di Manfredonia di cui in tante liriche ha esaltato le bellezze, i colori, i sapori, l’aria e le persone, ha fatto dono a tutti i presenti della poesia “Alla luna di Manfredonia”, un vero canto di amore. Dopo l’intervento della figlia Michela, che ha tratteggiato alcuni aspetti più intimi della personalità della mamma, il presidente del Circolo Unione, dr. Pio Longo, ha omaggiato il marito, Avv. Enzo D’Onofrio, di un Quadro e del Riconoscimento a “Maria Antonietta Cocco: Donna dell’anno 2019”.