Sabato mattina all’ITE Toniolo di Manfredonia si è parlato di legalità e tutela agroalimentare: cibo, educazione, etica e legalità. L’incontro, alla presenza di notevoli autorità civili, militari, imprenditoriali e di pochi politici (solo l’On. Tasso e l’Avv. Gatta), ha affrontato un tema di straordinaria attualità: cosa mangiamo, come lavorano le aziende che producono e somministrano cibo. A moderare i lavori il veterano del giornalismo nella provincia di Foggia, Ernesto Tardivo che è stato il responsabile di redazione della Gazzetta del Mezzogiorno della provincia di Foggia. L’evento organizzato
dalla Fondazione Guglielmo Minervini in collaborazione con l’associazione Carabinieri di Manfredonia con
la regia del dott. Paolo Balzamo, ha aperto i lavori con i saluti del dirigente scolastico dell’ITE Toniolo prof. Pellegrino Iannelli e del Presidente dell’Associazione Carabinieri Manfredonia, Michele Trotta. Straordinario l’intervento del Generale di divisione del Comando dei Carabinieri Forestali della Puglia Giuseppe Silletti che ha raccontato le tante esperienze di controlli fatti in aziende che operano nel food. Trovandosi in situazioni spesso agghiaccianti. Alla presenza di tanti ragazzi del Toniolo, che hanno gremito l’auditorium, le parole fredde ma allo stesso tempo infuocate di don Aniello Manganiello, Fondatore dell’Associazione ULTIMI, prete di Scampia (Napoli), ha messo in evidenza le necessità sociali delle piccole aziende della Campania che spesso sono costrette a vivere nella illegalità a causa di una burocrazia che non aiuta e che di conseguenza provoca lo smaltimento illegale dei rifiuti. Un monito fortissimo ai tanti ragazzi presenti: “ragazzi provate a non studiare, provate ad accontentarvi di un
cinque, cinque e mezzo… lo sapete quanti calci in culo prenderete? Per usare una espressione di Don Lorenzo Milani…lo sapete quanti calci in culo prenderete quando vi troverete di fronte alle scelte? calci in culo a iosa…” . Poi in riferimento alle attività commerciali aperte durante il giorno della legalità tenutosi lo scorso febbraio a Foggia ha detto: “In corteo eravamo non più di un centinaio di persone. Foggia mi è apparsa assente e silente…e quando si sceglie il silenzio di fronte al male, qualsiasi esso sia, noi non siamo uomini liberi”. Dopo Don Aniello l’intervento di due imprenditori di alto calibro della nostra terra, Michele Clemente della Olearia Clemente e Grazia Di Bari dell’azienda Il Parco. Entrambi, visibilmente emozionati, hanno messo in evidenza il difficile lavoro della quotidianità fatto di scelte che determinano il benessere e l’esempio per i dipendenti e per chi opera nel contesto aziendale. Territorio, legalità e lavoro. Straordinario traguardo quello della Olearia Clemente in particolare. Infatti l’azienda spinta verso un modello economico di salvaguardia e sviluppo del contesto sociale e territoriale al contrasto all’illegalità e allo sfruttamento del lavoro in agricoltura, è stata tra le prime realtà iscritte alla “Rete del lavoro agricolo di qualità”, un organismo nato per rafforzare le iniziative di contrasto dei fenomeni di irregolarità e delle criticità che caratterizzano le condizioni di lavoro nel settore agricolo. Inoltre, l’azienda ha ottenuto il riconoscimento del rating di legalità, ovvero di uno strumento introdotto nel 2012 per le imprese italiane, volto all’introduzione di principi di comportamento etico in ambito aziendale e condivisione di valori di equità, trasparenza e del rispetto dei diritti. Ha concluso i lavori Padre Franco Moscone, sostenendo le importanti parole dette dai relatori dell’incontro poi ha letto alcune parole dell’enciclica Laudato Sii: “Noi non siamo Dio” chi si comporta illegalmente pensa di sostituirsi a Dio. Ed ha aggiunto: “La terra ci precede e ci è stata data… quindi va rispettata”. Meglio non potevano concludersi i lavori. Il nostro pastore ci ha esortato a vivere nella legalità, solo così impediremo che quel boomerang ci venga addosso.
Raffaele di Sabato
Foto di Michele Rinaldi