Domenica 24 Novembre 2024

La storia di una bimba che piange di Manfredonia arriva su Repubblica.it

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di Concita de Gregorio Repubblica

Questa lettera è di Maria Teresa Valente, Manfredonia

Nel giorno in cui milioni di ragazzi nel mondo manifestano perché si abbia cura della Terra, che è di tutti, e un “normale uomo bianco” di 28 anni uccide musulmani in preghiera in nome della superiorità della sua razza – ha scritto un manifesto, anche lui, ha costruito un Pantheon di Dogi condottieri e criminali dei quali si racconta di seguire l’esempio – ricevo da Maria Teresa il resoconto di un piccolo episodio scolastico che riguarda sua figlia, 9 anni. Io, oggi, vorrei essere quella bambina che piange. Ecco la lettera.

“Orgoglio italiano. Via i rom, i rumeni; basta sbarchi e clandestini; stop immigrati. Negli ultimi mesi si abusa di queste frasi in maniera esponenziale, soffiando rabbia e alimentando il vento dell’odio. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: si vive in un clima di paura che tende a sfociare in tensione sociale, con vari e, spesso, gravi episodi di cronaca che balzano ai nostri occhi, ma rimbalzano (ahimé) sui nostri cuori”.

“E poi… e poi ci sono loro. I bambini, i nostri figli, che litigano e si amano, che si spingono e si stringono, in un’altalena di emozioni che travalica l’attualità in cui sono immersi. Mia figlia, 9 anni, torna a casa da scuola con gli occhi gonfi di lacrime. Mi preoccupo e la interrogo su cosa le è capitato. A singhiozzi mi racconta che in classe hanno svolto un tema su come si sentono dentro. Come ci si può sentire in quarta elementare se non nel pieno della felicità e della spensieratezza? Ma il suo compagno di classe ha letto ad alta voce che è arrabbiato con Gesù perché non ha da tempo un papà e lo scorso anno la sua mamma e la sorellina di pochi mesi sono morti in un tragico incidente stradale”.

“E racconta di come si sente devastato dentro e di come il suo cuore sia a pezzi. E la mamma gli manca, da impazzire. E prega Gesù perché possa restituirgliela o portarlo presto da lei… da loro…
In classe i bambini sono ammutoliti. Il più birbante non tira più le trecce alla compagna di banco, il più loquace non ha più parole. Il più timido si alza e lo abbraccia. Il piccolo è rumeno e con la sua famiglia viveva in una campagna nei pressi di Manfredonia e la mamma lavorava nei campi, ma agli altri bambini non interessa”.

“Il giorno dopo preparano un cartellone per il piccolo amico con un cuore enorme ed una scritta semplice, ma profonda: ti vogliamo bene. Mia figlia piange e mi commuovo anch’io. E penso ai tanti papà, alle tante mamme e anche ai bambini che volano in cielo o annegano in mare. Guardiamo la tv e le tragedie ci colpiscono solo se lo speaker evidenzia che si tratta di italiani. Tutto il resto è noia.
Orgoglio italiano… Mi si stringe un nodo in gola. I bambini, loro sì sono piccoli saggi, perché sanno che il dolore non ha etnia. Così come l’amore”.

http://invececoncita.blogautore.repubblica.it/articoli/2019/03/17/storia-di-una-bimba-che-piange/?refresh_ce

Concita de Gregorio

A Repubblica dal 1990 al 2008, poi direttore de L’Unità dal 2008 al 2011, è rientrata a Repubblica come editorialista. Laureata in Scienze Politiche all’Università di Pisa, ha iniziato la carriera nelle radio e tv locali toscane. È autrice di numerosi libri tra cui “Non lavate questo sangue” (Laterza, 2001), “Una madre lo sa” (Mondadori, 2006), “Così è la vita”(Einaudi, 2011), “Io vi maledico” (Einaudi, 2013). Nel 2014 è uscito “Un giorno sull’isola”, scritto con il figlio Lorenzo. Nel 2015 ha pubblicato “Mi sa che fuori è primavera” (Feltrinelli), mentre nel 2016 sono usciti “Cosa pensano le ragazze” (Einaudi), legato al progetto omonimo che appare su Repubblica.it, e “Non chiedermi quando. Romanzo per Dacia” (Rizzoli). Per tre anni ha condotto su Rai Tre la trasmissione televisiva “Pane quotidiano” dedicata ai libri. Dall’autunno scorso va in onda, sempre su Rai Tre, “Fuori Roma”, programma da lei ideato e condotto.

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