Tutti abbiamo sperato, tutti abbiamo pregato, nessuno voleva che accadesse.
Vedere Dino Della Torre, con la bici, scorrazzare per Corso Manfredi era un sollievo, era la prova che stava bene, pronto a sprigionare in quelle pedalate tutta la sua forza fisica, tutta la potenza del suo fisico da portiere di serie B, tutta la voglia di godersi Manfredonia, la città che non ha potuto essere sua nei suoi anni migliori, quando girava sui campi l’Italia a fare il lavoro che adorava: il portiere di calcio.
Abbracciarlo era un piacere non quantificabile, indescrivibile. Dino ti riempiva si se stesso. Le grandi braccia erano come delle ali che quando ti abbracciava ti avvolgevano e ti trasmettevamo amore puro, autentico. Il suo “ti voglio bene” te lo ripeteva tutte le volte che lo incontravi.
La malattia ha avuto il suo da fare per abbattere la sua forza e la sua voglia di vivere. Lo ha piegato dopo anni di dure battaglie, in cui sembrava che Dino potesse avere la meglio.
E volato al cielo un ANGELO che avremmo tenuto volentieri ancora tra noi, a Manfredonia. Un ANGELO che aveva da dare ancora tanto a quanti hanno avuto il piacere e la fortuna di conoscerlo.
Ciao, Dino. “Ti vorremo sempre bene”.