Dichiarazione del presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale, Paolo Campo, sulla questione della cosiddetta ‘autonomia differenziata’.
“La ‘autonomia differenziata’ è un abominio costituzionale e un attentato all’unità nazionale come mai ne sono stati ideati e perseguiti finora; neanche durante gli anni in cui il Nord si scopriva egoisticamente federalista e il Sud rispolverava l’orgoglio borbonico.
Qualunque sia il punto di osservazione della richiesta avanzata dai governi regionali di Veneto, Lombardia e Emilia Romagna (sic!) – non sostenuta dalla maggioranza dei cittadini di quelle regioni – ciò che si vede è il portato di una cultura sociale fondata sull’egoismo (ciò che è mio non deve essere condiviso con altri) e la paura (i fannulloni rubano risorse a chi produce) che pervadono le nostre relazioni sociali.
E’ la vittoria della cultura leghista nei confronti della quale c’è stata fin troppa indulgenza da parte della sinistra neoliberista.
La riforma costituzionale del 2001 è figlia, appunto, di questa accondiscendenza elettoralistica. Un testo approvato con il malcelato tentativo di risolvere a favore del centrosinistra la ‘questione settentrionale’ che ha confuso, in alcuni casi fino a determinare il caos, le competenze di Stato, Regioni e Autonomie locali, che ha provocato l’innalzamento della conflittualità tra organismi della Repubblica, che ha fomentato i campanilismi, che ha eroso le fondamenta unitarie ed europeiste del patto sociale e politico post bellico.
Ha ragione Gianfranco Viesti quando afferma che stiamo assistendo alla realizzazione di un organizzato e organico progetto di ‘secessione dei ricchi’: quelli che hanno infrastrutture sanitarie, sociali ed economiche più efficienti che al Sud; quelli che hanno livelli di reddito, occupazione e prodotto interno lordo più elevati che al Sud; quelli che hanno governi territoriali più efficaci che al Sud.
Quelli che il Sud non lo sopportano davvero e ora, grazie al crescente potere politico della Lega e al dilettantismo politico del M5S, possono affermarlo con forza e plausibilità crescenti.
E poco importa che questo progetto contraddica le politiche, nazionali ed europee, di coesione territoriale e sociale. Le stesse di cui hanno beneficiato anche le aree del Nord Italia in ritardo di sviluppo o non adeguatamente collegate alla rete logistica nazionale/europea o le cui economie si fondavano su produzioni messe in crisi dalla globalizzazione. Le stesse che non sono mai state applicate, con la preziosa eccezione del governo D’Alema, per redistribuire reddito e ricchezza consentendo al Sud di iniziare a ridurre il gap di sviluppo e ricchezza con il Nord dell’Italia e dell’Europa.
Aggiungendo, infine, che le intese tra Stato e Regioni ‘secessioniste’, eventualmente votate favorevolmente dal Parlamento, concederebbero a queste ultime poteri interdittivi dell’attività statale ben superiori a quelli delle Regioni a statuto speciale, se ne comprende la natura istituzionalmente ‘eversiva’ e costituzionalmente abominevole.
E la risposta non può essere una sorta di ‘secessione meridionalistica’, che a me pare il riflesso campanilistico istintivo e condizionato dall’egemonia culturale leghista.
Anche io sono convinto che la terra in cui ho la fortuna di vivere sia straordinariamente ricca di bellezza e ingegno, abbia enormi potenzialità ed eccellenti realtà, sia stata ferita dal colonialismo economico e impoverita dall’emigrazione originati dagli interessi dei gruppi industriali del Nord.
E però non posso anche solo immaginare che un’autonomia rafforzata sia la soluzione all’oggettivo gap che divide la Puglia dalle regioni settentrionali, italiane ed europee.
Possiamo e dobbiamo rivendicare, invece, una gestione meglio coordinata della spesa e dei servizi, assumendo la responsabilità di introdurre maggiori quote di responsabilità politica ed efficienza tecnico-burocratica.
E’ su questo terreno che proprio la Puglia può essere il luogo in cui sperimentare la costruzione di una più efficace ed efficiente forma di coesione sociale e territoriale fondata sul dettato, oltre che sullo spirito, della Costituzione repubblicana e sulla visione europeista e mediterranea che costituiscono il nostro orizzonte. Checché ne dicano Salvini e Di Maio”.
L’Ufficio Stampa
Gruppo Pd Consiglio Puglia