Avanti popolo alla riscossa…. e’ il titolo di una famosa canzone che riusciva a mobilitare le masse popolari per la difesa dei diritti e dell’uguaglianza sociale. Erano i tempi in cui i politici avevano una loro dignita’.
Devo ringraziare l’Avv.Giandiego Gatta, il nostro rappresentante regionale, per aver preso posizione in favore del nostro Ospedale e della sanita’ in generale, vedi anche la difesa nei confronti dei pediatri in campo farmaceutico (degli altri non ho notizia) e per avermi dato la possibilita’ di quest’ultima mia riflessione.
Pochi giorni fa avevo pensato a una disobbedienza civile nel senso di ritenere che il piano di riordino sanitario effettuato dalla nostra regione fosse iniquo. Adesso la disobbedienza civile e’ troppo poco, occorre ben altro. E spiego i vari motivi.
Non me ne vogliano i cittadini degli altri paesi (San Severo e Cerignola) ma l’ingiustizia, come ho gia’ detto in altre occasioni,c’e’ ed e’ palese. E questo non per colpa degli altri ma per colpa nostra che restiamo sempre degli ignavi davanti alle grandi decisioni, accontentandoci di qualche mancia personale. Chi ha orecchie da intendere intenda.
Avendo le tre citta’ piu’ grandi una popolazione poco meno di 60.000 abitanti non si capisce come mai non bisogna distribuire equamente anche i posti letto ospedalieri visti che il bilancio si forma in base anche al numero degli abitanti per cui la quota spettante alla nostra citta’ va poi a favore delle altre due citta’. E questo vale anche per centri anche piu’ piccoli come Monte S.Angelo, Lucera, San Marco in Lamis, Torremaggiore, che comunque negli anni passati hanno svolto una buona funzione di filtro nei confronti dei grossi centri ospedalieri.
L’idea di voler concentrare invece nei due centri, gli OO.RR. di Foggia e la Casa Sollievo di San Giovanni Rotondo non solo non ha centrato l’obiettivo del risparmio ne’ tantomeno della qualita’, anzi si e’ dimostrata una idea suicida e basta vedere cosa succede in questi due centri ospedalieri. E’ invece auspicabile che questi due centri incomincino a delocalizzare in altri territori (ci sono gia’ esperienze in tal senso) in modo da evitare concentrazioni che portano a disguidi e ad una riduzione della qualita’. In passato gli ospedali periferici lavoravano per le patologie piu’ ordinarie e i centri piu’ grandi lavoravano per patologie particolari.
I cittadini che non hanno la possibilita’ di recarsi in ospedali vicini devono pagare meno tasse rispetto a quelli che ce l’hanno sul posto. Faccio un esempio: una donna residente a Foggia, a San Giovanni Rotondo, a San Severo, a Cerignola, che deve partorire ha l’opportunita’ di partorire a poca distanza da casa sua e non ha il disagio di una donna, per esempio di Vieste, Motta Montecorvino, Monte S.Angelo, San Marco La Catola, ecc… che devono sopportare, oltre ai disagi dei viaggi anche piu’ spese economiche oltre a pericoli per eventuali particolari condizioni atmosferiche. E’ un fatto di giustizia che queste ultime debbano pagare meno tasse regionali. E così per tutto il resto. E’ una questione di uguaglianza e in questo caso anche di equita’ e di dignita’ di tutti i cittadini.
Si dice che e’ necessario chiudere reparti, ospedali interi per motivi economici e per migliorare la qualita’ delle prestazioni. Tutte balle. E’ successo e sta succedendo esattamente il contrario.
La spesa sanitaria di ogni italiano rispetto al famoso Pil di cui tanto si parla e’ del 10% in meno della media europea secondo i dati OCSE non secondo il nostro pensiero.
A questo punto i nostri cari politici e i cosiddetti esperti ci devono spiegare come mai dobbiamo ancora accettare altri tagli rispetto agli altri paesi se poi ci inorgogliamo di essere la terza potenza economica europea.
Continuo col dire che in merito alla spesa ospedaliera negli ultimi anni questa non e’ diminuita nonostante la chiusura di tanti ospedali.
Cari rappresentanti politici chiedete ai “cosiddetti tecnici” che si vantano dei loro algoritmi di confrontare la spesa ospedaliera di quando per esempio erano aperti tutti gli ospedali della provincia (Monte S.Angelo, Torremaggiore, Lucera, San Marco in Lamis, Manfredonia, San Severo, Cerignola) e l’attuale spesa ospedaliera con tutta la riduzione dei posti letto considerando anche la mobilita’ passiva che subiamo perche’ la gente se non si ricovera negli ospedali dell’ASL deve per forza ricoverarsi presso altre strutture che comportano appunto la mobilita’ passiva. I dati storici sono ancora in possesso del Ministero della Salute ed e’ quindi possibile il confronto. Per non parlare della forbice negativa tra la spesa corrente (personale, materiale sanitario, manutenzione, ecc..) e i “ricavi”, si fa per dire, perche’ sono il valore delle prestazioni eseguite. E’ veramente un suicidio collettivo una situazione del genere perche’ poi porta alla stupida conclusione che non ci sono i numeri e quindi bisogna chiudere, come succedera’ tra poco al nostro ospedale se non ci ribelliamo in tempo. Si caro Direttore, poiche’ stiamo a fine anno, si faranno i report di tutte le attivita’ e lei riferira’ ai nostri rappresentanti che l’Ortopedia, la Chirurgia, ed altri reparti non hanno i numeri sufficienti e quindi occorre attivare altri tagli e quindi la conseguente chiusura e non dira’ che la colpa comunque e’ anche sua (e dei suoi collaboratori evidentemente) che non e’ stato in grado, come si richiede ad un buon manager ben stipendiato, di gestire i processi per un buon funzionamento dell’organizzazione sanitaria. Del resto perche’ anni addietro le cose andavano meglio di oggi? Chi scrive puo’ testimoniare che nei 40 anni precedenti l’Ospedale godeva di buona salute.
Un ultimo appello ai nostri cari sindaci della provincia. La Conferenza dei Sindaci ha grandi possibilita’ di intervenire sulle linee programmatiche regionali in materia sanitaria. Del resto il Bilancio e’ dell’ASL e se così e’ perche’ non intervenire nella scelta del Direttore Generale che non deve rispondere solo al Governatore ma rispondere alle esigenze del territorio e quindi a voi sindaci che nei siete i rappresentanti e non si capisce perche’ poi si deve abdicare nei confronti della Regione che e’ vero deve programmare ma non decidere nei particolari le scelte del territorio.
Caro Michele Emiliano, se vuole essere considerato come un politico democratico rispetti le decisioni dei territori.
Il mio appello quindi e’ rivolto a tutti noi perche’ ci rendiamo conto dei nostri diritti visto che paghiamo le tasse piu’ alte in Europa e in compenso spendiamo meno degli altri paesi europe per la nostra salute.
Nell’ultima lettera parlavo di eutanasia passiva, penso che adesso possiamo parlare di eutanasia attiva ospedaliera.
Se la situazione sanitaria della nostra citta’ continua ad essere la stessa non e’ il caso di pensare, come dicevo prima, ad una disobbedienza civile almeno per mantenere i minimi diritti riconosciuti per la salute, e questo vale anche per altri centri piu’ piccoli che sopportano tali discriminazioni?
Mi fermo qui per non parlare dell’ultima “genialità”, si fa per dire, di chiudere laboratori di analisi, creando ulteriori disagi anche per le piccole prestazioni, per non parlare del materiale elementare che manca per la funzionalita’ degli ambulatori distrettuali.
Continuo a ripetere che sono disposto sempre ad un confronto con chi lo ritenesse opportuno e sarei anche contento di essere sconfessato se fosse vero.
Buone feste natalizie a Lei Direttore, ai miei ex colleghi e a tutti i miei concittadini, e…… speriamo di non ammalarci in questo periodo!!!
Dr. Michele Troiano
Ex funzionario ASL FG
Una lettera completamente senza senso che poteva essere partorita solo da un ex dipendente pubblico. Lascio perdere tutta una serie di cavolate dette su casa sollievo e sul Riuniti di Foggia. Un ospedale come quello di Manfredonia oggi non ha più senso. Invece andrebbe potenziato un ambulatorio specialistico serio e un Pronto Soccorso degno di questo nome. Quello attuale è inutilizzabile.