Attraverso le pagine del giornale ManfredoniaNews.it, faccio giungere il mio saluto e l’augurio di vivere giorni sereni di festa a tutti i sipontini e a quanti, pur essendosi allontanati per svariati motivi dalla loro Città, vi fanno ritorno per festeggiare con i loro cari Maria SS. di Siponto. E’ per me un onore rivolgervi questo messaggio augurale, sia perché sento su di me la responsabilità di dover dare voce all’affetto che Mons. Castoro ha nutrito per la Vergine Santa e per tutti voi, sia perché ho avuto modo di ammirare la devozione che nutrite verso Maria SS., che da secoli venerate con il titolo che la unisce alla Città. Lo sguardo luminoso del compianto mons. Castoro è ora tutto fisso in Dio, ed egli certamente è stato accolto dalla braccia premurose di Colei di cui tante volte ha benedetto il nome, che ha insegnato ad amare, che ha invocato per “l’ ora della nostra morte”. La fede dei padri poi, che non vollero mai separarsi, nelle vicissitudini della città di Siponto, dal dolce sguardo di Maria effigiato nella sacra Icona, ci riporta al cuore della nostra fede: credere che Dio ha posto la sua dimora in mezzo a noi grazie al “sì” di Maria. Nell’anno pastorale incipiente sentiremo spesso richiamare il senso del verbo “abitare”. E’ un verbo che sembra indicare un’azione di poco conto, ma, a ben pensarci, tutto inizia dal dimorare e decidere di “prendere casa” in un luogo: abitare una città, dimorare stabilmente, stare responsabilmente in una rete di relazioni. Dall’abitare dipende la nostra identità di cittadini, di cristiani, di persone che trasformano un territorio. Se volgiamo lo sguardo a Maria e apriamo le pagine del Vangelo vediamo che “abitare” è un Verbo che Dio ama tanto. “Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1,14): da allora Dio non ha più abbandonato questa terra, anzi, condivide e insegna a condividere le gioie e le ansie di ogni angolo del nostro pianeta. Abita nell’Eucaristia dei nostri tabernacoli, nella presenza della Sua Parola, nel volto scarno dei poveri e in quello sempre più impaurito di tanti immigrati ed immigrate. Abita nella gioia della festa e nella lacrima che aspetta di essere asciugata, nel povero che ci interpella, nella relazione di due persone che cominciano a guardarsi negli occhi per costruire una storia di amore. Dio è venuto ad abitare in mezzo a noi, e la prima “casa” in cui ha dimorato è stato il grembo di Maria, che l’ha accolto, custodito, nutrito. Vorrei, miei cari sipontini, che guardando a Maria tutti impariamo il senso di questi verbi. Accogliere, anzitutto. C’è tanta accoglienza da vivere, a partire dalla relazioni con il nostro prossimo, nei deserti di tante vite affettive che facilmente rinunciano a perdonarsi e a ricominciare. Custodire, quindi: è un verbo che va esteso a tutte le relazioni della nostra città. Custodire l’altro quando è più debole, ed ha bisogno di essere riscattato con cura. Custodire la città dalla malavita evitando i facili compromessi che a volte entrano silenziosamente nelle abitudini e poi rendono schiavi del malaffare; custodire una coscienza pulita di fronte alle ingiustizie, e non fermarsi a non fare il male, ma cercare di fare il bene, perché come ha detto papa Francesco ai giovani a Roma: “Non è bene fare il male, ma è anche male non fare il bene.” E infine nutrire: la città si nutre di pane, ma anche di valori, di giustizia, di testimonianza di persone che fanno il loro dovere e contribuiscono a costruire la civiltà dell’amore; nutrire di parole che edificano e non di pettegolezzi che uccidono; nutrire di buoni esempi i giovani, che guardano a noi adulti come a coloro che oltre ai soldi possono dargli qualcosa di più grande. E voi, giovani, anche voi, nutrite del vostro desiderio di un futuro migliore la nostra città: la vostra età, nella storia dell’umanità, è stata sempre una grande risorsa; non accontentavi del mondo che avete ricevuto, sognatene uno migliore. E poi mettetevi all’opera! La Madonna di Siponto, con il suo dolce sguardo, continua ad abitare tra le nostre case e ad insegnarci ad abitare la storia, Manfredonia, l’Italia e l’Europa, come uomini e donne che hanno Dio nel cuore. Vi benedico e vi abbraccio.
+Luigi Renna Vescovo di Cerignola-Ascoli Satriano
Amministratore di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo