Giovedì 21 Novembre 2024

In vendita i beni del patrimonio collettivo per ripianare il debito “pubblico”

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È noto a tutti che il Comune di Manfredonia sia sotto la lente d’ingrandimento della Corte dei Conti a causa di presunte irregolarità di gestione che si sono tradotte nel tempo in assenza di liquidità nelle casse comunali. Presasi carico della situazione attuale, l’amministrazione Riccardi sta deliberando una serie di misure correttive atte a restituire il pareggio di bilancio tra cui figura la delibera sul piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari per il 2018. L’alienazione, è l’atto giuridico attraverso il quale si trasferiscono ad altri soggetti una proprietà o un diritto su beni del proprio patrimonio, mediante vendita o altre modalità; in questo caso, l’alienazione di alcuni beni immobili o terreni di proprietà dell’Ente sarebbe funzionale a fare cassa per arrivare anzitempo al pareggio di bilancio. Scriviamo anzitempo perché il famoso debito, come ricordato recentemente dallo stesso Sindaco, poteva essere legalmente “spalmato” in un arco temporale più lungo di quello scelto dagli amministratori che, invece, puntano al risultato entro il 2020. È la legge 33 del 6 Agosto 2008 a consentire questa mossa ai Governatori. La legge, riportata in delibera nei suoi primi due commi, dispone l’individuazione dei beni immobili tra tutto il patrimonio che ricade nel territorio di competenza di un ente e ne determina la valorizzazione o dismissione. Gli introiti delle alienazioni possono essere utilizzati ai fini del rientro come stabilito dall’articolo 188 del TUEL (D.Lgs. 267/2000). A Pescara, nel 2016, si alienarono immobili per ovviare ad una precaria situazione finanziaria più o meno simile. Nel provvedimento redatto dal settore “Affari Generali” del Comune di Manfredonia, sono stati individuati 3 beni disponibili all’alienazione per l’anno corrente: due terreni dal valore stimato complessivo di 1.300.000 euro già presenti nello scorso piano per le alienazioni 2017 e un appartamento nel centro storico di cui non è noto il valore. Ciò non deve spaventare dal momento in cui stiamo parlando di soli 3 beni patrimoniali a rischio privatizzazione su 148 immobili e un migliaio di terreni disponibili all’ultimo censimento del patrimonio datato fine 2016. Dopo una nuova ricognizione patrimoniale, il quadro – così come le stime sul valore dei beni in questione – potrebbe cambiare; il sospetto tra l’opposizione è la svalutazione del terreno ex P.I.R.P. valutato attualmente 900.000 euro. L’assessore competente ha condiviso la proposta di ulteriori accertamenti e non è da escludere che si torni sul tema durante il prossimo Consiglio Comunale programmato il 3 Maggio. Certo, i “gioielli di famiglia” non meriterebbero mai un finale indecoroso, ma a mali estremi…

Antonio Raffaele La Forgia

 

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