“All’ENI sollecitiamo il confronto sulla compensazione per i danni subiti da questo territorio. Evitare il confronto equivale a eludere il problema dimostrando arroganza nei confronti delle legittime aspettative dei cittadini”.
All’inizio degli anni Settanta l’insediamento dello stabilimento Anic in questo territorio era apparso come possibilità di riscatto dalla disoccupazione diffusa e dall’emigrazione giovanile.
Nei decenni successivi, purtroppo, quella speranza si è trasformata in pena. L’ubicazione dello stabilimento chimico in una delle più belle piane ai piedi del Gargano, ha rappresentato una “ghigliottina” che ha mutilato la vocazione del territorio contraddicendo l’investimento in campo turistico che lo stesso ENI aveva realizzato a poca distanza nel Gargano.
Nel corso degli anni, infatti, nello stabilimento si verificarono numerosi incidenti culminati, il 29 settembre 1976, nello scoppio di un’apparecchiatura dell’impianto ammoniaca, che causò la diffusione nell’ambiente di circa trenta tonnellate di sali di arsenico. Da quella data, ancora oggi perdurano pesanti conseguenze sulla salute e sull’ecosistema con malattie, decessi, inquinamento. Tali trascorsi hanno lasciato segni indelebili e consapevolezza nell’opinione pubblica, culminata nelle lotte popolari per la tutela della salute e la salvaguardia dell’ambiente, come testimoniato dal video “Manfredonia la catastrofe continuata” che sarà proiettato tra pochi giorni.
Oltre agli incidenti avvenuti durante l’esercizio, durato fino ai primi anni Novanta, è stata perpetrata una devastazione ambientale con l’emissione in atmosfera di gas tossici, lo scarico in mare di liquidi nocivi, il deposito nel sottosuolo di sostanze pericolose
Il territorio del Comune di Manfredonia, dal 1989, è incluso tra le aree a elevato rischio di crisi ambientale e di conseguenza inserito nel relativo “Programma nazionale di bonifica” come sito di interesse nazionale (SIN), in quanto esposto alla possibile contaminazione di sostanze pericolose.
L’area dello stabilimento ex EniChem è stata oggetto di prolungate e complesse operazioni di bonifica che non hanno portato al completo ripristino dello stato dei luoghi e alla totale rimozione dei contaminanti, soprattutto dai corpi idrici.
Sostenendo un notevole impegno finanziario, il Comune di Manfredonia, insieme con la ASL FG, ha cofinanziato la “Ricerca epidemiologica” i cui risultati dimostrano che nell’ambiente sono ancora presenti fattori inquinanti che compromettono la salute dei cittadini e l’equilibrio del territorio. In particolare, la ricerca dimostra che la mortalità, per tumore polmonare e malattie cardiache, è in aumento tra la popolazione residente.
Da tempo ho sollecitato un confronto ai rappresentanti dell’ENI sulla compensazione per i danni subiti dalle persone e dall’ambiente di questo territorio. Evitare il confronto equivale a eludere il problema, dimostrando arroganza nei confronti delle legittime aspettative dei cittadini. Ma l’ENI non può sfuggire alle proprie gravi responsabilità.
In assenza di un sollecito concreto confronto, per trovare le soluzioni più idonee alla compensazione, agiremo in ogni sede per avviare un’azione risarcitoria.
Angelo Riccardi Sindaco di Manfredonia