La discussione politica nel Consiglio comunale dello corso 26 marzo, che ha discusso sulla deliberazione della Corte dei Conti è complessa e con tante sfaccettature, dibattito denso di comunicati propagandistici o tecnici, riguardo alla Corte dei Conti che sta facendo le pulci ai rendiconti cittadini del quadriennio 2010-2014 da inizio 2017. Nel Giugno dello stesso anno, onde evitare il predisporsi di una situazione di dissesto finanziario, la Corte indicò una serie di misure all’Amministrazione che, prontamente, predispose un piano di rientro triennale da monitorare ogni sei mesi. Durante la seduta consiliare, infatti, si è parlato della prima verifica del piano a cura degli stessi ispettori giudiziari. Ad onor del vero, va sottolineato che il Comune aveva due scelte: redigere un piano triennale o stilare un piano pluriennale a 10 anni. Parafrasando Riccardi stesso, la scelta di sistemare i conti in 3 anni è stata dettata dalla volontà di assumersi la “responsabilità politica” della totalità degli eventi, gesto non di poco conto se assumiamo che tutto possa effettivamente prendere una piega positiva. L’opposizione, però, non crede nei “salti mortali” (metafora, specifichiamo per chi magari prende tutto troppo sul serio) annunciati dalla maggioranza consiliare. Gli esponenti dei gruppi politici antagonisti sono stati duri, seppur diplomaticamente, nei confronti di Riccardi & Co.. Quasi tutti gli uomini di opposizione hanno citato la probabilità della configurazione del danno erariale a danno delle casse comunali. Alcuni crediti che vanta il comune partono dagli anni ’80 – come rileva Fiore (M5S) – e per alcuni di essi è difficile affermare con certezza che si possa arrivare a un lieto fine. Si pensi che alcuni crediti dovranno essere riscossi da società fallite o cooperative ormai sciolte. Sempre i pentastellati sottolineano la questione delle anticipazioni di tesoreria che, in termini di interessi, al Comune costano oltre un milione di euro. “Lasciate l’amministrazione e state lontani dalla cosa pubblica per almeno 10 anni”, tuona Fiore. Romani (capogruppo di FI), annuncia una mozione di sfiducia in officina in quanto “non è rimasto più niente da governare”. Lo stesso gruppo d’opposizione forzista, ha comunicato alla cittadinanza che sono già al via gli allenamenti per la prossima tornata elettorale. Taronna, sempre di FI, ha lanciato una gentile provocazione degna di nota circa i gettoni di presenza di consiglieri, Sindaco e assessori: perché non devolverli in parte per aiutare il Comune? Lo stesso consigliere ha stimato un valore pari a 80.000 euro. I consiglieri, infatti, si sono decurtati le indennità di un terzo e, sempre secondo Taronna, “se anche assessori e Sindaco si riducessero le indennità, potremmo coprire la situazione mancanta e avremmo anche un risparmio a regime”. La sua è stata una provocazione in replica al capogruppo PD D’Ambrosio, che lamentava l’assenza di proposte da parte dell’opposizione. Sarà interessante vedere e sentire cosa si pensa di questa iniziativa. Sono molte le criticità, secondo l’opposizione, che l’amministrazione incontrerà nella pretesa di sistemare tutto in così poco tempo. Certo, ha ragione D’Ambrosio a sostenere che le “cure” non abbiano effetto immediato, ma se i primi rigetti sono questi, forse sarà meglio cambiare presto medicinale.
Antonio Raffaele La Forgia
Riccardi, e tutti quelli che sostengono Riccardi,si preparino che alle prossime elezioni,devono tutti trovarsi un lavoro.Io che sono del PD,non darò più i miei voti finchè ci sono questi individui.E i giovani nuovi del PD, se non staccano la spina ha questa giunta,finiranno anche loro nel calderone.
Forse sarebbe stato il caso di ricordare ai lettori che nell’opposizione c’era anche MaANFREDONIA NUOVA, rappresentata dal viceprsidente del Consiglio, Italo Magno, che ha portato i dati del dissesto completamente fabbricato dalla gestione Riccardi, sia quand’era assessore e particolamente da quando fa il sindaco, proponendo peraltro chi scrive una proposta costruttiva per uscire fuori dalla crisi.