Antonio Tasso verso l’esclusione. La vicenda segue quella di Caiata, un altro candidato del M5S che aveva omesso informazioni ritenute rilevanti (in questo caso un’indagine) al Movimento e agli stessi elettori, e che era stato espulso da M5S.
Caiata ha dichiarato di non ritirarsi, quindi nel caso di esclusione bisognerebbe capire se Tasso potrebbe essere sostituito in corsa da uno dei supplenti. Il codice etico pentastellato in merito è chiaro: l’aver mentito a Di Maio e aver contravvenuto al regolamento M5S per gli uninominali è causa di esclusione, con il concreto rischio di una presa di posizione dura da parte del M5S.
La vicenda, emersa dopo le parole di Bordo, seguite da querela di Tasso, è ormai caso nazionale ripreso da “Il Foglio”, Repubblica, Stampa e Corriere tra gli altri. Il commerciante sipontino è stato condannato dieci anni fa per aver venduto cd taroccati e modifiche illegali della Playstation, come dimostra la sentenza depositata il 19 gennaio 2008 dove c’è scritto che l’imputato aveva compiuto «un disegno criminoso nella duplicazione abusiva e nella riproduzione a fini di lucro, 308 cd per videogiochi e 75 cd musicali».
Concesse le attenuanti generiche, Tasso è stato condannato a sei mesi di reclusione e duemila euro di multa oltre al pagamento delle spese processuali. La pena è stata sospesa e ha ottenuto la non menzione nel casellario giudiziario in quanto reato di lieve entità. La condanna è di primo grado, più tardi è intervenuta la prescrizione. Motivo per il quale potrebbe aver consegnato allo staff del Movimento il certificato penale lindo. Resta però il dubbio se abbia o meno avvertito il M5S di questa condanna che potrebbe in giornata costare l’espulsione e/0 la sostituzione.
Graziano Sciannandrone