Il nuovo anno è appena cominciato e le turbolenze che scuotono l’Ospedale civile non si placano nonostante la dirigenza dell’Asl di Foggia abbia nel tempo cercato di rasserenare gli animi dei manfredoniani con dichiarazioni a carattere politichese che non riflettono la realtà in cui si trova l’Ospedale di Manfredonia. Da diversi anni noi di ManfredoniaNews.it, seguiamo i dibattiti e convegni nelle aule consiliari del Comune e di quelle ospedaliere per comprendere le varie sfaccettature delle problematiche, dando voce ai timori dei cittadini, delle parti sociali e di quelle politiche. Abbiamo messo al centro il dilemma principale: l’Ospedale “San Camillo” potrà continuare a funzionare come “struttura di base” (prima era intermedia) secondo le recenti disposizioni della Regione Puglia (Regolamento sul riordino ospedaliero) che ha recepito la normativa nazionale? Certuni (i tecnici) affermano che essendo presenti delle specialità come il reparto di Gastroenterologia e di Cardiologia il nostro presidio è qualcosa di più di un’Ospedale di base e potrebbero essere potenziati. Quindi perché l’anno 2018 è cominciato con polemiche ed allarmismi? Certamente hanno un fondamento e vorrebbero avvisare la cittadinanza un po’ distratta che l’Ospedale non gode di buona salute. Ciò non dipende dal personale sanitario anzi occorre lodarlo, considerando le precarie e disagiate condizioni in cui è costretto a lavorare, dovendo garantire turni, visite ambulatoriali, ricoveri, interventi chirurgici ed altro con l’esiguissimo personale presente e quel poco rimasto viene anche mobilitato in altri reparti degli Ospedali di Capitanata in sofferenza. Tutto ciò è assurdo. Non sono assolutamente credibili le dichiarazioni del management foggiano che continua a sostenere che l’Ospedale di Manfredonia non chiuderà anzi potrà essere potenziato. Se non si espletano i necessari concorsi a tempo indeterminato, portandoli a termine in fretta, non si potranno sostituire i medici (con i temporanei avvisi) che presto andranno in pensione (il prossimo 30 gennaio andrà in quiescenza un anestetista). Il reparto di Ortopedia rischia di non poter garantire il servizio h24 perché i due soli chirurghi (incluso il primario) non possono da soli mandare avanti l’ambulatorio, la sala operatoria, i ricoveri come hanno sempre fatto, rischiando la loro stessa salute. La lista dei disagi di cui soffre il “San Camillo” potrebbe continuare a lungo. Dulcis in fundo: che fine ha fatto la lungodegenza?. L’ex reparto di “Ginecologia-Ostetricia” chiuso il 31.03.2013 (punto nascita perché non raggiungeva gli standard imposti dalla legge) è stato trasformato in lungodegenza, recentemente ristrutturato. Allora perché non entra in funzione? Eppure la richiesta di sostegno della popolazione anziana è aumenta sensibilmente! Purtroppo manca il personale per garantire i ricoveri della lungodegenza (20 posti letto). Quindi la persona disagiata non potendo curarsi nella struttura Ospedaliera sarà costretta a rivolgersi a quella privata (anche con i convenzionamenti Asl) fin tanto che riuscirà a pagarsela. A chi attribuire le colpe del lento declino che investe il nostro Ospedale? Alla politica locale e alla dirigenza dell’ASL che nel periodo di vacche grasse non hanno provveduto a investire opportunamente per riqualificare l’Ospedale? Se con strategie ad hoc gli attuali amministratori avessero portato l’attuale struttura complessa nell’Unità Operativa di Medicina Interna per la prevenzione, la diagnosi e la terapia non chirurgica, potenziando il personale medico, avrebbero tentato di mantenere i servizi essenziali alla comunità. Purtroppo la legge parla chiaro: secondo la Delibera di Giunta regionale n. 985 del 20.06.2017 sulla riorganizzazione dei Laboratori di Analisi pubblici, il servizio dell’OP di Manfredonia entro dicembre 2018 diventerà un “Laboratorio Spoke d’urgenza”. Sarà attivo dalle ore 8.00 alle 14.00 con due medici e tre tecnici esclusivamente per gli esami di urgenza dell’Ospedale di base. Invece dalle ore 14.00 alle 08.00 sarà attivo il servizio telematico POCT e trasferirà i campioni dei pazienti all’Hub di riferimento (Ospedali I liv. di San Severo e di Cerignola e quelli di eccellenza OORR di FG e Casa Sollievo di San Giovanni Rotondo dotati di laboratorio di tossicologia). Tutto ciò avrà delle dure ripercussioni sul funzionamento dei servizi dell’OP di Manfredonia perché il Laboratorio di Analisi sarà attivo solo per 6 ore sulle urgenze e quindi come si potrà supportare la Sala Chirurgica e i ricoveri? Senza ricoveri, laboratorio di analisi e operazioni specialistiche non si possono garantire gli standard imposti dai piani di riordino. Quindi l’Ospedale di Manfredonia rischia così di poter garantire solo servizi ambulatoriali H6, diventando l’appendice del “Tatarella” di Cerignola e del “Masselli Mascia” di San Severo. Il singolo cittadino di Manfredonia, abituato a lamentarsi davanti ai disservizi e alla burocrazia, è pronto a dare battaglia per salvaguardare il proprio Ospedale proprio come fecero le “tre cittadine” qualche anno fa che da sole in Piazza del Popolo riuscirono a raccogliere oltre cinquemila firme?
Grazia Amoruso
Foto Francesco ARMILLOTTA