Venerdì 22 Novembre 2024

Manfredonia Vetro. Bordo: “Il Governo eviti la vendita a pezzi dello stabilimento e garantisca gli ammortizzatori sociali”

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“Il Governo deve intervenire subito per evitare il rischio di una vendita a pezzi della Manfredonia Vetro: l’unica soluzione capace di garantire i lavoratori è quella di insistere nell’individuazione di un acquirente serio che voglia investire per far ripartire tutto l’impianto”. Così l’on. Michele Bordo, presidente della Commissione Politiche UE della Camera, dopo aver incontrato, durante il question time alla Camera, il ministro per lo Sviluppo Economico Carlo Calenda ed aver parlato al telefono con la viceministra Teresa Bellenova: “ad entrambi ho chiesto di intervenire immediatamente sul curatore fallimentare del gruppo Sangalli per ribadire che il Governo lavora ad una soluzione che preveda l’acquisizione dell’intero stabilimento e consenta di far ripartire la produzione”.

A motivare l’iniziativa dell’on. Bordo l’avvio, nei giorni scorsi, della procedura di vendita dello stagno, fondamentale per la riaccensione del forno, ancora stoccato presso il sito di Monte Sant’Angelo.

“Un atto diverso dagli indirizzi sulla vendita dell’impianto dati dal Governo e che rischia di provocare la reazione dei lavoratori, sui quali tra l’altro già grava la spada di Damocle dell’imminente scadenza della cassintegrazione in deroga.

Anche su questo specifico tema ho chiesto l’intervento dei vertici politici del Ministero del Lavoro, pur sapendo quanto sia ristretto il margine di manovra offerto dalla normativa sugli ammortizzatori sociali.

Per tutte queste ragioni ho suggerito, tanto a Calenda che alla Bellanova, di riconvocare quanto prima il tavolo ministeriale con le parti sociali, gli enti territoriali e il curatore fallimentare, anche al fine di approfondire meglio alcune delle proposte di acquisto dello stabilimento già presentate.

I lavoratori e le rappresentanze sindacali sanno quanto impegno io abbia riversato fino ad oggi nella ricerca di una soluzione a questa difficile vertenza – conclude Michele Bordo – Non ho nessuna intenzione di assistere passivamente allo spezzatino dell’azienda che pregiudicherebbe ogni ipotesi di rilancio dello stabilimento”.

 

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