La parola crisi in greco non significa solo confusione o opportunità ma anche separazione e decisione. Il momento di crisi che stiamo attraversando per via del Piano di rientro potrebbe rappresentare un’opportunità di svolta, di separazione da un certo modo di fare, di vivere, a condizione di intraprendere decisioni forti, nuove. Ne proponiamo alcune:
Rispetto dell’Altro da sé, delle differenze, delle diversità di genere, di etnia, di religione; delle preferenze sessuali.
Tutela per tutte le età della vita, specie per quelle ai margini: l’infanzia e l’anzianità. Progettare, tanto per gli anziani in aumento quanto per i bambini, luoghi di aggregazione e socializzazione che vadano oltre l’incontro in villa.
Valorizzare le potenzialità dei giovani, favorendone la non emarginazione; il dialogo; la partecipazione.
Porre in primo piano la cultura, incrementando l’azione educativa del teatro e del cinema. Incentivare investimenti privati che permettano di superare i limiti delle strutture esistenti e i tagli dettati dal Piano di rientro. Poter usufruire inoltre di una biblioteca aggiornata nei suoi sistemi e sempre più a misura di studente.
Far coordinare i principali enti formativi (scuole; chiese; associazioni di volontariato), per realizzare quanto scritto sopra.
Tutela del nostro territorio e contrasto a ogni forma di inquinamento: raccogliendo gli escrementi dei propri animali; non gettando i rifiuti per strada; combattendo l’abusivismo.
Incrementare il verde, garantendone la manutenzione da parte dei numerosi socialmente utili presenti.
Rendere la città vivibile per tutti, specie per chi è portatore di una malattia o di una disabilità, continuando a rimuovere qualsivoglia forma di barriera architettonica.
Combattere per una migliore presenza sanitaria nel territorio, a partire dall’ospedale cittadino.
Puntare con forza sul turismo, continuando sulla strada da poco intrapresa e superando i limiti ancora esistenti: favorire l’istallazione di strutture alberghiere in città; incrementare la rete di B&B; avere un’Agenzia del Turismo pienamente operativa; dotare Siponto di quanto serve per essere meta di villeggiatura. Solo con l’arrivo di “forestieri” (non solo concittadini emigrati in passato) potremo arricchirci, grazie ad una maggiore circolazione di capitale umano e materiale, di idee e denaro. In caso contrario le battaglie vecchie e nuove contro le istallazioni industriali sul territorio non avranno senso e si ricadrà nel diktat lavoro-salute.
Queste idee, possibile volano per una crescita futura, all’apparenza banali e semplicistiche, richiedono un grande spirito di collettività e la capacità di superare un certo iper – individualismo in noi presente. Possono sembrare utopiche, difficilmente realizzabili, specie in questo momento di crisi, e probabilmente sono tali. Eppure où-tòpos, la nostra utopia, in greco indica il non luogo. Da leggersi non come luogo di fantasia, inesistente ma come immagine alternativa di una realtà, quella attuale, che si vorrebbe nei suoi limiti superare.
Domenico Antonio Capone