Le faggete vetuste della Foresta Umbra sono appena diventate Patrimonio Naturale dell’Umanità. Si chiude così nel migliore dei modi il percorso di candidatura delle faggete vetuste della Foresta Umbra.
L’inserimento delle faggete vetuste della Foresta Umbra nel Patrimonio dell’umanità è stato decretato ieri a Cracovia, in Polonia, dalla Commissione dell’UNESCO per la World Heritage.
Si tratta di un riconoscimento seriale. Oltre che per le faggete garganiche, l’Italia infatti oggi contribuisce a questa rete con le faggete dei parchi del Pollino, dell’Abruzzo e delle foreste del casentino, in Toscana. Oltre all’Italia fanno parte di questo riconoscimento altri sei paesi europei. Facevano parte del sito le foreste di faggi di Slovacchia, Ucraina e Germania. Sono state inserite adesso anche quelle di Albania, Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Italia, Romania, Slovenia e Spagna.
Il dossier di candidatura per le faggete della Foresta Umbra era stato presentato a Parigi nei primi mesi del 2016 e aveva soddisfatto perfettamente i requisiti richiesti dall’Unesco. Oltre alle faggete garganiche c’erano altri tre siti italiani candidati a Patrimonio Naturale dell’Umanità, secondo i criteri fissati dall’Unesco.
Per studiare la longevità del faggio della Foresta Umbra, inserita dalla prestigiosa rivista National Geographic tra le cinque foreste più belle al mondo, il Parco del Gargano aveva siglato una convenzione con il Dipartimento di Scienze e Tecnologie per l’Agricoltura, le Foreste, la Natura e l’Energia (DAFNE) dell’Università degli Studi della Tuscia di Viterbo. Le ricerche hanno dimostrato che per la qualità del clima in Foresta Umbra ci sono faggi che riescono a vivere fino a 300 anni quando l’età media di quest’albero di solito non supera la soglia dei 200.
“Le faggete della Foresta Umbra – spiegava qualche mese fa Alfredo Di Filippo dell’Università della Tuscia di Viterbo (DAFNE) che ha seguito tutti i siti italiani candidati – sono uniche in Europa per il loro aspetto maestoso e l’elevata biodiversità, grazie all’elevatissimo grado di conservazione di questi siti rifugiali in ambiente Mediterraneo. Qui il faggio riesce a raggiungere 350 anni di età (a quote simili difficilmente raggiunge i 250) ed un’altezza di 45 metri (solitamente la statura non supera i 35). La riserva di Falascone, inoltre, costituisce un rarissimo esempio di faggeta mista, in cui un’altissima varietà di specie arboree dalle dimensioni eccezionali (aceri, tigli, carpini, agrifogli e soprattutto tassi), la rendono unica nel suo genere”.
Per il Gargano si tratta del secondo riconoscimento UNESCO dopo quello del Santuario di Monte Sant’Angelo”.
Fonte: Il resto del Gargano
Adesso bisognerà assumere un migliaio di guardie forestali, per evitare che qualche imbecille,cominci ad appiccare fuochi.