Sembra ieri, ma sono passati già dieci anni da quella tristissima mattina del 2 giugno del 2007, in cui, durante una partita fra amici, che chiudeva una stagione di incontri settimanali tra amatori, Umberto Brigida, appena trentenne, centrale difensivo moderno, di ottima prestanza fisica e capacità tecniche, ebbe delle sensazioni fisiche strane, che non riusciva neanche a definire bene: decise di smettere di giocare e si sedette nello spazio antistante il campo di gioco in cui, di solito, opera Peppino Ussato, magazziniere del Manfredonia Calcio; neanche a Giovanni Lauriola, che gli si avvicinò, riuscì a spiegare cosa avesse. Del gruppo faceva parte anche il medico, Antonio Castriotta che prontamente è intervenuto per capire cosa stesse succedendo. Neanche lui potè far nulla, Umberto, in pratica, è spirato tra le sue braccia.
Alla fine si scoprì che a tradire il giovane sipontino è stato il suo cuore, che fino a qualche minuto prima sembrava quello di un trentenne fisicamente perfetto, perchè Umberto era così dal punto di vista fisico:semplicemente perfetto.
A dieci anni di distanza il ricordo e l’affetto degli suoi amici è rimasto immutato. Tutti hanno a memoria quello che è accaduto, il suo garbo ed il suo grandissimo senso dell’amicizia.
Dal quel triste 2 giugno, ogni anno, al Miramare, si disputa un incontro di calcio che ferma i pensieri i tutti i partecipanti per 90’: famigliari e calciatori rivedono nei ventidue in campo gli stop, I lanci, le ferree marcature e le composte urla di sprone verso i compagni, di Umberto.
Quest’anno Matteo Piemontese, instancabile, in collaborazione con Pasquale Tricarico e Luigi La Forgia, ha messo su un quadrangolare di tre gare, coinvolgendo anche ragazzi più giovani.
Toccante il pre-gare con tutti gli atleti in cerchio per lasciare ad Umberto il centro del campo, il calcio di inizio.
Le tre sfide sono state intense e ben giocate. Solo per cronaca, a vincere è stata la squadra guidata da Sandro Salice con Lello Zerulo, Luigi La Forgia e Massimo Giocometti. A sollevare il trofeo al cielo, verso Umberto, Matteo Brigida con accanto la sorella Rossella e papà Saverio.
“Umberto non si dimentica, te lo porti nel cuore per tutta la vita. Il vuoto che ha lasciato in noi che siamo cresciuti con lui, è incolmabile.” Ha riferito un commosso Pasquale Tricarico.
Antonio Baldassarre
Il ricordo del caro “Berto” , nonostante il tempo trascorso, non si affievolisce minimamente. Un ragazzo dal sorriso e dalla cordialità molto contagiose e pieno di sani valori. Agli organizzatori dell’evento , desidero ringraziarli per il nobile gesto di ricordare un meraviglioso figlio di questa città.
Anch’io c’ero in quel giorno nefasto e mai potro’ dimenticare l’amico Umberto.