Il manfredoniano direttore sportivo del Foggia Calcio, Giuseppe Di Bari, chiamato cinque anni fa a risollevare le sorti di una società che, nonostante l’indiscusso ed invidiato blasone, rischiava, nell’estate del 2012, di non iscriversi 
neanche alla serie D, è riuscito in soli cinque anni a portare i Satanelli in serie B, passando anche dalla serie C2, due anni fa cancellata. Senza i capitali degli ultimi anni e con la costanza e l’intelligenza che lo ha contraddistinto anche da calciatore, è riuscito in due ad arrivare il LegaPro allestendo squadre con uomini vogliosi prima di riscattarsi calcisticamente e poi di badare al proprio tornaconto economico. Non sono mai mancate critiche e, come è normale in una piazza esigente come quella foggiana, spesso la sua “seggiola” è sembrata vacillare. Sugli allenatori è stato infallibile: dopo mister Padalino, la coraggiosa scelta di mister De Zerbi, idolo dello Zaccheria, ma esordiente tra i professionisti. Il tecnico bergamasco si è visto sfumare la Cadetteria all’ultima gara di playoff, ma ha avviato con il direttore sportivo un programma tecnico che ha dato i frutti migliori nell’anno successivo. Anche le dimissiono di De Zerbi hanno dato l’assist ai soliti detrattori per chiedere anche l’allontanamento dei DS di Manfredonia. La proprietà non ha abboccato e ha avallato anche la scelta del nuovo tecnico: Giovannino Stroppa, fortemente voluto da Giuseppe Di Bari. Il capolavoro il DS sipontino l’ha compiuto a dicembre, quando, di fronte all’ennesima contestazione successiva all’unica sconfitta casalinga contro il Fondi, e alla puntale conferma del duo Sannella-Curci, ha portato a Foggia Deli, classe “94, decisivo, e Di Piazza, già corteggiato in estate. Il resto l’ha fatto la sagacia di mister Stroppa capace trasmettere ai ragazzi stimoli e motivazioni e di dare alla squadra un assetto tattico che l’ha resa imbattibile sfruttando al meglio le capacità dei singoli.
Antonio Baldassarre
