In data 3 Aprile 2017 le sigle sindacali, FLAI CGIL, UILA UIL, FAI CISL, si sono riunite presso la sede di CONFINDUSTRIA di Foggia, al fine di avviare le procedure di licenziamento collettivo di 40 dei 50 dipendenti del sito produttivo di Manfredonia.
Le motivazioni di tale decisione, la congiuntura sfavorevole e la perdita di marginalità e di redditività aziendale.
Vi è da evidenziare che l’azienda è ricorsa nel triennio 2013/2016 al contratto di solidarietà. A nulla sono valsi gli sforzi delle maestranze, malgrado assoggettati a riduzione di orario di lavoro e ammortizzatori sociali al fine di rilanciare sul mercato il sito produttivo SILAC.
Ad oggi dopo tre anni le maestranze rischiano l’apertura della procedura di mobilità prevista dagli artt 4 e 24, comma 2 della legge 23 luglio 1991 n° 223.
Oltre 40 famiglie di Manfredonia a reddito zero. Considerando che la legge tutela il reddito per una durata dai 12 ai 24 mesi in base all’anzianità di servizio delle maestranze.
Da raccolta dati, nascerà una “NUOVA SILAC “azienda che sarà di proprietà di altra azienda d’importanza nazionale a sua volta partecipata da grosso gruppo industriale Europeo del comparto lattocaseario.
La nuova azienda comunica che la produzione verrà delocalizzata in uno stabilimento della società capogruppo sito in provincia di Caserta.
Il sito di Manfredonia verrà “relegato” a semplice magazzino di distribuzione dei prodotti.
L’azienda comunicherebbe alle maestranze la volontà di tutelare circa 10 posti di lavoro nel sito di Manfredonia, volontà non in linea con le richieste dei dipendenti i quali unitamente riferiscono ai sindacati nonché ai vertici della nuova società che se posti di lavoro vanno salvati debbono essere per tutti coloro che ad oggi sono in forza all’azienda e non solo ai 10 unità.
In un territorio quale il Gargano che produce latte di altissima qualità nonché di prodotti di eccellenza lattocaseari, affermati in tutto il mondo ed in un ottica di sviluppo territoriale del comparto agroalimentare che sembra non decollare grazie alla mediocrità del tessuto politico di Capitanata, la domanda che ci poniamo è:
“MANFREDONIA, CAPITANATA, QUALE FUTURO”
xhe’ avete oscurato il mio commento?
siete dei servi.VERGOGNATEVI
FATE ANCHE LA PARTE DI STARE CON LA GENTE…….
I VS. COSIDETTI ARTICOLI SONO SOLO IPOCRESIE
forse il suo commento è stato censurato perché non lo abbiamo ritenuto consono.
Si vergogni lei che offende le persone di nascosto ed in modo anonimo.
Un’impresa nasce e vive SOLO se c’è possibilità di creare profitto, se c’è bussines, se le alternative di allocazione del capitale non sono migliori…. E non nasce di certo per creare posti di lavoro. Questo ficcatevelo bene in testa una buona volta. Anche perchè nessuno potrà mai costringere a nessuno a fare l’imprenditore. Mi dispiace per voi, ma è stato sempre così, è così e sarà sempre così.
continuate a votare i vostri padroni che questo è il risultato….
come mai le iniziative industriali falliscono tutte?
Ce solo da vergognarsi…e facile dare sempre la colpa a politica ed istituzioni,il mio punto di vista è che poca gente cone palle che sappia fare imprenditoria,e se cercano di farla e solo per potersi riempire le proprie tasche senza pensare a crescere ed investire per il loro bene e quello della propria comunità,peccato un altro made in puglia che se ne va…
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Cosa ci è rimasto ancora che deve chiudere?..il Comune?….Che ci stèèèèèèèèèèèèèèè!!!!!!!
Un’altra mazzata per Manfredonia….ma l’imprenditoria manfredoniana dove sta ? Si gode i frutti guadagnati dal sudore dei lavoratori sulle spiagge tropicali e in crocere oceaniche ? Un filosofo girava con la lanterna per cercare un uomo.Noi gireremo con la lanterna per cercare un imprenditore
Che peccato un altra azienda che ci dava un minimo di orgoglio come cittadino sipontino andrà persa, gente con famiglia che si trova fuori senza stipendio andiamo male, questa politica ci sta vendendendo la nostra identità.