Domenica 24 Novembre 2024

Lo stalking nelle relazioni di intimità

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Un bollettino di guerra, quello che, purtroppo, ci viene quotidianamente propinato dai mass media, anche se la dura legge dell’informazione lo esige. Ogni giorno ascoltiamo dell’avvenuto omicidio ai danni di una donna. in massima parte per mano del marito o del fidanzato, quasi sempre per futili motivi. Una continua esclalation della violenza che si abbatte sui più deboli.

Femminicidio, violenza alle donne, stalking, tre parole coniate di recente, pesanti come macigni che nessuno ancora è riuscito a frantumare. Anche se il Parlamento italiano ha recentemente varato leggi speciali, che speciali proprio non sono, visto che già da tempo sono contemplate nel nostro Codice Penale, non producono effetti tali da scongiurare, o quantomeno, arginare tali sconcertanti fenomeni, dovuti, forse, al farraginoso e complesso iter procedurale, che, il più delle volte, non garantisce la certezza della pena, lasciando, quasi sempre impunito chi si macchia di tali aberranti reati.

Di questo e altro si è parlato durante l’incontro tenutosi lo scorso venerdì 7 aprile, presso l’Auditorium “Vailati”, in via Arcivescovado, nel quadro delle iniziative previste dal Corso di formazione dedicato alla “Violenza alle donne: Riconoscere per contrastare e prevenire”. La brillante iniziativa, fortemente voluta dall’Unione degli avvocati di Manfredonia, presieduta dall’avv.ta Nadia Di Sabato, e dal CPO (Comitato per le Pari Opportunità) del Tribunale di Foggia, presieduto dall’Avv.ta Ida Anna Di Masso, ha prodotto il coinvolgimento di Comuni, Enti e Associazioni di volontariato al fine di creare azioni sinergiche per affrontare insieme i vari problemi. Infatti, questo ambizioso progetto è stato patrocinato dai Comuni di Manfredonia, Monte S. Angelo, Mattinata e Zapponeta, con la collaborazione dell’Ordine degli Psicologi della Regione Puglia, del CPO dell’Ordine degli Avvocati di Foggia, del CREI (Centro Risorse per l’Educazione, Interculturale e del Centro di Cultura S. Chiara di Manfredonia. Tema dell’assise: “Lo stalking nelle relazioni dell’intimità”. Moderatore, il prof. Avv. Vincenzo Bruno Muscatiello, dell’Università degli Studi di Bari. A fare gli onori di casa, le Avv.te Nadia Di Sabato e Ida Anna Di Masso, per i saluti istituzionali. Quest’ultima ha illustrato tutte le iniziative e i progetti organizzati dal Comitato dal momento della sua istituzione. Ha fatto seguito il primo intervento del prof. Michele Illiceto, docente di Filosofia e direttore del Centro di Cultura “S. Chiara” il quale, nella sua brillante quanto enfatica orazione, che rasenta l’emozione, parla dei “Fondamenti antropologici della violenza”. “La violenza in generale e, in particolare quella sulle donne- esordisce l’oratore – nasce spesso dalla degenerazione della libertà e da un’idea sbagliata di amore. Un cattivo uso della libertà porta molti uomini a pensare che ad essa non ci siano limiti di sorta. Una libertà senza limiti degenera in delirio di onnipotenza. A questa libertà manca la responsabilità. Solo una libertà responsabile si autolimita e si fa riconoscimento della libertà altrui. Ma poiché spesso la violenza sulle donne nasce proprio da una relazione di intimità che tramonta e si esaurisce ecco che la seconda degenerazione da cui essa nasce è quella che riguarda l’idea di amore. Due cose in definitiva mancano a chi ricorre alla violenza: da un lato, un buon uso della propria libertà che si compie solo nella responsabilità e nella presa in carico dell’altrui libertà, dall’altro, un amore capace di donarsi fino a fare l’esperienza della perdita, anche della perdita dell’amato come l’altro di cui non ho alcuna proprietà”. Concetti di grande spessore naturale, sociale e culturale sui quali ognuno di noi dovrebbe profondamente riflettere al fine di indurci a considerare che la donna non è un oggetto del quale l’uomo possa disporre a piacimento, ma il completamento dell’uomo, secondo il disegno del Creatore. Non meno interessante e ricca di contenuti socio-psicologici, la relazione della Dott.ssa Claudia Ciccarelli, psicologa e psicoterapeuta dell’Osservatorio “Giulia e Rossella”, che ha illustrato il “Metodo di valutazione del rischio sotto l’aspetto della recidiva”, facendo riferimento al progetto europeo ISA, che nasce da quello Daphne realizzato dall’Associazione “Differenza Donna”, in collaborazione con partner italiani e europei. Lo scopo, quello di aiutare le donne vittime di maltrattamenti all’interno della coppia, di individuare i soprusi e trovare la soluzione per uscirne, con l’aiuto di chi si occupa di questo problema. Tale progetto nasce in seguito al “Sara”, dal quale è emerso che il rischio della recidiva spesso è legato alla consapevolezza dl rischio e alla strategia di impatto e reazione della vittima. Molto spesso la donna non viene riconosciuta quando riceve violenza. Il momento più difficile per la donna è la fase della separazione dove i fattori di rischio sono maggiori. Non meno interessante la relazione del Dott. Antonio Caricato, Dirigente Divisione Anticrimine della Questura di Foggia, che ha trattato il fenomeno stalking a seguito dell’intervento delle Forze di Polizia, evidenziandone le varie fasi. L’ammonimento prevede la possibilità di invitare lo stolker perché possa non dare più fastidio alla controparte, per giungere alla querela di parte. Per chiedere l’ammonimento, egli ha detto, si devono verificare condizioni:di minaccia o molestia. In caso di separazione molto spesso non viene applicato il provvedimento di ammonizione. L’adozione di quest’ultimo, comporta una più rapida procedura in quanto, già dal giorno dopo il soggetto viene sottoposto ad indagine. In casi di recidiva, invece, si applicano provvedimenti cautelari. L’analisi del reato di stalking o “sindrome del molestatore assillante”, quale “Fenomeno repressivo”, invece, nel brillante intervento del Prof. Avv. Vincenzo Bruno Bafundi, della Procura della Repubblica del Tribunale di Foggia, il quale introduce nell’affermare che per tale reato è prevista la pena con la reclusione fino a 12 anni. Pena molto severa per colpire i fenomeni di maltrattamento che molto spesso si verificano tra le mura domestiche, da una convivenza malata, dalla vessazione che avviene oltre la fine del rapporto, definito delitto improprio. La violenza alle donne, invece, conclude l’oratore, non è altro che una violenza ideologica, relazione offensiva, per passare ad analizzare le tante procedure in difesa di chi subisce stalking. Interessanti ed alquanto emblematici gli interventi che ne sono scaturiti. Il prossimo appuntamento è per Venerdì 21 aprile p.v. dalle ore 15:30 alle ore 19:30 presso la Sala Convegni ASL, via Barletta, in Manfredonia “Il reato di Maltrattamenti in famiglia aggravato da violenza assistenza: Strumenti legislativi a favore della Vittime” interverranno: Dott.ssa L. Simeone, Sostituto Procuratore Tribunale di Foggia, Dott.ssa M. Lanotte – Psicologa e Psicoterapeuta, Avv.ta T. Manente del Foro di Roma.
Matteo di Sabato

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