Sabato 21 Dicembre 2024

Rapine, furti, estorsioni: i Carabinieri individuano e colpiscono un’organizzazione criminale con base a Orta Nova. 15 le misure cautelari eseguite

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Nelle prime ore della mattinata odierna i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Foggia hanno dato esecuzione a un’Ordinanza di Custodia Cautelare nei confronti di soggetti di Orta Nova, Ordona e Cerignola, che avevano costituito un’associazione criminale dedita alla commissione di reati di grave allarme sociale quali furti, rapine, estorsioni, minacce e aggressioni, e che non disdegnavano neppure né le armi né gli stupefacenti.

Le misure sono state emesse dall’Ufficio del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Foggia all’esito di una complessa e prolungata attività d’indagine svolta dai Carabinieri e diretta dalla locale Procura della Repubblica, finalizzata a disarticolare il gruppo criminale.

L’indagine, protratta dal febbraio al maggio del 2015, ha permesso di accertare l’esistenza a Orta Nova del gruppo criminale. Nel corso delle indagini sono stati operati 6 arresti in flagranza di reato e sequestrate varie armi e circa 250 grammi di hashish. Parte della refurtiva, inoltre, è stata recuperata e restituita ai legittimi proprietari.

 

L’indagine era nata a seguito di un furto di armi commesso in un’abitazione, per cui era stato arrestato in flagranza di reato tale SANTORO Angelo. Da quel furto, mediante moderne attività tecniche e tradizionali servizi di osservazione, controllo e pedinamento, si era potuti giungere all’identificazione degli autori di altri reati.

In particolar modo è emersa la figura di RUSSO Leonardo, il quale, durante le conversazioni captate, in più occasioni, ha fatto riferimento alla propria organizzazione definendola come “squadra”, come addirittura una “piovra”: “… SONO COME UNA PIOVRA, ABBRACCIO TUTTI I REATI”.

 

Gli indagati pianificavano i furti nelle abitazioni con sopralluoghi, ricerche informative sulle persone da derubare, distinzione dei ruoli tra autore materiale e “palo”, e, infine, successiva ricettazione della refurtiva. Il furto, che solitamente si consumava nel giro di pochi minuti,  aveva come fine quello di raccogliere denaro liquido, gioielli, orologi, libretti postali, bancomat con relativi PIN, e quant’altro potesse essere facilmente e velocemente monetizzato.

Vittime preferite della banda erano le persone anziane e il furto veniva letteralmente guidato, in diretta, da chi rimasto all’esterno controllava che non vi fossero pattuglie in zona, o non stessero rientrando i proprietari, o non vi fossero pericolose curiosità da parte di altri.

Estremamente significative le frasi carpite dalle intercettazioni:

  • fase dell’accesso: “Oh hai aperto? – Sono duri aspetta! – Adesso datti da fare non ti stare tre giorni -omissis- che quello è legno marcio”.
  • fase della sottrazione: “Come stanno i fatti? E’ tutto a posto? – Sì, però adesso fammi fare un’altra botta (un’altra ripassata)! – Hai trovato bene? – Sì però fammi fare un’altra botta! – Mhè, vedi bene uaglio’ ancora trovi qualche busta; vedi bene, che quello è vecchietto, sotto il materasso!”.

“Ma stanno televisioni e cose buone? Meh però datti da fare, vedi bene sopra l’armadio, sotto l’armadio, sotto il comò e fa subito e tieni il telefono a portata di mano! Vedi se trovi qualche bancoposta, qualche bancomat, vedi che deve stare pure il codice, poi vediamo insieme. Prendi tutte le carte!”.

 

Le indagini in un caso hanno anche permesso di individuare e recuperare la refurtiva sottratta in un appartamento presso un negozio compro-oro, i cui titolari, senza farsi troppi scrupoli, avevano ricettato i gioielli provento del furto, motivo per il quale sono stati anch’essi deferiti all’Autorità Giudiziaria.

 

Il gruppo era dedito anche ai cosiddetti “cavalli di ritorno” sulle auto rubate, concordando il prezzo dell’estorsione con le vittime che, “fatalmente” rassegnate e compiacenti, e quindi doppiamente vittime,  rinunciavano poi a sporgere denuncia pur di riavere il mezzo.

 

La disponibilità di armi da parte del gruppo è stata provata grazie al rinvenimento e al conseguente sequestro, nel corso di una ben mirata perquisizione in un podere nelle campagne di Ordona, di 4 fucili da caccia, di cui uno a canne mozze, 1 pistola a tamburo, 5 repliche di pistole, munizionamento vario, che ha portato all’arresto di tale CORDISCO Angelo.

 

Proprio per la pericolosità della “squadra” la  Procura della Repubblica, già il 05.05.2015, aveva emesso un provvedimento di fermo di indiziato di delitto nei confronti di RUSSO Leonardo, BUONAVITA Vincenzo e BARBARO Ruggiero, tre dei destinatari della odierna misura della custodia cautelare in carcere, in quanto responsabili di rapina e lesioni personali ai danni di un 84enne di Orta Nova per sottrargli la pensione, del tentato furto presso un’attività commerciale,  non riuscito per l’intervento di un testimone che, accortosi del furto in atto, aveva allertato i Carabinieri, nonché di tentata estorsione nei confronti di quest’ultimo stesso, mediante minacce e violenza, consistita nella sua aggressione in una vera e propria spedizione punitiva presso un bar di Orta Nova, come ritorsione per il mancato guadagno che avrebbero potuto ottenere portando a termine il furto da questi sventato.

La pericolosità del gruppo trova conferma anche nell’elevato numero di reati commessi in un così limitato arco temporale, nonché nella personalità criminale dei soggetti interessati, desunta dai loro precedenti di polizia e dal fatto che, seppur gravati da misure quali la sorveglianza speciale di PS, obbligo di firma e arresti domiciliari, non si sono fatti alcuna remora nel proseguire le loro carriere criminali, refrattari ad ogni intimazione al rispetto per gli altri e alle più basilari norme del vivere civile.

Infine, un ruolo di primo piano nel panorama della delinquenza di Orta Nova è emerso rivestito dal GAETA Francesco, altro destinatario della misura della custodia in carcere, e dal fratello Andrea, destinatario della misura dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria, componenti ed elementi di spicco dell’omonimo gruppo criminale. Presso il primo le vittime dei reati si rivolgevano per ottenere la restituzione delle autovetture rubate, mentre i sodali del gruppo da lui ricevevano le commissioni dei furti stessi; presso il secondo si rivolgevano gli autori dei furti per ricettare la refurtiva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Articolo presente in:
Capitanata

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