È da qualche anno che nella nostra città non è più attivo un reparto di ostetricia e ginecologia presso l’ospedale civile “San Camillo de Lellis”. Tutto questo ha causato enormi disagi alla popolazione non solo manfredoniana ma di tutto il versante meridionale del Gargano. Disagi dovuti al fatto di essere obbligati a spostarsi verso Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo. Le polemiche degli scorsi anni sembrano quasi essersi spente ma i disagi continuano a creare problemi all’utenza di una parte importante del territorio garganico. Solo negli ultimi mesi si sono registrati almeno due casi di parti in autoambulanza. La chiusura del reparto a Manfredonia porta da qualche anno a costanti spostamenti verso San Giovanni Rotondo, nella stragrande maggioranza dei casi, oppure verso Foggia e Cerignola.
Ai disagi dovuti alla mancanza di un punto nascite operativo a Manfredonia, mancanza che porta ad un notevole “affollamento” di Casa Sollievo della Sofferenza, si aggiunge un problema non tecnico ma comunque importante. La nostra città è tra i centri pugliesi più “degni di nota” dal punto di vista storico. La nostra non è semplicemente una classica città di provincia o il mancato capoluogo del Gargano, come spesso sentiamo dire, ma un centro ricchissimo di identità storica e culturale. Manfredonia è una città antropologicamente molto interessante, un centro che si è sempre fatto conoscere per i propri tratti identitari. Lo stesso Manfredi di Sicilia, fondatore di Manfredonia, diede il proprio nome alla città, come se volesse lasciare il proprio segno impresso su quel territorio al quale era ed è indissolubilmente legato. Certo essere manfredoniano non significa essere nato a Manfredonia ma il fatto di non poter dare ai nostri figli la possibilità di nascere nella propria città è e rimarrà una perdita gravissima, un’espressione della sciatteria insita in chi nulla ha compiuto perché tutto ciò non succedesse. E mentre a Cerignola e San Severo si partorisce, a Manfredonia si “emigra”.
Giovanni Gatta
