La solenne celebrazione dell’Eucarestia presieduta da S. E. Rev.ma Mons. Michele Castoro, presule della Cattedra di Manfredonia, Vieste, San Giovanni Rotondo, preludio al rinnovo dell’adesione dei medici cattolici all’AMCI, (Associazione Medici Cattolici Italiani), sezione “Mons. V. Vailati” di Manfredonia per l’anno sociale 2017-‘18.
La cerimonia ufficiale, presso l’elegante Auditorium “V. Vailati”, presenti: il dott. Vincenzo De Filippis, direttore dell’Unità Complessa Rischio Clinico e Medicina Legale dell’ASL BA e presidente della FEAMC (Federazione Europea Associazioni Medici Cattolici), p. Rosario Messina (camilliano), assistente ecclesiastico, p. Aldo Milazzo (camilliano), direttore diocesano per la pastorale sanitaria, il dott. Antonio Facciorusso, presidente dell’AMCI, sez. di S. Giovanni Rotondo, il dott. Renato Sammarco, responsabile provinciale SIMG (Società Italiana di Medicina Generale e delle cure primarie), il dott. Giuseppe Rinaldi, primario di neurologia, Ospedale Di Venere di Bari, la prof.sssa Arcangela Bisceglia, presidente UCIIM (Unione Cattolica Italiana Insegnanti Medi), la dott.ssa Maria Antonietta Totta, presidente dell’AMMI (Associazione Mogli Medici Italiani), i soci e un foltissimo pubblico.
Prima di procedere alla rituale consegna delle tessere, il dott. Giuseppe Grasso, presidente del sodalizio, nel ringraziare i presenti per la partecipazione, ha ribadito che il rinnovo dell’adesione convinta all’AMCI porti lo spirito laico e ecclesiale alla fede, alla ragione, per volare sempre più in alto.
Al saluto del dott. Facciorusso è seguita una breve, quanto incisiva riflessione di p. Rosario sulla figura del medico cattolico, attraverso quanto ebbe a scrivere Papa Paolo VI nel 1975 sulle virtù preclari di San Giuseppe Moscati, il medico dei poveri: “E’ un laico che ha fatto della sua vita una missione percorsa con una autenticità evangelica, una missione di carità, uno strumento di elevazione di sé e di conquista degli altri a Cristo Salvatore; è un professore universitario che ha lasciato tra i suoi alunni una scia di profonda ammirazione non solo per l’altissima dottrina ma anche e specialmente per l’esempio di dottrina morale di limpidezza interiore, di dedizione assoluta data alla cattedra; è uno scienziato di alta scuola. Tutta la sua vita può essere condensata in queste poche righe stilate di suo pugno: “Ama la verità; mostrati qual sei e senza infingimenti e senza riguardi. E se per la verità dovessi sacrificare te stesso e la tua vita, tu sii forte nel sacrificio”.
Un messaggio molto forte che fa del medico cattolico un missionario in difesa della salute. E’ proprio di questo che l’esimio dott. Vincenzo De Filippis ha parlato all’attento e colto uditorio. Della “responsabilità professionale nella pratica medica e il ruolo del medico cattolico oggi”. “Missione del nostro essere medici e responsabilità professionale,- ha esordito il relatore – sono le condizioni essenziali che pongono il medico a considerare le proprie responsabilità, pur nella consapevolezza di aver offerto al malato l’assistenza necessaria. In tal caso egli non è ritenuto punibile.
La responsabilità consegue all’inadempimento delle obbligazioni inerenti lo svolgimento dell’attività professionale e derivante dal nesso causale: la certezza oltre ogni ragionevole dubbio, danno ingiusto cagionato da fatto illecito. L’obbligazione del medico è una tipica obbligazione di mezzi, o di diligenza, in quanto egli è obbligato ad eseguire la prestazione con la diligenza dovuta, ma non è tuttavia tenuto a conseguire il risultato.
Se il medico è bravo, oltre a rendere un servizio al paziente, evita anche problemi penali. E’ importante che il medico cattolico sia bravo, anche perché lo richiede il Vangelo. Il dott. De Filippis, conclude la sua dotta relazione volgendo lo sguardo all’obiezione di coscienza del medico cattolico. “Non è possibile tollerare che una coppia di uomini possano chiedere in prestito l’utero di una donna per impossessarsi del bambino. La nascita concepisce l’unione di un uomo e una donna. La nostra credibilità come medici cattolici è che dobbiamo portare avanti il valore dell’uomo, della donna, nel credo del Vangelo.
Conclude S. E. Mons. Castoro nell’affermare che il medico è al servizio della persona malata. La scienza si appella alla coscienza umana e alla responsabilità del medico che ha adottato tutte le accortezze per curare il malato. Al termine la cerimonia della consegna delle tessere.
Matteo di Sabato
Circa la questione dell’utero in affitto. E’ certamente tema etico complesso e sensibile, di grande attualità. Sebbene in Italia la questione non si ponga; la legge non consente. Credo, però, che più che “portare avanti il valore dell’uomo e della donna” in merito a concepimento e genitorialità, sarebbe invece il caso di porre al centro il superiore interesse del minore. Quindi, se è vero che la maternità surrogata oltre a porre gravi interrogativi etici, pone il nascituro di fronte a sfide troppo complesse di affettività, appartenenza e relazione, sarebbe più coerente e meno ipocrita aggirare il ricorso a tale pratica intanto consentendo l’adozione del figlio del partner (nel caso delle coppie omosessuali; con legame biologico così garantito). Mi pare proprio che questo punto sia stato stralciato dalla recente legge sulle unioni civili. Altra strada percorribile nel superiore interesse del minore, ma in Italia ci arriveremo tra decenni forse, consentire l’adozione alle coppie dello stesso sesso secondo i criteri severi e già codificati per le coppie etero. Circa la genitorialità omosessuale c’è una letteratura lunga già almeno due decenni. Vale la pena leggersela.
Meno pregiudizi precostituiti, più capacità di andare oltre le barricate ideologiche (rispettive),più capacità di franco confronto, superiore interesse del minore e responsabilità genitoriale che implica rinunciare a una parte del proprio interesse narcisistico rispetto al desiderio di genitorialità per far davvero posto “all’atro bimbo”. Tenendo ben presente che questo ha tanto valore per le coppie omosessuali, quanto per quelle eterosessuali!
Una cattolica progressista che non vuole aver paura del confronto con le diversità, e che nemmeno teme che queste la privino delle proprie peculiarità (in questo caso genitoriali, in quanto donna, in quanto etero.) Attendiamo nuove leggi nazionali luminose e ben scritte sul tema.