Incessante il deprecabile scarico in mare di ogni sorta di rifiuti, in particolare di cassette in polistirolo usate dai pescatori per il contenimento del pescato. Trascinati dalla risacca, detti rifiuti si depositano negli interstizi dei frangiflutti sistemati lungo la banchina di levante, senza essere periodicamente rimossi. Questo crea uno spettacolo indecoroso, oltre che a produrre inquinamento. Indegno per una città come Manfredonia che sta facendo di tutto per incentivare il turismo. Non ci stancheremo di denunciare tale degrado fino a quando le Istituzioni deputate a farlo non provvederanno a restituire smalto al nostro porto. Ma la cosa più strana è che per ridare slancio e funzionalità al nostro porto, l’Autorità portuale, fino ad oggi ha speso oltre 10 milioni di euro, per lavori faraonici, senza prima provvedere a dotare la struttura portuale di attrezzature strettamente necessarie al suo buon funzionamento, evitando di creare enormi difficoltà agli operatori della pesca. Eppure, in data 13 ottobre 2012 l’Ufficio stampa del Comune di Manfredonia diramò la notizia, apparsa anche sul sito ufficiale, dove, con grande soddisfazione degli “addetti ai lavori”, si portava a conoscenza della cittadinanza il progetto presentato congiuntamente dal Comune di Manfredonia e dall’Autorità Portuale, finanziato dalla Provincia di Foggia. Si parlò d’interventi pari a circa 143 mila euro per integrare e migliorare la gestione dei rifiuti in ambito portuale sia a terra che in mare, prodotti dai pescherecci “Si tratta di opere indispensabili per assicurare alle attività legate alla pesca e dunque ai suoi operatori, quegli standard di infrastrutture igienico sanitarie tecnologicamente avanzati funzionali al loro lavoro”, ha affermato il sindaco Angelo Riccardi. Viva soddisfazione fu espressa anche dal Commissario dell’Autorità portuale il quale sottolineò che tali opere avrebbero interessato i tre moli del porto commerciale e peschereccio, levante, tramontana e ponente e sarebbero andati ad aggiungersi a quelle strutturali riguardanti i medesimi moli, in corso di appalto per circa dieci milioni di euro. Dette opere consistevano nella realizzazione di tre impianti per il pretrattamento delle acque raccolte dalle sentine dei pescherecci per poi scaricarle direttamente nella condotta fognaria. La presenza di cassonetti scarrabili per la raccolta di cordame e frammenti di reti che solitamente si buttano in mare o si abbandonano sulla banchina. Bagni pubblici prefabbricati da installare sui tre moli in prossimità delle condotte idrica e fognaria e della rete elettrica, tra cui due WC monoblocco prefabbricato per utenti diversamente abili. Infine, l’acquisto di settantadue cassonetti di varie dimensioni, scarrabili e fissi, contenitori per oli esausti, per lo stoccaggio di batterie esauste; di un motocarro elettrico munito di vasca ribaltabile per RSU con dispositivo voltabidoni e voltacasssonetti. Per gli interventi di pulizia in mare è stato disposto l’acquisto di un battello ecologico a servizio dell’area portuale di Manfredonia. Un bel progetto che, se fosse stato realizzato, sì che avrebbe portato giovamento sia alla struttura portuale che ai pescatori. Purtroppo, dopo quattro anni nulla è stato realizzato. Prima di andare in stampa abbiamo tentato si saperne di più. Ci siamo rivolti ad alcuni funzionari del Comune per avere delucidazioni in merito. Purtroppo nulla di fatto. Da un recente sopralluogo, abbiamo riscontrato che la sporcizia regna sovrana, ci sono solo cinque cassonetti, quasi tutti vuoti. Cordame e spazzatura varia depositata per terra. Un solo punto per la raccolta degli oli esausti. Di bagni pubblici nemmeno l’ombra, per non parlare, infine, delle numerose piazzole per la raccolta delle acque dalle sentine senza le apposite colonnine mai usate.
Matteo di Sabato