Che significato ha l’iniziativa del sindaco Riccardi di riprendere a Bruxelles una questione ormai già chiusa nel 2012?.
La complessa vicenda prende le mosse nel 2003 quando la Commissione Europea avviò nei confronti della Repubblica italiana la procedura d’infrazione 2001/4156 per la non corretta applicazione delle Direttive79/409/CEE e 92/43/CEE relativamente all’area industriale del Comune di Manfredonia in particolare per la mancata tutela della ZPS “Valloni e Steppe Pedegarganiche” in cui insisteva la zona industriale di Manfredonia e dove risultava localizzato il progetto Energas. Al fine di porre rimedio a quanto contestato nella citata procedura d’infrazione il Comune di Manfredonia e la Regione Puglia, d’intesa con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, hanno provveduto a predisporre una convenzione avente la finalità di assicurare la coerenza complessiva della Rete Natura 2000 attraverso un inquadramento dell’area industriale in un più ampio sistema di miglioramento della qualità ambientale dei siti interessati in maniera indiretta dagli interventi industriali (ZPS e SIC), approva la Delibera di Giunta Regionale n.917 del 26/06/2006 con la quale si afferma che per superare il grave stato di crisi economica, occupazionale e sociale del territorio di Manfredonia, si è rivista la destinazione urbanistica e ambientale della zona D49 con opportune compensazioni per non scongiurare lo sviluppo economico dell’area stessa. Fermo restando gli studi di Incidenza presentati e avvallati. La UE archivia pertanto la procedura di infrazione 2001/4146 verso lo Stato Italiano con un provvedimento E/2012/4183 del 21.06.2012 di fatto regolarizzando l’insediamento della zona industriale di Manfredonia in cui è ubicato il progetto Energas.
In tutti questi anni il sindaco Riccardi, ma non solo lui, non si è accorto di nulla? Solo ora si è svegliato e si agita?
In pratica grazie ad una convenzione tra il Comune di Manfredonia e la Regione Puglia si è previsto la compensazione alla sottrazione di habitat 6220 con circa 500 ettari nella zona sud di Lago Salso. Per quanto concerne la tipologia di habitat 6220 “Valloni e steppe pedegarganiche” della zona interessata, questa si presenta tutt’oggi distribuita in maniera frammentata e disomogenea nonché antropizzata (12.000 ettari circa il 42% dell’intera area SIC e ZPS). Di essi solo 17 ettari interesseranno il progetto Energas (0,13%) quindi una sottrazione di habitat irrilevante, senza parlare delle prescrizioni ambientali che ricadono sul sito del deposito Energas e una richiesta di compensazione ambientale che si dovrà affrontare per migliorare aree al di fuori del deposito, si parla di circa 200 ettari. Quindi non solo minimizzazione dell’impatto ambientale ma anche valorizzazione dell’habitat oggi compromesso e quasi inesistente.
Peraltro la questione Energas è ben nota al capo dell’Ufficio ambiente comunale, Antonello Antonicelli, dal momento che quando era in forza alla Regione Puglia, concorse a formulare parere favorevole nei confronti del progetto Energas. Ora che posizione sostiene?
Enzo Renato – Presidente Ambiente Nautilus
Le domande poste dal Presidente Nautilus,mi sembrano opportune…!
E chi è stato tirato in ballo,male non farebbe a rispondere!
Attendiamo….
vincenzo d’onofrio,medico.
No, dottore, lui non risponde, minaccia solo querele!
Complimenti, Enzo Renato, Presidente Ambiente Nautilus e a tutta la sua associazione. Se non ci impegnamo tutti per un secondo NO il 4 dicembre, tutto lo sforzo profuso per il NO al bombolone sarà vano.
Decidere da parte dei prestanomi di massonerie e lobbisti “uniteralmente per distrugger il paese e pggio del Nazismo di Adolfo Hitler!
NON VI FATE INCANTARE VOTATE NO!
Questa “POLITICA”, non si capisce mai chi deve decidere. Ecco perché al REFERENDUM, bisogna votare Si .
il tuo sogno si è realizzato