“Dipendenze – Educazione nella scuola. Quali sfide per le agenzie educative”, sono stati gli argomenti che hanno catalizzato l’attenzione del numeroso e qualificato pubblico, in particolare studenti, convenuto durante l’incontro che si è tenuto nei giorni scorsi presso l’Auditorium “Mons. V. Vailati” di Manfredonia. Ad organizzare l’interessante assise presieduta da S. E. Nons. Michele Castoro, arcivescovo, l’U.C.I.I.M. (Unione Cattolica Italiana Insegnanti Medi), l’A.M.C.I. (Associazione Medici Cattolici Italiani) e la S.I.M.G. (Società Italiana di Medicina Generale e delle cure primarie), sez. Dauna, con il valido supporto dell’Arcidiocesi di Manfredonia, Vieste, S. Giovanni Rotondo. Continua così l’impegno dei suddetti sodalizi che, in perfetta sinergia si rivolgono al territorio attraverso una efficace sensibilizzazione dell’opinione pubblica e delle autorità competenti al fine di meglio tutelare l’ambiente che ci circonda. Questa volta la loro attenzione si è posata sul mondo della scuola, alle dipendenze che nel suo interno continuano a crescere in modo esponenziale e alle possibili soluzioni per debellarle. Ad introdurre la prof.ssa Arcangela Bisceglia, presidente dell’UCIIM sipontina la quale ha così esordito: “Un tempo i giovani avevano pochi punti di riferimento, oggi i genitori e la scuola devono competere ed essere competitivi con tutte le realtà circostanti. I mass media indicano dei bisogni che condizionano determinati comportamenti che possono creare vere e proprie dipendenze. Solitamente la nostra attenzione è rivolta all’alcool, al fumo, alla droga, senza renderci conto, però, che la dipendenza è frutto di un’alterazione del comportamento che da semplice abitudine si trasforma in ricerca esagerata e patologica che porta l’individuo a perdere il controllo sull’abitudine” L’interessante incontro si è incentrato sulla illuminata relazione della dott.ssa Lucrezia Stellacci, direttore generale del MIUR che ha parlato di “Educazione e dipendenza” Due termini che negli ultimi decenni hanno scatenato un vero e proprio terremoto nel mondo della famiglia, della scuola e della società. L’oratrice, rifacendosi al discorso del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, pronunciato in occasione dell’inaugurazione dell’anno scolastico in corso, ha ribadito che: “L’educazione è un fattore centrale e decisivo nello sviluppo di un Paese, è la radice del futuro nazionale – non avremo crescita dell’occupazione senza un sistema formativo sempre più efficiente – non avremo una società migliore senza una scuola che migliori costantemente”. “E’ evidente – sostiene la dott.ssa Stellacci – che il termine ‘educazione’ assume il significato di ‘formazione’, come insegnamento/apprendimento di conoscenze, competenze e valori. (…) D’altra parte ci sarebbe da chiedersi: com’è possibile istruire senza educare? In tal caso l’istruzione si riduce ad un semplice processo informativo limitandosi a dare una serie di notizie su determinati argomenti senza, peraltro coinvolgere l’utente divenendo un processo unidirezionale . Ma insegnare significa lasciare un segno, un seme nel cuore e nella mente del discente che non può non presupporre la partecipazione del discente al processo, che non è più unidirezionale e meramente informativo, bensì bidirezionale ed educativo” Concetti molto profondi sui quali bisognerebbe riflettere a partire principalmente dalla famiglia, oggi, più che mai distolta dai principi basilari sui quali si fonda, l’amore e la responsabilità di educare. Valori che una volta si tramandavano da padre in figlio, ma che oggi hanno perduto lo smalto necessario, creando una vera e propria crisi antropologica, causata principalmente dalla ricerca smodata dell’illusorio benessere materiale. Non meno ricco di significati l’intervento del prof. Filippo Maria Boscia, presidente nazionale dell’AMCI. Il suo primo pensiero è andato ai giovani. “Aiutarli a progettare il futuro. Non si può pensare a un momento esaltante senza pensare ai giovani, oggi, più che mai, colonizzati da strumenti infernali: mass media, consumismo quotidiano, dipendenza dalla pubblicità, dai telefonini, elementi che ne alterano il processo di educazione e di formazione. Processo che permette al bambino di crescere, diventare adulto e, all’adulto, di diventare migliore. Oggi il virtuale è diventato reale. Si continua a correre senza aver cura della propria esistenza, motivo che porta allo stress ossidativo. Quindi niente certezza assoluta, ma solo solitudine dei giovani. A questo si aggiunge il non ascolto, la mancanza di dialogo, fattori che creano in essi insoddisfazione, che neanche la medicina ha trovato una soluzione”. Anche Mons. Castoro nel suo breve, quanto incisivo intervento conclusivo, si è rivolto ai giovani. “Essi non ci ascoltano, ma ci guardano. L’educazione è la grande sfida del nostro tempo. Il grande educatore è stato Dio. Con la sua creazione non fa altro che educare attraverso la misericordia”. Poche parole, ma molto profonde e ricche di significato. Al saluto di don Salvatore Miscio, assistente ecclesiastico dell’UCIIM, sono seguiti gli interventi degli studenti Raffaele Sorbo, Francesco Rinaldi e Grazia Salcuni del Liceo Classico “A. Moro”, invero molto apprezzati, i quali, all’unisono, con domande intelligenti, hanno chiesto ai relatori di prodigarsi per ottenere una scuola più moderna, più vicina agli studenti, alle loro necessità, che sia più presente in un contesto sociale molto difficile. In definitiva una “Buona scuola”.
Matteo di Sabato
Ma quante belle chiacchiere…