Il referendum consultivo, in merito alla nota faccenda EnerGas, per cui saranno chiamati ad esprimere il proprio parere i cittadini di Manfredonia il prossimo 13 novembre, ha suscitato reazioni contrastanti non solo nel mondo politico. Le obiezioni maggiori sono di carattere economico e tempistico: il referendum richiederà una spesa, al momento non ancora quantificata, che andrà a gravare sulle già disastrate casse comunali, e sarebbe viziato da un ritardo congenito. L’aver deliberato a favore dell’opzione referendaria il 28 settembre e l’aver posto nella prima metà di novembre la chiamata alle urne comporterebbe, ad avviso di alcuni, una mancata piena informazione in merito alla faccenda, considerando inoltre che nella delibera n.28 del 17.09.2015 “ il consiglio comunale dichiara la propria assoluta contrarietà alla realizzazione dello stoccaggio (del progetto EnerGas) ed impegna il Sindaco e l’Amministrazione, interpretando le attese di tutta la città, ad attivarsi nelle sedi opportune…”. Pur non rigettando la concretezza delle rimostranze suddette (considerando tuttavia come nel corso di questi anni tramite varie iniziative popolari i cittadini abbiano maturato una loro opinione personale) colpisce la natura del referendum che essendo consultivo rappresenterà solo una richiesta di parere legalmente non vincolante quanto alla decisione successiva. Non è espressione, al contrario di quanto sostenuto da alcuni, di “democrazia (diretta) dal basso”. Non è il corpo cittadino chiamato a prendere una decisione ma semplicemente ad esprimere un parere sulla vicenda. Diversa cosa sarebbe stata se lo Stato avesse deciso dal principio di chiedere al corpo cittadino la sua eventuale accettazione o rifiuto di un progetto che, per quanto ritenuto da Diamante Menale perfetto (quasi fosse una panacea a tutti i limiti occupazionali locali), interesserà un’area già in passato segnata da una scellerata politica industriale. Se tale azione è impraticabile in base alla legge sicuramente appare come la più logica. Tuttavia non dobbiamo considerarlo inutile questo referendum poiché sarà occasione per saggiare la maturità del senso civico della cittadinanza che, sorto con forza dopo il disastro dell’Enichem, ha trovato nella partecipazione all’iniziative di #Arsenico40 una sua viva manifestazione e potrebbe giungere ad una piena completezza proprio in vista del 13 novembre. Se è pur vero che nelle piazze la cittadinanza ha già chiaramente espresso la propria opinione è doveroso canalizzare e riconoscere istituzionalmente ciò tramite questo referendum che si potrebbe considerare quasi un censimento. Sicuramente emblema di democrazia perché permetterà a chi è favorevole all’istallazione del complesso di esprimersi nel segreto delle urne senza il rischio di essere additato dai più come un materialista insensibile vendutosi per un tozzo di pane. Ma anche opportunità per scoprire la tenuta decisionale di quanti, pur contrari, potrebbero vacillare proprio per mancanza di un tozzo di pane.
Domenico Antonio Capone
OK ALLORA NO A ENERGAS E NO ALLA RIFORMA COSTITUZIONALE E FORSE SALVIAMO MANFREDONIA DAI CINICI SFRUTTATORI DEL NOSTRO TERRITORIO.
No a Energas con tutte le forze e No a Renzi e la sua schiforma.
Dopo due anni di battaglie nelle piazze, non sopporto che si dica no ai cittadini, tutto qua.
x NO ENERGAS,
SECONDO ME TU SEI UN PALADINO DI ENERGAS.
Avete tutti paura della verità?
Vi fa male sapere che a Manfredonia c’è o non c’è una fetta di persone che dice SI all’impianto?
Il referendum nasce proprio per questo, per permettere a tutti (anche chi non va in piazza a firmare) di esprime la propria opinione,nel segreto dell’urna.
Il referendum è la massima espressione di democrazia, che ci è stata affidata da padri costituenti, e che Renzi vuole cambiare,aumentando il numero delle firme per la proposizione, portandole a 800.000 firme.
Non abbiate paura, la città sa cosa vuole, anche se c’è qualcuno che si vende al primo offerente, vuol dire che questo è anche Manfredonia, ma non credo che siano in tanti.
Sicuramente ci saranno persone che voteranno SI, ma non per questo si vendono per un tozzo di pane,forse non hanno ben compreso la inutilità di questo impianto per la nostra città.
Visto che la maggioranza dei cittadini è gente onesta e che lavora,non ho dubbi che vinca il NO.
Non vediamo una spesa inutile, li dove si deve dare un diritto ai cittadini, qui a Manfredonia ci sono stati altri sprechi più inutile, e di certo non è quello di spendere dei soldi per garantire un diritto sacrosanto garantito dalla Costituzione.
Invece di vedere che fine hanno fatto chi ha deciso il referendum,qui si parla ancora se sia utile o meno,oppure che se è uno spreco o meno.
Quanti hanno acquistato spazi pubblicitari su questa testata per pubblicizzare il No Energas? A vero quello si fa solo sotto le amministrative.