La richiesta della Corte dei Conti di chiarimenti riguardo i bilanci dell’amministrazione Riccardi ha provocato delle reazioni sia da parte dell’assessore che dell’opposizione, dando sfogo ad un acceso dibattito che nulla ha a che fare col buon governo e con la buona opposizione. Chi ha il potere (ormai da troppi lustri) è arrogante e pieno di saccenza; i più arroganti sono tuttavia quelli che arrivano al potere senza legittimazione popolare, ma solo per vicinanze politiche. Vorrei ricordare, a tal proposito, la posizione del Sindaco e dell’assessore che, quando queste irregolarità su cui la Corte dei Conti sta indagando avvenivano, avevano una posizione di arroganza, saccenza ma soprattutto dileggio nei confronti di chi, come noi, le denunciava pubblicamente documentando tutto quello che affermavamo. Lo abbiamo fatto in tutte le sedi: Consiglio Comunale, Procure Contabili, dal Prefetto, nelle Procure Amministrative, nelle piazze, sui giornali. Il Consigliere Troiano con grande coraggio denunciava, presentava mozioni di sfiducia agli amministratori “incapaci”, si recava dal Prefetto, presentava proposte fattibilissime seppur alternative. Da sempre abbiamo denunciato l’opacità dei residui passivi e delle anticipazioni di cassa, che venivano usati come bancomat, anche prima dei rilievi dei revisori contabili. Va ricordato l’accanimento del consigliere Correale di conoscere prima delle elezioni amministrative il parere dei revisori, rimanendo baluardo solitario votando sempre contro i bilanci fino alla fine della Consigliatura, a differenza di chi era stato eletto per fare opposizione. In cambio abbiamo ricevuto dileggio e sarcasmo soprattutto da parte dell’assessore, che continua ancor ora imperterrito a sminuire le richieste della Corte dei Conti. Anche il Sindaco faceva della derisione opera costante e continua. La vicenda dell’ecotassa è emblematica: le nostre affermazioni riguardo il pagamento della stessa alla Regione Puglia erano “chiacchere al vento”, nonostante fossero supportate da atti della Regione, mentre la posizione dell’amministrazione derivava da dati interni noti solo a loro. E l’opposizione dov’era? Assente, o parlava con slogan ideologici per nascondere con ipocrisia l’incapacità di proposte alternative da una parte o presunti accordi – mai smentiti – da un’altra. Ci rimproveravano quando richiamavamo l’attenzione sui bilanci, come se difendere le tasche della gente fosse un vulnus politico. Adesso tutti sono esperti di residui, anticipazioni ecc. Siamo felici d’aver portato l’attenzione su argomenti che appaiono tecnici ma sono importantissimi per la quotidianità delle persone. Carissimo assessore, perlomeno lei ha avuto il consenso popolare. Faccia un’operazione verità e dica alla Corte dei Conti che per fare spesa elettorale, che vi ha consentito una facile rielezione, avete usato qualche artificio contabile. A questo punto solo il dissesto finanziario può portare chiarezza, d’altronde siamo circondati da Comuni nella stessa situazione e non è un disonore. Bisogna tagliare il cordone che lega la finanza pubblica all’economia cittadina. Il dissesto si poteva evitare: negli ultimi cinque anni si poteva far a meno di elargire più di 6 milioni di euro aggiuntivi all’A.s.e, 600 mila euro circa per la gestione dello stadio Miramare (quando in tutte le città avviene il contrario), oltre 200 mila euro al G.A.L. DaunoOfantino, centinaia di migliaia di euro di interessi passivi alle banche… l’elenco è lungo e impietoso. Piuttosto che aumentare al massimo le imposte locali t.a.s.i., t.a.r.i. e i.m.u., che hanno messo sul lastrico commercianti, artigiani, piccole imprese e il settore edile, bastava non sprecare e non super tassare, per non far morire la città che si spopola in abitanti ed in tessuto produttivo. Al presidente di una pseudo partecipata, che mai ha avuto il consenso popolare, rispondo alle sue affermazioni circa i miei rilievi “che non deve dar conto a Caratù”, mi dispiace Presidente, che non debba dar conto a Caratù è vero, ma fino a quando prenderà dal comune di Manfredonia 0.7 euro per abitante (che ammontano a circa 40 mila euro annuali) ogni anno, dovrà dar conto a quel 3.22% di cittadini che hanno riposto la loro fiducia nella mia persona, che mi onoro di rappresentare. L’ipocrisia e l’arroganza non fanno crescere la città ma la fanno morire. Ancora una volta siamo amareggiati di aver avuto ragione, ma il tempo è sempre galantuomo. Concludo riportando il commento del Presidente A.N.C.I. Puglia senatore Gino Perrone, apparsa su La Repubblica di oggi, che riferendosi all’incapacità dei comuni di gestire i bilanci afferma che “ è un casino “; se lo dice il Presidente dei Sindaci pugliesi credo che abbia ragione.
GIOVANNI
CARATU’
Persino in una pueblo argentinoa o peruviano per molto meno avrebbero chiuso le autorità e messo a capo un rappresentante dello Stato! Manfredonia da chi è protetta? Dobbiamo arrivare a 100 milioni di debito pubblico e subire tantissime angherie per vedere cacciare dalla poltrona chi ha devastato la città e inficiato il benessere di intere generazioni?
……Chi maneggje festeggje…
x il Reaman : A volte il vento cambia…. Non sempre le cose possono andare in un certo verso. La gente, quella onesta, è stanca……